Hai intenzione di richiedere il voucher per l’acquisto di pc e tablet? Ecco alcune cose che devi sapere:
Potrai richiedere il bonus da giovedì 8 ottobre sulla piattaforma di Infratel Italia (www.infratelitalia.it) e potrai usufruirne dal 19 ottobre, rivolgendoti direttamente all’operatore. Oltre a dover certificare il tuo valore ISEE, devi avere una connessione ad internet inferiore ai 30 Mbps. L’incentivo varia da un minimo di 200 euro fino ad un massimo di 500 euro a seconda della fascia reddituale.
Come avere il bonus?
Presenta la richiesta all’operatore, il link al file lo trovi in fondo al post;
Allega la fotocopia del documento di identità;
Presenta la dichiarazione ISEE
• A partire dal 19 ottobre gli operatori interessati caricheranno le proprie offerte associate al bonus pc sul sito Infratel. •
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Non potrai usufruire del bonus di 500 euro in un negozio fisico
I servizi promossi sono
• Computer o il tablet per le famiglie della prima fascia;
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Come stanno reagendo le università del torinese al rientro sui banchi degli studenti e delle studentesse?
È da poco cominciato il nuovo anno accademico 2020/2021 e le università italiane si sono preparate al ritorno in sicurezza di studenti e studentesse.
Tra incertezze, didattica online e in presenza, ogni ateneo si è mosso in autonomia, ma come hanno reagito le università del torinese al rientro sui banchi durante l’emergenza Covid?
Vista la situazione incerta, le iscrizioni all’università sono state minori?
No. La situazione d’emergenza dovuta al Covid non ha fermato le immatricolazioni, è il caso del Corso di Laurea in Architettura del Politecnico di Torino: conta un + 15 % (mole24.it) di immatricolazioni.
Come si stanno organizzando gli atenei torinesi?
All’Università di Torino e al Politecnico le aule hanno capienza ridotta per rispettare le distanze, basta prenotare con anticipo il posto in aula. La Career Week annuale del Politecnico, solo per quest’anno, diventa Digital: webinar, incontri e offerte di lavoro per studenti e studentesse direttamente dal computer di casa.
La modalità prediletta per la didattica è comunque quella mista: lezioni in presenza e online. Al Politecnico, in questi mesi di lockdown e graduali riaperture, i corsi erogati da remoto sono stati più di 800, con quasi 30 mila studenti e studentesse a seguirli, gli esami svolti sono stati più di 4 mila e più di mille le discussioni di Laurea sostenute (coronavirus.polito.it).
L’Accademia Albertina di Belle Arti e il Conservatorio Giuseppe Verdi hanno valutato la modalità mista: in presenza per i corsi laboratoriali con gruppi ristretti di student* e le lezioni teoriche, invece, erogate online. Questo lo scenario delle AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) che ha visto negli ultimi anni un continuo e costante taglio dei fondi per la didattica e l’implementazione delle strutture dedicate.
Questa pandemia ha svelato un vaso di Pandora, evidenziando così un forte divario digitale: il continuo ridimensionamento di fondi economici dedicati all’istruzione ha creato differenze disarmanti: da un lato la tecnologia ha permesso a milioni di student* in tutta Italia di non abbandonare gli studi, ma altr* si sono stati tagliati fuori per mancanza di apparecchiature adeguate allo svolgimento delle attività online.
Trasporto pubblico: come si raggiungerà l’università? Una scelta ecologica necessaria.
Secondo l’Indagine nazionale sulla mobilità casa-università al tempo del Covid-19 realizzata dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, il trasporto pubblico sarà il settore che più pagherà le conseguenze di questa pandemia, si preferirà quindi l’automobile, lo spostamento a piedi, il monopattino o la bici. Studenti e studentesse preferiranno quindi altre soluzioni all’utilizzo di mezzi pubblici, spesso gremiti di passegger*, dove il distanziamento sociale è difficile, se non impossibile.
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Ylenia Covalea
Seicento anni di storia tra peste, guerre e Unità d’Italia
Erasmo da Rotterdam, Giovanni Giolitti, Luigi Einaudi, Antonio Gramsci. Sono solo alcune delle personalità di rilievo che hanno scelto Torino per i loro studi accademici.
Tra le più rinomate università italiane figura proprio la nostra, con ben 72.461 iscrizioni, alle sue spalle una storia centenaria: fatta di avvenimenti importanti e figure chiave del panorama socio-culturale del nostro Paese. Inizia così un viaggio alla scoperta della storia dell’Ateneo torinese, dalla sua fondazione, ai primi anni del Novecento, una storia accademica strettamente connessa al panorama politico e culturale italiano; più di seicento anni di storia tra peste, guerre e Unità d’Italia.
L’Universitas Augustae Taurinorum, meglio conosciuta come l’Università degli Studi di Torino, è stata fondata nel XV secolo. È circa il 1404 quando Ludovico di Savoia-Acaia, ultimo discendente del ramo Savoia-Acaia, sceglie la città di Torino come sede di una nuova università, con il volere di farlo diventare una delle principali università europee, come le rinomate Bologna e Parigi.
Già il 4 settembre del 1506, ormai 514 anni fa, consegue la laurea in Teologia una personalità di spicco per l’umanesimo europeo: il filosofo e teologo Erasmo da Rotterdam, proprio durante uno dei sui viaggi studio in Italia che lo porta anche a soggiornare a Bologna e Venezia, ospite del suocero dell’editore Aldo Manuzio. È presente una targa commemorativa, risalente al 1876, a ricordare il prestigioso apporto del sommo filosofo alla città di Torino.
Nel 1791 avviene la rivolta degli universitari, gli scontri aumentano e la guerra della Francia rivoluzionaria porta il Rettore a chiudere l’Università.
Peste del Seicento — dopo un periodo di crisi dovuto alla peste, durante tutto l’arco del Settecento, l’Università si rinnova, amplia i suoi insegnamenti e sposta la sede nel palazzo di via Po, in pieno centro città. La facoltà più frequentata, nel periodo che va tra il 1730 e il 1798 è quella di Legge, che conta 4.169 studenti. Sono ben 7.982 i laureti in totale negli atenei Torinesi, un numero che sembra esiguo rispetto ai dati odierni, ma che per l’epoca non lo era affatto. Tra di essi c’è anche il chimico e fisco Amedeo Avogadro, che si laurea nel 1796, non in materie scientifiche come si potrebbe pensare, ma bensì in Legge Ecclesiastica, all’età di vent’anni. Prima di entrare nella storia per la rivoluzionaria scoperta omonima; la Legge Avogadro, lo studioso intraprende la carriera legale.
Sappiamo di un altro celebre laureato nel capoluogo piemontese; è Giovanni Giolitti, che verosimilmente intorno alla seconda metà dell’Ottocento, consegue la laurea in Giurisprudenza. Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia dal 1892 al 1893 sotto la monarchia di Re Umberto I, non è la sola carica politica ad aver preso parte alla vita universitaria piemontese.
1861 — In vista dell’Unità d’Italia che vedrà Torino come prima capitale del Regno d’Italia, la sede universitaria accresce esponenzialmente d’importanza, le facoltà vengono sostituite da scuole speciali come: Chimica, Chirurgia, Belle Arti, Giurisprudenza, Medicina, Fisica e Matematica, Letteratura e Medicina Veterinaria. Vengono anche istituite le facoltà di Teologia, Legge, Medicina, Scienze, Letteratura ed Economia Politica.
Tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento sono innumerevoli le icone storiche del nostro paese a frequentare l’università a Torino: il 1895 è l’anno in cui Luigi Einaudi, appena ventunenne e futuro vice Presidente del Consiglio dei ministri e secondo Presidente della Repubblica Italiana dal 1948 al 1955, consegue la laurea in Giurisprudenza. Non solo Presidente della Repubblica, ma anche padre di Giulio Einaudi, fondatore della casa editrice omonima, la Giulio Einaudi Editore, nata nel 1933 proprio a Torino, nella storica sede di via Biancamano 2.
È poi la volta di Antonio Gramsci che nel 1911 si iscrive all’università, figura poliedrica e strettamente connessa al Partito Comunista Italiano, ma anche conosciuto come filosofo, scrittore, giornalista, e linguista.
Nel 1915, quando l’Italia entra a far parte dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, Palmiro Togliatti, prossima personalità alla guida del Partito Comunista Italiano nel 1926, poi Ministro di Grazia e Giustizia del Regno d’Italia nel 1945 e infine Vicepresidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia nel 1944, si laurea in Legge. La sua tesi, Il regime doganale delle colonie, viene discussa Luigi Einaudi (wikipedia).
1918 — Sul fronte italiano sono in atto le manovre belliche tra il Regno d’Italia e gli Alleati contro le armate austroungariche al confine con la Svizzera e le sponde settentrionali del Golfo di Venezia. Durante un anno così teso e bellicoso, Giuseppe Saragat, si laurea in Economia a Torino, per diventare poi il prossimo Presidente d’Italia, il quinto, durante la Presidenza del Consiglio di Aldo Moro.
Menzione d’onore deve essere fatta per il filosofo Friedrich Nietzsche che soggiorna in Piazza Carlo Alberto nel 1888. Non prende parte alle lezioni universitarie, ma è doveroso citarlo in quanto il suo passaggio in città smosse sicuramente gli animi, durante la sua permanenza scrive L’Anticristo, Il crepuscolo degli idoli ed Ecce Homo.
(fonte: www.unito.it)
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Ylenia Covalea
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Sono uscite le graduatorie provvisione 2020/2021 per il servizio abitativo, come fare per vedere se il tuo nome è in elenco?
Devi accedere allo sportello online, selezionare la voce “borse di studio, servizio abitativo, servizio ristorazione” e selezionare “elaborata in graduatoria”. Le graduatorie definitive relative alla richiesta di servizio abitativo a.a. 2020/21 verranno pubblicate il 21 settembre 2020 dalle ore 12:00
Una tesi di laurea “perfetta”? forse non esiste, ma vogliamo darti qualche consiglio per scriverla al meglio | parte 2
- Prenditi del tempo. Tieni a mente tutte le scadenze universitarie, presenta la domanda e calcola il tempo giusto per svolgere un buon lavoro. Non avere fretta, consulta tutte le fonti disponibili, scrivi con calma e svolgi tutte le ricerche utili per la tua tesi. Un buon lavoro richiede del tempo!
- L’introduzione / conclusioni. L’introduzione deve essere chiara e dettagliata per presentare al meglio il tuo lavoro. Dopo il titolo, il frontespizio e l’indice, l’introduzione alla tesi è il primo testo che andrà letto, per questo deve essere completa ed efficace. Scrivi le intenzioni e le motivazioni principali che ti hanno portat* a trattare un particolare argomento. Stessa cosa vale per le conclusioni; termina il tuo studio sottolineando, all’interno del discorso finale, l’epilogo della tesi, spiegandone anche lo svolgimento.
- Le pagine. Non eccedere, ma non essere neanche troppo concis*. Consulta il sito della tua università, spesso è previsto un numero di pagine prestabilito per ogni indirizzo. Per le tesi triennali si utilizzano, solitamente, 50 pagine, per le magistrali invece la lunghezza si aggira intorno alle 150, ma è tutto indicativo.
- Rileggi, rileggi, rileggi. Errori, refusi e paragrafi da rivedere. È sempre un bene dedicare del tempo alla rilettura, aiutati con la ripetizione ad alta voce in modo da utilizzare la cadenza e le pause come strumento utile per capire meglio come suonano i contenuti una volta letti.
- Cura l’impaginazione. La progettazione di una tesi è parte integrante del tuo lavoro, funge da presentazione e deve essere il più professionale possibile, ancora una volta; la tua università potrebbe aver messo online un vademecum sulla modalità previste. Il font deve essere leggibile e chiaro perché il testo sarà lungo; deve comprendere le varianti bold e italic, per dare il giusto peso tipografico alle parole. I più utilizzati sono Arial, Verdana, Calibri, Times New Roman e Times, ma noi ti proponiamo anche Helvetica Neue, Circular, Avenir Next e Gotham, caratteri moderni e leggibili. Pensa alla copertina, al frontespizio, ai margini e l’interlinea, se seguirai le regole dettate dalla tua università allora la tesi sarà, quasi sempre, elegante e leggibile. I numeri delle pagine: non c’è molto da dire, non te li dimenticare!
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La sessione esami è alle porte e sappiamo che alcuni/e di voi staranno studiando senza sosta per un appello particolarmente impegnativo. Per questo oggi vogliamo darvi qualche piccolo consiglio per organizzarvi al meglio, studiare ed essere produttivi al massimo.
Organizza il tuo studio – il segreto risiede nell’organizzazione del materiale che hai da studiare. Potrebbe essere un consiglio banale, ma è la chiave per la buona riuscita di una giornata intensa di studio. Spesso, per preparare un esame, avrai da studiare manuali, dispense, appunti e schemi, per questo darti delle scadenze ti porterà ad avere sempre chiaro quello che dovrai studiare, in modo da non farti prendere dal panico e finire tutto per tempo. Prendi un calendario e segna i giorni disponibili per lo studio, dividi le pagine da leggere e programma del tempo per il ripasso.
Quality over quantity – trova il momento della giornata più congeniale per studiare: mattino, pomeriggio o sera; ognuno preferisce farlo in momenti diversi della giornata. Non sempre si riesce ad essere produttivi/e per otto ore consecutive: subentra la stanchezza e, talvolta, la noia. Per questo ti consigliamo di trovare il momento giusto della giornata per focalizzarti sullo studio, quattro ore di ripasso intenso possono servire molto più di otto ore passate sui libri, magari distraendosi in continuazione. Svegliati presto in modo da avere a disposizione tutta la giornata per studiare e prendi le dovute pause per svago e relax, è molto importante anche riposarsi per schiarirsi le idee.
Trova il tuo metodo di studio – non è semplice, specie nel passaggio tra liceo ad università. Il carico di studio è ben diverso, le sessioni e gli appelli sono scadenzati, è quindi importante studiare volta per volta, in modo da non ritrovarsi, qualche giorni prima dell’esame, con materiale ancora da leggere. C’è chi si trova meglio a studiare direttamente dal manuale, chi invece preferisce scrivere riassunti e schemi a mano o a computer. Non esiste un “metodo migliore” di un altro, basta trovare quello più adatto, prova e vedrai.
Prendi sempre appunti – in alcune università la frequenza non è obbligatoria, ma assistere il più possibile alle lezione ti aiuterà non solo nella comprensione della materia, ma anche nella stesura degli appunti: uno strumento spesso fondamentale. Se una lezione ti sembra particolarmente complessa e credi ti possa essere utile riascoltarla, usa un registratore per riprenderla in fase di studio. Una volta a casa sarà utile rivedere gli appunti e integrarli con eventuali libri di testo.
Ripeti con compagni e compagne di corso – il ripasso, lo sappiamo, è una parte importante dello studio, infatti lo si utilizza per imprimere meglio i concetti. Potrebbe essere d’aiuto ripetere ad alta voce con un compagno o una compagna, in modo da scambiarvi opinioni e prepararvi meglio.
La sera prima dell’esame evita di studiare – dormi, riposati e cerca di finire lo studio almeno un giorno prima, così da dedicare la serata al riposo per ricaricare le energie in vista dell’esame; meglio una nottata di sonno che qualche ora sporadica per ripetere le ultime cose in fretta.
Ti auguriamo un buono studio!
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