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Segna un +14% l’incremento delle iscrizioni al test di ammissione per il Politecnico di Torino.

L’incerta situazione sanitaria, ma anche socio-economica, di questo periodo di emergenza sanitaria non ha modificato per il Politecnico di Torino la tendenza di crescita registrata negli ultimi anni per le pre-immatricolazioni: sono 14.800 i ragazzi e le ragazze che hanno sostenuto nelle prime sessioni dell’anno e sosterranno nei prossimi giorni i test di ammissione per i corsi di Ingegneria, Architettura, Design e Pianificazione, ben il 14% in più rispetto alle aspiranti matricole del 2020/2021. Un risultato ancora più rilevante, se si considera che l’Ateneo ha dovuto adottare, a partire dallo scorso anno accademico, modalità del tutto nuove per lo svolgimento delle prove, che quest’anno si sono tenute esclusivamente online.

“Siamo molto soddisfatti di questi dati, in controtendenza rispetto a certe previsioni poco ottimiste sulla volontà dei giovani di investire nel proprio futuro”, commenta il Rettore Guido Saracco“Il numero di iscritti ai nostri test dimostra invece che sicuramente i ragazzi e le ragazze sono fermamente convinti che una formazione di qualità sarà ancora più importante negli anni a venire e riconoscono nel Politecnico di Torino un Ateneo serio, che continua a fornire una formazione di alto livello, anche nel periodo dell’emergenza sanitaria”.

 

Gli iscritti ai test si contenderanno i 4.685 posti disponibili per i corsi di Ingegneria, gli 85 per il corso in Pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistico-ambientale e i 250 per il corso di Design e comunicazione. Questi numeri di pre-immatricolati consentiranno, quindi, di coprire tutti i posti a disposizione e garantiranno all’Ateneo di confermare il numero dei propri iscritti, considerato che tutti i corsi sono a numero programmato.

Sono invece già stati individuati con il test nazionale, che quest’anno è stato anticipato al 27 luglio, i 500 studenti e le studentesse che possono iscriversi al corso di Architettura, che quest’anno ha visto un sensibile incremento degli iscritti alla prova di ammissione: più di 1.000 (+22,7% rispetto all’anno scorso).

 

Un ottimo segnale di fiducia nell’Ateneo a livello italiano, ma anche internazionale, è la provenienza geografica dei pre-immatricolati. Torna infatti ai livelli pre-Covid la percentuale degli aspiranti studenti provenienti da fuori Piemonte e dall’estero (complessivamente, il 56% di tutti gli iscritti ai test).

In particolare, nonostante la situazione di incertezza a livello internazionale legata all’emergenza sanitaria, crescono gli studenti stranieri che arrivano a 2.700 iscritti ad oggi ai diversi test, contro i 1.600 dello scorso anno. I Paesi stranieri più rappresentati sono la Turchia, l’Iran, l’India, il Libano e la Cina. Per quanto riguarda invece le Regioni italiane più rappresentate, troviamo Sicilia, Puglia, Lombardia, Liguria e Lazio, con la conferma di un interesse anche da parte dei potenziali studenti lombardi che conferma una tendenza recente, evidenziata a partire dallo scorso anno.

 

“Gli studenti e le loro famiglie continuano a scegliere il nostro Ateneo, che offre percorsi di studi riconosciuti a livello internazionale e apprezzati dalle aziende perché sempre più flessibili e personalizzati, con modalità innovative di insegnamento che pongono gli studenti al centro del processo di apprendimento”, conclude il Vice Rettore per la Didattica Sebastiano Foti. “Dopo più di un anno accademico in cui abbiamo dovuto adattare i nostri metodi e strumenti di insegnamento alle nuove modalità imposte dalla situazione sanitaria, credo di poter affermare che siamo riusciti a offrire ai nostri studenti una didattica che è riuscita a coniugare le potenzialità delle lezioni online con la possibilità di seguire in presenza almeno una parte delle attività formative e questo ritengo sia stato apprezzato dagli studenti. Per il prossimo anno accademico stiamo lavorando per offrire agli studenti e alle studentesse la possibilità di tornare a frequentare le nostre aule e laboratori in modo continuativo, con priorità per le attività che traggono maggiore beneficio dall’interazione in presenza come esercitazioni e laboratori”.

 

Sono, infine, ancora aperte fino alle ore 12.00 del 21 settembre le iscrizioni alla prova per accedere ai 60 posti del corso di laurea professionalizzante in Tecnologie per l’industria manifatturiera, che mira alla creazione di figure tecniche di alto profilo professionale che possano essere operative rapidamente nel settore della produzione di realtà manifatturiere, rispondendo pienamente alla richiesta delle aziende, soprattutto PMI, interessate a figure professionali multidisciplinari. Il corso ha una durata di tre anni e il test di ammissione – il 23 settembre prossimo – si svolgerà in presenza nei laboratori informatici dell’Ateneo, nel pieno rispetto delle misure di distanziamento connesse all’emergenza da Covid-19.

 

 

Le testate giornalistiche spesso tendono a precisare che l’ingegneria è anche “roba da ragazze”, altre invece pongono la domanda direttamente ai lettori e alle lettrici: “l’ingegneria è una lavoro per ragazze?” Ma davvero si pensa, nel 2020, che l’ingegneria non sia una “questione” della quale possa occuparsi una donna?

 

Venerdì vi abbiamo raccontato la storia della prima donna Ingegnere in Italia, quando le ragazze iscritte all’università erano poco più di 200. Oggi vogliamo invece sviscerare la situazione delle iscrizioni alle discipline STEM in Italia. Qual è la situazione attuale nel mondo accademico? Perché spesso si parla di un “pregiudizio” che vorrebbe la donna “rilegata” in materie educative e non tecniche? Diamo uno sguardo ai dati: nel 2019 la presenza femminile nel Corso di Laurea in Ingegneria a Torino ha visto un aumento del + 2% rispetto alla media maschile, arrivando a toccare quota 26% del totale (www.lastampa.it). Il quadro è chiaro, le donne ad Ingegneria sono meno degli uomini e la situazione dell’Ateneo piemontese è la più florida d’Italia. 

È arrivato il momento di smettere di pensare che possano esistere corsi di laurea e lavori adatti solo agli uomini. 

Sappiamo che gli strascichi di una cultura patriarcale si rigettano all’interno degli ambiti più disparati, da quelli accademici a quelli lavorativi, quindi si, fino a non troppo tempo fa l’opinione generale voleva la donna costretta al solo lavoro di cura o impiegata in ambiti prettamente educativi. La storia delle donne nella scienza e nella tecnologia è sicuramente più recente rispetto quella dei colleghi maschi, infatti quando le ragazze studiavano economia domestica Enrico Fermi progettava il primo reattore nucleare, quando le donne dovevano imparare ad essere mogli devote e madri perfette, due scienziati stavano lavorando alle ricerche sulla struttura a doppia elica del DNA. Potremmo andare avanti all’infinito. Alle donne è stato permesso di frequentare le università in tempi non troppo antichi, quando Emma Strada si laureava al Politecnico di Torino, in tutta Italia le iscritte all’università risultavano essere solo 250 — era il 1908. La percentuale di affluenza femminile nei settori tecnico – scientifici delle aree STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) risulta essere il 44% (Anno 2016 – Miur), ben undici punti in più rispetto la media, per esempio, del Regno Unito.

Forse il dato più preoccupante è la differenza di salario tra uomo e donna. 

L’Italia presenta divari disarmanti, per l’Eurostat il nostro Paese si posiziona al 17° per Gender Pay Gap, in una classifica composta da 24 stati (www.repubblica.it). Nel nostro Paese le donne laureate in materie tecniche e scientifiche guadagnano il 20% in meno dei colleghi (www.larepubblica.it), spesso sono portate ad accettare lavori meno qualificati rispetto alla loro formazione, part-time e stipendi non all’altezza delle loro capacità. La situazione di una carenza di donne ingegnere non è troppo diversa da quella di donne Giudici della Corte di Cassazione, in Europa sono il 37%, in Italia solo il 26%.

Spesso si riduce la questione ad un pensiero diffuso: le ragazze sono portate a pensare, colpa di anni di sessismo in ambito lavorativo, di “non essere adatte” alle discipline tecniche, ma siamo così sicur* che sia una credenza diffusa tra le studentesse? Davvero le donne sono le prime a pensare di non essere adatte ad un lavoro reputato per anni prerogativa maschile? Lasciamo la parola ad Agnese, una neolaureata in Ingegneria al Politecnico di Torino

Parlaci un po’ della tua formazione universitaria

A: Nel complesso definirei la mia esperienza al Politecnico positiva, ho conosciuto una realtà nuova in un ambiente diverso da quello a cui ero abituata, ma in cui mi sono subito trovata bene. Non nego che ci siano stati momenti difficili, ma non ho mai preso seriamente in considerazione l’idea di mollare perché, nonostante la mole di lavoro che a volte mi è sembrata insormontabile, sono riuscita quasi sempre a raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata e, nell’insieme, i corsi che ho seguito mi hanno sempre interessata.

Cosa ti ha spinta ad iscriverti proprio ad Ingegneria?

A: L’ingegneria non è una mia passione da sempre, ma ho cominciato a interessarmi a questo ambito verso la metà delle scuole superiori, grazie ad un amico di famiglia ingegnere edile. Inizialmente pensavo che avrei intrapreso anche io quel percorso ma, con il tempo, ho scoperto il mondo delle energie e ho deciso di iscrivermi ad Ingegneria Energetica. Mi sono da poco laureata in triennale e ho deciso di proseguire con la magistrale, dove sono sicura che affronterò temi più interessanti e specifici, che mi permetteranno di avere una conoscenza più approfondita della materia.

Le testate giornalistiche parlano di un radicato “pregiudizio” che vorrebbe rilegare la donna in un ambito lavorativo meno tecnico, come quello educativo o della cura della persona, ti è mai capitato di sentire questo pregiudizio durante il tuo percorso universitario?

A: Fortunatamente non l’ho mai sperimentato in prima persona, ma è una cosa che si percepisce spesso sia in ambito lavorativo che in ambito scolastico, già a partire dalle scuole superiori, dove si assiste a una netta divisione tra gli indirizzi considerati più “femminili” e quelli più “maschili”.

Il Gender Pay Gap lavorativo, specie in una professione a maggioranza maschile, ti spaventa?

A: Non credo di sentirmi spaventata quanto più demoralizzata dal fatto che un uomo possa guadagnare più di una donna per lo svolgimento dello stesso compito. La mia speranza è, certamente, quella di trovarmi un giorno in un ambiente lavorativo che riconosca l’impegno di ognuno indipendentemente dal sesso e che nei prossimi anni questa possa diventare la tendenza in tutti gli ambiti, non solo in Italia ma anche all’estero.

La testimonianza di Agnese è importante per capire che no, le ragazze non sono così convinte che le materie STEM non siano adatte a loro, questo pregiudizio è forse presente più tra coloro che permettono esista una differenza salariale tra uomo e donna, non certo tra le ingegnere. La strada è lunga, molte università stanno virando verso l’impegno di destinare la propria offerta formativa alle future professioniste STEM, grazie a campagne e progetti promossi da Atenei quali il Politecnico di Torino e quello di Milano. Ci auguriamo che possa essere una tendenza sempre più diffusa per contrastare le poche iscrizioni, senza però dimenticarci che il Gender Pay Gap svolge un ruolo fondamentale nella scelta universitaria delle giovani e future studentesse.  È un divario salariale diffuso che deve essere abbattuto dall’interno e dell’esterno, l’impegno delle istituzioni deve essere costante e volto al superamento di una percentuale che scredita il nostro Paese nel mondo. 

Ylenia Covalea

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La torinese Emma è la prima donna laureata in Italia in Ingegneria Civile al Politecnico di Torino: era il 1908 e le donne non avevano diritti

 

Senza diritti, futuro e lavoro; solo il matrimonio ad innalzare, in maniera teorica, la loro condizione di nascita. L’opinione pubblica, durante i primi anni del Novecento italiano, si sta dirigendo verso la lenta, ma graduale, conquista del diritto di voto per le cittadine italiane, che avverrà più di quarant’anni dopo, con il primo referendum che vede partecipare anche le donne. Torniamo indietro agli anni in cui le ragazze negli studi scientifici e tecnici erano pressoché inesistenti; solo nel 1905 viene permesso alle donne di insegnare alle scuole medie; c’è voglia di emancipazione e di ottenere un ruolo sociale diverso da quello di moglie e madre. In questo difficile contesto storico fa la sua comparsa una giovane ragazza di Torino che vuole diventare ingegnere: Emma Strada. Si iscrive al Politecnico di Torino a diciannove anni per conseguire la laurea nel 1908, ma non era così comune farlo, specie per una ragazza. Nei primi anni del Novecento risultano essere iscritte all’università 250 donne in tutta Italia (www.storiaxxisecolo.it), Emma è una delle poche a frequentarla, ma sarà di lì a breve, anche una delle poche donne in Europa a conseguire un titolo di studio in Ingegneria Civile. All’estero ci sono le vite e i lavori esemplari di Sarah Guppy; ingegnere inglese che inventa un innovativo sistema per costruire ponti sospesi nei primi anni dell’Ottocento e Verena Holmes, ingegnere meccanico inglese, prima donna eletta all’Institution of Mechanical Engineers nel 1924 e all’Institution of Locomotive Engineers nel 1931, solo per citarne alcune.

È il 7 settembre 1908 quando esce un articolo sul quotidiano La Stampa:

Emma Strada, sabato scorso, al nostro Istituto Superiore Politecnico ha conseguito a pieni voti la laurea in ingegneria civile. La signorina Strada è così la prima donna-ingegnere che si conti in Italia e ha appena altre due o tre colleghe all’estero.

Non era semplice per una donna emergere in ambiti come l’ingegneria, la scienza e le materie tecnologiche, figuriamoci farsi “strada” in una carriera da sempre reputata prerogativa maschile, se n’è addirittura parlato sulla stampa torinese; all’epoca una laureata faceva notizia.

Emma nasce a Torino nel 1884 e decide di ripercorrere le orme del padre che ha uno studio tecnico di progettazione, con il quale lavora ed eredita i progetti. Lavora tra la Valle d’Aosta, la Calabria, la Liguria e il Piemonte: tra i suoi primi progetti figura una galleria di ribasso per drenare l’acqua in Valle d’Aosta, l’anno successivo alla sua laurea, nel 1909, si trasferisce in Calabria, dove si occupa della costruzione della ferrovia automoto-funicolare di Catanzaro e della costruzione del ramo calabrese dell’acquedotto pugliese. Per sei anni è l’assistente del Professor Pagliani, docente e direttore del Gabinetto di Igiene Industriale presso l’Università di Torino.

Progetta in Val d’Aosta la manica del Grand-Hôtel di St-Vincent e la funicolare, si sposta in Liguria per l’ampliamento del Palazzo Municipale di Varazze e si occupa di alcune abitazioni, anche nel torinese, dirigendo la costruzione dell’Asilo infantile della Crocetta. Nel 1957 con Anna Enrichetta Amour, Laura Lange, Ines del Tetto, Lidia Lanzi, Adelina Racheli, Vittoria Ilardi e Alessandra Bonfanti, istituisce l’AIDIA – l’Associazione Italiana Donne Ingegnere e Architetto – con l’intento di promuovere e valorizzare il lavoro femminile nel campo della scienza e delle tecniche, per poi lasciarci nel 1970, all’età di ottantasei anni.

I suoi progetti sono passati in sordina, ma ha sicuramente svolto un ruolo fondamentale nello scardinare un’idea diffusa nel 1900; le donne ingegnere non esistono. L’ha fatto in maniera del tutto naturale, studiando, lavorando e facendo carriera in un ambiente colmo di pregiudizi che nel Novecento vuole la donna riposta al lavoro di cura, in casa; (in)consapevolmente è diventata un esemplare simbolo di emancipazione e riappropriazione di un ruolo, da sempre declinato al maschile.

(fonte: didattica.polito.it)

Ylenia Covalea

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I TIL (Test in Laib) per iscriversi all’anno accademico 2020/2021 ai corsi di laurea in Ingegneria presso il Politecnico di Torino si terranno in modalità remota e saranno quindi sostenuti da casa, seguendo uno specifico protocollo che sarà reso noto quanto prima.

La prossima data prevista é giovedì 21 maggio ma i posti sono già tutti esauriti. L’ateneo comunica che breve sarà aperta la possibilità di iscriversi ad un’altra data aggiuntiva. Cliccate qui per restare aggiornati

Test di ammissione Polito

Tutti i corsi di laurea offerti dal Politecnico di Torino sono ad accesso programmato, cioè limitano l’accesso accogliendo gli studenti che nella prova di ammissione hanno ottenuto i punteggi migliori, fino a raggiungere un numero massimo di studenti prestabiliti.

Il test è obbligatorio ed individuale, diverso per ciascun candidato, composto da quesiti selezionati automaticamente e casualmente in modalità informatica. Tutti i test generati hanno difficoltà equivalente. Si svolge nei Laboratori Informatici della sede centrale del Politecnico di Torino o altre sedi in Italia o all’estero debitamente individuate.

 

Ecco di seguito elencate le prossime date utili per i test di ammissione

per i corsi di laurea del Politecnico di Torino seguite dal periodo per potersi iscrivere.

 

  • Test di ammissione per i corsi di laurea triennali in Ingegneria

Bando di selezione per l’area dell’Ingegneria.

Martedì 17 e mercoledì  18 luglio 2018

nella data del 17/07 è possibile sostenere il test anche nella sede di Vèrres e nella data del 18/07 è possibile sostenere il test anche nella sede di Biella  

da lunedì 16 aprile 

alle ore 12.00 di lunedì 16 luglio 2018 
Giovedì 30  e venerdì  31 agosto 2018

nella data del 30/08 è possibile sostenere il test anche nella sede di Vèrres e nella data del 31/08 è possibile sostenere il test anche nella sede di Biella

da venerdì 18 maggio  alle ore 12.00 di martedì 28 agosto 2018 

Giovedì 13 settembre 2018 sessione di TIL- I riservata agli studenti non comunitari residenti all’estero con titolo estero da venerdì 18 maggio 

alle ore 12.00 di mercoledì 12 settembre 2018 

 

  • Test di ammissione per il corso di laurea triennale in Architettura-Architecture

Il bando di selezione per l’ammissione al corso di laurea in  Architettura-Architecture sarà pubblicato a successivamente alla pubblicazione  dello specifico decreto ministeriale da parte del MIUR.

Giovedì 6 settembre 2018 (in aggiornamento)

 

 

  • Test di ammissione per il corso di laurea triennale in Design e comunicazione visiva

Bando di selezione per Design e comunicazione visiva.

Martedì 17 e mercoledì 18 luglio 2018
da lunedì 16 aprile alle ore 12:00 di lunedì 16 luglio 2018
Giovedì 30 e venerdì 31 agosto 2018
da venerdì 18 maggio alle ore 12:00 di martedì 28 agosto 2018

 

 

  • Test di ammissione per il corso di laurea triennale in Pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistico ambientale.

Bando di selezione per Pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistico ambientale. 

Martedì 17 e mercoledì 18 luglio 2018
da lunedì 16 aprile alle ore 12:00 di lunedì 16 luglio 2018 
Giovedì 30 e venerdì 31 agosto 2018
da venerdì 18 maggio alle ore 12:00 di martedì 28 agosto 2018

 

 

Sono disponibili online le prove di ammissione degli anni passati.

Per conoscere le conoscenze richiestele soglie di punteggio minimo per l’accesso e/o le modalità di iscrizione ai test di ammissione consultare l’apposita sezione del sito di Ateneo.


Se stai terminando la scuola superiore e hai ancora qualche dubbio su quale corso di laurea iniziare il prossimo anno, StudyinTorino ti invita a consultare l’offerta formativa 2018/2019 e la pagina dedicata all’orientamento in entrata del Politecnico di Torino.

Pronta a partire l’undicesima edizione del Master di II livello del Politecnico di Torino in “Tunnelling and Tunnel Boring Machines”, corso di specializzazione del Politecnico di Torino che risponde alla crescente domanda di professionalità specifiche nel settore degli scavi. Il percorso formativo, promosso dall’International Tunneling and Underground Space Association e dalla Società Italiana Gallerie, integra lezioni accademiche e contributi di esperti dell’edilizia, produttori di macchine e aziende di progettazione, al fine di fornire le conoscenze multidisciplinari necessarie ai futuri professionisti dello scavo. Gli studenti del Master, infatti, svilupperanno una professionalità specifica, preziosa per le ditte di progettazione e per le società di costruzione coinvolte nel tunnelling.

Alto e variegato il profilo internazionale del Master che ha attratto studenti di diverse nazionalità: oltre che dall’Italia, anche dalla Colombia, dalla Corea del Sud, dalla Grecia, dall’ India e dalla Moldavia. Anche nella composizione del corpo docenti, il percorso formativo si avvale di esperti provenienti da diversi paesi: dall’Austria a Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svizzera, Turchia e USA. Tutte le lezioni si svolgono in lingua inglese ed è possibile confrontarsi fin da subito con concreti casi di realizzazioni di gallerie, grazie alla collaborazione con le aziende.

La nuova edizione del Master verrà presentata lunedì 22 gennaio 2018, h. 10.00 presso l’Aula Magna “G. Agnelli”, Politecnico di Torino, C.so Duca degli Abruzzi, 24.

 

 

 

«Offriamo i nostri cantieri come laboratori di attività formative e palestre di esperienza sul campo per ingegneri e architetti che guardano al mondo. La nostra ambizione è però anche che quest’opera possa generare valore aggiunto per il territori al di qua e al di là delle Alpi».

*Mario Virano, direttore generale di TELT.

La sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione diventano oggetto di una partnership tecnico-scientifica tra Politecnico di Torino e TELT (Tunnel Euralpin Lyon-Turin). L’accordo prevede l’avvio di progetti di ricerca, consulenze tecniche, master, dottorati e tesi di laurea in tutti i campi di attività relativi alla realizzazione dell’opera.

L’intesa è stata sottoscritta venerdì 15 dicembre dal rettore del Politecnico, Marco Gilli, e dal direttore generale di TELT, Mario Virano. Sono intervenuti il referente del progetto, il vice rettore Bernardino Chiaia, il direttore del Master in Tunnelling e Tunnel Boring Machine, Daniele Peila e il direttore ingegneria di TELT, Lorenzo Brino.

L’obiettivo è quello sfruttare le opportunità di studio e innovazione di una delle più grandi opere che si stanno realizzando in Europa. Il tunnel di base del Moncenisio, ultima in ordine di tempo, è in grado di capitalizzare tutte le buone pratiche dell’esperienza internazionale e può essere, dunque, un formidabile laboratorio formativo e applicativo per tutti i settori dell’ingegneria: strutturale, geotecnica, ambientale, energetica, di cantiere, urbanistica e gestionale.

Oltre a collaborazioni su specifici progetti di ricerca, alla creazione di bandi e programmi, sono già state avviate le prime visite ai cantieri. Per i 12 studenti del Master in Tunnelling and Tunnel Boring Machine, (provenienti  da Colombia, Corea del Sud, Grecia, India, Italia, Malesia e Romania),  è infatti prevista una lezione sul campo al cantiere francese della Torino-Lione.  In quella giornata il cantiere diventerà anche il set per la registrazione di una video-lezione che resterà nel patrimonio di conoscenze del Politecnico e potrà essere riproposta in altri corsi.