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Ai primi accenni dello scoppio di una malattia epidemiologi, operatori sanitari, decisori politici e scienziati si rivolgono a sofisticati modelli di previsione per determinare in che modo la malattia si sta diffondendo e che cosa dovrebbe esser fatto per minimizzare il rischio di contagio. Una ricerca in collaborazione tra il Politecnico di Torino e la New York University Tandon School of Engineering sta rivoluzionando il processo di modellazione tradizionale, ottenendo previsioni più semplici da calcolare e più efficaci all’interno di un mondo iperconnesso.

Tutti i modelli predittivi correlano il movimento di una malattia alla popolazione nel corso del tempo, ma le simulazioni odierne non sempre tengono conto in maniera efficace di un aspetto ovvio: la mobilità e l’attività variano tra le persone e queste variazioni hanno un impatto sulla probabilità di contrarre o diffondere la malattia.

Un nuovo paradigma è stato esposto in un paper pubblicato sulla prestigiosa rivista Physical Review Letters da Alessandro Rizzo, professore associato del Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico e visiting professor alla New York University Tandon School of Engineering, Lorenzo Zino, dottorando del Politecnico in matematica pura e applicata, e Maurizio Porfiri, professore di Ingegneria meccanica e aerospaziale alla New York University Tandon School of Engineering.

Nel futuro, i ricercatori si aspettano che questo modello possa aiutare gli operatori del settore ad affrontare un’epidemia, incluse l’attuazione di strategie di vaccinazione, la valutazione di rischi e benefici indotti dai divieti di viaggio e la misurazione dell’efficacia delle campagne di prevenzione delle malattie.

 

L’Università di Torino, in collaborazione con AXA Research Fund e Collegio Carlo Alberto, organizzano il 6 dicembre 2016 l’evento di lancio della cattedra AXA sui rischi socio-economici dei mercati finanziari. L’evento si tiene nella Sala Principi d’Acaja del Rettorato (Via Verdi, 8 / Via Po, 17 – Torino), dalle 9.30 alle 12.00.

Apre i lavori il prof. Bernard DumasChair holder della cattedra, con un intervento dal titolo:Is Investment Capital Fast or Slow-moving? Segue tavola rotonda, moderata da Luca Fornovo (La Stampa, Editor in chief Tuttosoldi), durante la quale il prof. Dumas discute del tema conChristian Thimann (Group Head of Regulation, Sustainability and Insurance Foresight, AXA), Elisa Luciano (docente di Finanza dell’Università di Torino e fellow del Collegio Carlo Alberto), Dario Focarelli (Direttore Generale di ANIA) e Carla Patrizia Ferrari (Chief Financial Officer di Compagnia di San Paolo).

La AXA Chair è un prestigioso finanziamento alla ricerca scientifica promosso dall’AXA Research Fund, iniziativa filantropica del leader assicurativo internazionale AXA che sostiene le eccellenze nella ricerca di base per capire e prepararsi meglio contro i rischi legati all’ambiente, allo stile di vita e alla situazione socio-economica.

Appuntamento con Alberto Angela eIl segreto della Giocondaoggi, giovedì 1 dicembre, alle ore 17:45 presso il Teatro Colosseo.

Fascino e mistero si fondono così all’interno della rassegna GiovedìScienza: il paleontologo, scrittore e divulgatore più in voga del momento accompagnerà l’uditorio – non solo presente in sala ma anche in diretta streaming – in un viaggio alla scoperta dei misteri del quadro più enigmatico di Leonardo, per questo tanto più cruciale per accedere alla comprensione della mente e della vita del suo creatore.

La Gioconda diventa allora il punto di partenza per parlare delle incredibili macchine ed invenzioni del genio leonardesco: il tanto dibattuto paesaggio cui Monnalisa dà le spalle apre la via per spiegare la prospettiva aerea ideata da Leonardo, mentre lo studio delle sue mani svela approfonditi e accurati studi di anatomia.

Martedì 29 novembre 2016, nell’Aula C di Palazzo Campana (Via Carlo Alberto 10), si è tenuto l’ultimo di una serie di incontri nei Dipartimenti di Informatica e di Matematica dell’Università di Torino, per la selezione di neolaureati e laureandi da introdurre nell’area IT di Intesa Sanpaolo – il più grande gruppo bancario in Italia – e rispondere alla domanda di nuove professioni come Big Data Administrator, Data Analyst, Web Analyst, User Experience Designer.

I selezionati andranno a comporre l’unità di Data Scientist all’interno della Direzione Data Office di Intesa Sanpaolo con contratto a tempo indeterminato, con il compito di estrarre valore dai Big Data sviluppando modelli predittivi e applicando tecniche di advanced analytics e machine learning, con una serie di applicazioni che spaziano dalla prevenzione delle frodi, alle tecniche di pricing, alla cyber security, alla gestione del rischio.

“Questo è un modello vincente per gli studenti e per imprese e istituzioni – dichiara il prof. Maurizio Cisi -. Da un lato infatti studenti e neolaureati hanno l’opportunità di acquisire skills tramite l’incontro con i recruiter aziendali e tramite il confronto con gli altri pari, con formazione e background differenti, che vanno da leadership a group-working, team building, gestione del tempo, cultura delle regole. Dall’altro le aziende, mentre concretizzano gli effetti della loro responsabilità sociale, valutano i comportamenti, la capacità di risposta, la compatibilità valoriale dei candidati in maniera dinamica e non solo sulla base dei curriculum. Unito si impegna ad essere sempre più aperta e proattiva nei confronti di queste modalità innovative di recruiting e sta progettando percorsi specifici per imprese e per laureandi”.

Con oltre 2000 dipendenti, distribuiti in 8 città italiane e 14 sedi operative, l’IT Department di Intesa Sanpaolo è uno dei poli tecnologici più all’avanguardia in Italia ed Europa, che soddisfa la domanda tecnologica di servizi della più estesa rete bancaria nazionale, con oltre 4000 filiali e 11 milioni di clienti in Italia; rappresenta inoltre il punto riferimento tecnologico di circa 1200 filiali estere, distribuite in 12 Paesi, con 8 milioni di clienti.

Domani mercoledì 30 novembre 2016dalle ore 14 alle ore 18, nell’Aula Magna del Rettoratodell’Università di Torino (via Verdi 8), si svolge il convegno formativo “Università a supporto delle vittime di violenza sessuale. Un percorso di formazione per servizi sostenibili nel tempo”, organizzato dal CIRSDe (Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere dell’Università degli Studi di Torino), nell’ambito del progetto finanziato dalla Commissione Europea DG Justice, Rights, Equality and Citizenship Programme (DAPHNE-III strand) “USVReact: Università a supporto delle vittime di violenza sessuale”, che prevede la realizzazione di un percorso formativo interno all’Università e al Politecnico, un lavoro di ricerca rivolto agli/lle studenti/sse ed eventi aperti alla cittadinanza.

 

Partecipano, oltre ai rappresentanti dell’Università e del Politecnico di Torino, anche l’Assessore alle Politiche Giovanili e alle Pari Opportunità della Città di Torino, e sono previsti due interventi: la dott.ssa Linda Laura Sabbadini parla del tema “La violenza di genere contro le donne, situazione e prospettive per le politiche” e l’Avv. Elena Bigotti presenta una riflessione su “La violenza maschile sulle donne; il punto di vista legale: esperienze e riflessioni”. L’ingresso è libero sino a esaurimento dei posti.

 

Come emerso dall’indagine ISTAT (2014) Sicurezza delle donne, il 31% delle donne tra i 16 e i 79 anni ha subito atti di violenza nel corso della propria vita, tra cui il 20% ha subito atti di violenza fisica, il 21% violenza sessuale e la maggior parte (il 74%) ha subito forme svariate di molestie sessuali. Un confronto dei risultati con la precedente ricerca condotta nel 2006 mostra che: le forme meno gravi di violenza sono in declino; le donne mostrano una maggiore capacità di uscire da relazioni violente a causa di una maggiore consapevolezza della violenza; le donne esprimono maggiormente la violenza subita e ne parlano di più; più vittime riconoscono la violenza sessuale come reato (dal 14% al 30%).

 

La violenza sessuale in Italia era considerato un «crimine contro la pubblica decenza e la moralità» fino a due decenni fa. La Legge n. 66 del 1996, che stabilisce “Disposizioni contro la violenza sessuale”, ha trasformato il reato di abuso sessuale in un reato contro la persona, introducendo i reati di violenza sessuale, di atti sessuali con bambini, di corruzione di minorenne e di stupro di gruppo. Da allora, una serie di modifiche e nuove leggi per contrastare il fenomeno della violenza è stato emanato sotto la pressione delle organizzazioni della società civile. Per esempio, la Legge n. 38 del 2009 ha esacerbato la punizione per atti sessuali e ha introdotto lostalking come un tipo di reato punibile con la reclusione, mentre la Legge n. 93 del 2013 ha aggravato ulteriormente le pene e migliorato gli strumenti per la protezione delle vittime. Inoltre, misure legislative interessanti sono state recentemente adottate a livello regionale. Il Piemonte, dopo l’approvazione della Legge Regionale n.11 del 2008, ha appena approvato (16 febbraio 2016) la Legge Regionale n.142, “Misure per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e di sostegno alle vittime e ai loro figli”, che, tra le altre importanti novità, si propone di attuare le direttive nazionali in materia di introduzione del cosiddetto “Codice rosa” per le donne vittime della violenza, al fine di offrire loro assistenza e protezione, grazie all’azione coordinata di professionisti del settore sanitario, delle forze dell’ordine e di avvocati esperti.

 

A Torino, l’Ufficio Pari Opportunità del Comune raccorda il Coordinamento Cittadino e Provinciale Contro la Violenza sulle Donne (CCPCVD), una rete che coinvolge e integra l’azione dei vari servizi territoriali e associazioni che contrastano la violenza sessuale. Gli attori che la compongono mettono a disposizione professionalità e servizi in campo sanitario, psicologico, legale, giudiziario e di ordine pubblico, culturale, socio-assistenziale ed educativo, al fine di tutelare i diritti fondamentali delle donne e offrire loro sostegno, contrastando la violenza e promuovendo una cultura del rispetto, della reciprocità e della parità tra donne e uomini.

Le università italiane, dal canto loro, anche grazie ad alcuni progetti europei, stanno sviluppando interventi volti a contrastare la violenza di genere, in tutte le varie forme che essa può assumere: dalla violenza sessuale in senso stretto, alle molestie, sino all’omofobia.

Programma: http://www.unitonews.it/application/files/2514/7930/8151/Locandina_30_Novembre_USVReact.pdf

Si terrà mercoledì 30 novembre 2016 ore 11.00 al Castello del Valentino in Sala dei Gigli il primo appuntamento del ciclo “Le Giornate della blue Economy”. Oggetto di tale incontri sarà: il superare la crisi ripartendo dalle risorse presenti nel territorio e dall’imitazione della natura. LApproccio Sistemico proposto dal Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino e Consulta Europea Regionale promuove dunque un ciclo di incontri per discutere di questi argomenti e giungere, alla fine, all’elaborazione di piani di sviluppo basati sulla Blue Economy.

Le Giornate della Blue Economy, organizzate a un anno dall’avvio del Protocollo d’intesa sottoscritto tra il DAD e la Consulta Europea Regionale, nascono dall’esigenza di mettere a confronto diversi attori su tematiche attuali relativamente ai temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale, che coinvolgono e incidono sul territorio piemontese.

La cosiddetta Blue Economy, di cui è fondatore l’economista Gunter Pauli, si ispira all’imitazione della natura e della sua capacità di non generare rifiuti, proponendo un modello che permette alla fine di generare profitti, nuova occupazione, qualità ambientale e cultura di sistema; esalta le qualità del territorio e aiuta a risolvere problematiche ambientali e sociali. Questa teoria economica contiene in sé il concetto di approccio/design sistemico sviluppato dal gruppo di ricerca di Design Sistemico del Politecnico di Torino, fondato dal professor Luigi Bistagnino: un nuovo modo di affrontare il progetto, i processi produttivi e ottenere anche prodotti sostenibili, in cui l’output di un sistema è sempre l’input di un altro. I principali obiettivi sono le cosiddette “emissioni zero”, la concretizzazione di un nuovo modello economico-produttivo e la nascita di una comunità fortemente relazionate e connessa consciamente al proprio territorio, nella quale l’esistenza dei singoli è relazionata a quella degli altri con i quali da vita ad una rete vitale fortemente attiva e resiliente. L’insieme valorizza le parti.

Il Protocollo d’intesa prevede anche l’applicazione di un Disciplinare dell’Approccio Sistemico, con ricadute sul territorio, sulla comunità e sui prodotti o servizi. Un modello economico e produttivo sistemico necessita di nuovi parametri di valutazione, non più basati sulla quantità ma sulla qualità dei processi e dei prodotti. Il Disciplinare fornisce i criteri di valutazione su cui basare i rapporti tra le varie attività produttive.

La produzione si svolge in un contesto locale e di rete, in una collaborazione virtuosa tra processi produttivi (agricoli e industriali), sistema dei regni naturali, contesto territoriale e comunità. Da questo legame nasce un progetto più allargato e complesso, che abbraccia non solo tutta la filiera produttiva ma anche tutte le attività con essa relazionate.

L’applicazione del Disciplinare dell’Approccio Sistemico propone che tutto questo processo venga valutato e regolamentato da un Comitato Scientifico di riferimento composto da membri esperti di Design Sistemico e componenti di enti che rappresentano il sistema produttivo, che attribuiranno il livello di appartenenza al sistema a ciascuna attività che ne vorrà far parte. 

L’incontro conclusivo è previsto il 19 dicembre, ore 14.00, Aula Magna del Lingotto, nel quale interverrà Gunter Pauli, sarà anche l’occasione per presentare il volume microMACRO, a cura di Luigi Bistagnino con il contributo di altri esperti.

Il programma completo è disponibile sul sito: https://goo.gl/hfshKD

Dal 29 novembre al 3 dicembre 2016 è in programma a Torino il Pubblico dominio #open festival, iniziativa che si propone di creare nei cittadini una consapevolezza diffusa attorno al concetto di pubblico dominio e ai temi della cultura open, promuoverne l’alfabetizzazione e incentivare lo sviluppo di competenze connesse.

5 giorni di conferenze, incontri, laboratori, mostre, spettacoli, letture teatrali per un totale di quasi 50 eventi speciali che investono i diversi ambiti dell’arte, della fotografia, della musica, della letteratura, del teatro, del cinema, e non solo. Una festa, un grande contenitore dove tutti possono apprendere il significato del pubblico dominio (e delle culture legate all’open), apprezzarne la valenza etica ed economica in ogni campo della conoscenza umana.

Il Pubblico dominio #open festival è frutto di una virtuosa collaborazione tra i sistemi bibliotecari dell’Università di Torino, del Politecnico di Torino, delle Biblioteche Civiche Torinesi e della Fondazione Teatro Nuovo.

Tutti gli eventi sono gratuiti.

Gli eventi della giornata inaugurale del 29 novembre 2016, “Il pubblico dominio tra riforma del copyright e bene comune” (ore 9-13.30) e “Il mondo WIKI per le biblioteche ovvero perché i bibliotecari dovrebbero usare gli strumenti wiki” (ore 15-17), vengono trasmessi dalla Cavallerizza Reale (via Verdi, 9) in diretta streaming sul canale Intranet di Unito Media, la piattaforma multimediale dell’Ateneo.

 

 

Buone notizie dal fronte occupazionale: cresce infatti il tasso dei giovani che, cinti d’alloro dall’Università di Torino, risulta occupato a tre anni dall’ottenimento del titolo.

Per quanto riguarda le lauree a ciclo unico, è sorprendente come nel gradino più alto del podio dei maggiormente occupati si classifichi chi proviene da corsi di studio letterari, con una percentuale di impiego che sfiora il 100%.

Questo secondo i dati del Rapporto di Sostenibilità che verranno ampiamente illustrati in occasione della cerimonia di inaugurazione del nuovo Anno Accademico (lunedì 28 novembre, ore 10:00 – Aula Magna della Cavallerizza Reale) dal Rettore Gianmaria Ajani.
In seconda e terza postazione si piazzano le lauree del settore chimico-farmaceutico e l’agrario-veterinario, che vedono rispettivamente un tasso di occupazione del 96,3% e 93,3%.

Se parliamo di lauree magistrali, invece, sono i laureati del ramo Difesa e sicurezza a trovare più lavoro, con il 94% di occupati nell’area Medica ed il 93,6% in quella Economico-statistica.
Anche chi, come gli studenti di Giurisprudenza, incontra più difficoltà nel post-laurea risulta comunque occupato nel 71,4% dei casi.

Il nostro compito – dichiara il Rettore tirando il ballo anche il tema caldo della Costituzione – è formare nuove competenze per il territorio. La nostra parola chiave è innovazione. L’Italia deve creare nuovi lavori e le università ne formano i profili professionali. Bisogna imparare a leggere l’art. 33 sul diritto allo studio con l’art. 1, che definisce l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro”.

I dati occupazionali dell’Università di Torino sono dunque in controtendenza rispetto alle medie nazionali, così come lo è l’aumento di iscrizioni all’Ateneo, passato da 67.043 studenti del 2014 a 67.388 nel 2015. Sensibile anche l’incremento della percentuale di coloro che scelgono l’Università di Torino pur provenendo da altre regioni: salgono del 10% gli studenti non originari del Piemonte, con l’8% di loro annoverabile tra i nuovi immatricolati.

Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in occasione della ricorrenza si terrà presso l’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi un’incontro tra Dipartimento di PsicologiaCUG-Comitato Unico di Garanzia dell’Università degli Studi di Torino e Telefono Rosa Piemonte si propone di divulgare e di commentare i dati di una prima rilevazione sulla percezione giovanile delle condotte violente, partendo da quei comportamenti spesso ritenuti manifestazioni di amore, di attenzione, di protezione e che invece si configurano come prevaricazione, controllo e privazione dei fondamentali diritti di libertà di ogni giovane donna.

Sono stati analizzati più di 5.000 questionari compilati da allieve ed allievi delle classi quinte di alcuni Istituti scolastici di Torino e Provincia e, attraverso la piattaforma UniQuest, da studentesse e studenti iscritti all’Università degli Studi di Torino: nessuna pretesa statistica o ricerca metodologicamente impostata, ma un osservatorio libero che intende aprire la strada a successive indagini su aspetti specifici della violenza di genere fra i più giovani e le più giovani.

In una società sempre più segnata dalla violenza contro le donne, urge conoscere le percezioni, le idee e le convinzioni dei giovani e delle giovani al riguardo, ed è soprattutto necessario comprendere i loro linguaggi: soltanto in questo modo sarà possibile proporre interventi efficaci nel mondo scolastico e nella società, anche attraverso l’uso dei principali mezzi tecnologici, in particolare i social network.

Il programma della giornata prevede numerosi interventi che offriranno molteplici visioni di lettura del fenomeno della violenza, analizzata sotto la lente psicologicalegalescolastica e senza tralasciare uno sguardo puntuale sui mezzi di comunicazione.

In fondo, che cosa sappiamo davvero della violenza maschile contro le donne fra le giovani generazioni? Il convegno intende fornire una prima, pur parziale, risposta.

Nella settimana compresa fra il 21 e il 26 novembre, le/i docenti dell’Università di Torino dedicano alcune ore di lezione al tema “La violenza di genere: un approccio multidisciplinare nelle scienze, nella storia, nelle arti”. Il calendario delle lezioni è consultabile alla pagina web del portale unito.it.

Lunedì 28 Novembre alle ore 10.00 presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale (Via Verdi, 9 – Torino), si terrà la cerimonia dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2016/2017 dell’Università degli Studi di Torino.

Intervengono il Rettore Gianmaria Ajani, Loredana Segreto, Direttrice Generale Università degli Studi di Torino e Irene Raverta Presidente del Consiglio degli Studenti Università degli Studi di Torino. La prolusione sarà affidata a Tito Boeri dell’Università Bocconi e Presidente INPS.

Università, innovazione e nuovi lavori sono gli argomenti dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2016/2017 dell’Università degli Studi di Torino. La formazione universitaria opera per sua natura su una visione di lungo periodo raccordando la sua azione alla ricerca che è il principale motore dell’innovazione. L’Università di Torino oltre a affrontare i temi sociali e economici del presente deve saper individuare le sfide che emergono nelle società avanzate per contribuire a definire le risposte in termini di soluzioni e di competenze dei suoi laureati. Le competenze per i nuovi lavori sono il tema centrale dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università che vuole porsi in un rapporto sempre più attivo e propositivo nei confronti dei territori.

Nel pomeriggio (alle 14.30) partecipano alla tavola rotonda, moderata da Germano Paini, studiosi dell’Università, Tito Boeri, Federico Butera della Fondazione IRSO, Marco Mancini del MIUR, Mario Rasetti della Fondazione ISI e Paolo Sestito di Banca d’Italia.

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