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Contest fotografico: vuoi vincere un buono da 150 euro?

In occasione di #SharperTorino, l’Università degli Studi di Torino e il Centro Interdipartimentale per lo Studio delle Biotecnologie Molecolari, lanciano il concorso fotografico “La scienza attraverso il mio obiettivo”.
Ti basta scattare una foto e inviarla al link che trovi qui.
La partecipazione al concorso è aperta a tutti i fotografi non professionisti che abbiano compiuto almeno 18 anni di età.

Divario di genere in matematica in Piemonte
In Piemonte, come in tutta Italia, pare che esita un forte gap di genere nelle materie matematiche, come mai questo accade? Come si può intervenire nella didattica per ridurre questa differenza?
📌 Vi diamo l’appuntamento il 29 ottobre, ore 17:30, per la presentazione online dei risultati finali del progetto “Affrontare il divario di genere in matematica in Piemonte” finanziato da Fondazione Compagnia di San Paolo, Università di Torino e Fondazione Collegio Carlo Alberto e diretto da Maria Laura Di Tommaso, professoressa ordinaria del Dipartimento di Economia e Statistica Cognetti de Martiis dell’Università di Torino.
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Dal 26 ottobre, parte la linea 76N per studentesse e studenti: collegherà la fermata della metro Paradiso all’ingresso dei dipartimenti di Agraria e Veterinaria.Il bus sarà attivo solo nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, dalle 7,30 alle 10,30 e dalle 17 alle 19,30 con intervalli di transito di 15 minuti e sarà dedicato in particolare agli studenti e alle studentesse che devono raggiungere l’Università della metropolitana ma sarà utilizzabile da tutti i cittadini e le cittadine.
Cultura e turismo nell’era digitale: parte la sfida delle studentesse e degli studenti di UniTo e Polito
Per “Cultura e Turismo nell’era digitale” lanciata dal Contamination Lab di Torino, in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, i 30 studenti e studentesse partecipanti, cercheranno di riflettere rispetto a domande molto attuali. “Come il digitale cambierà i meccanismi di valorizzazione delle identità e dei patrimoni artistici? Come cambierà il modo di fruire delle opere d’arte e della loro storia? Quali sono i cambiamenti degli attori del settore?”.
Lo scopo è di arrivare a conclusioni interessanti che coniughino la cultura con la tecnologia, ormai due cambi interconnessi che sanno dialogare e carpire l’uno i punti forti dell’altro. Studenti e studentesse progetteranno soluzioni per innovare la fruizione dell’arte e del restauro per valorizzare i beni culturali della nostra città. Partiranno dalla comprensione dei fattori relativi ad uno specifico ecosistema, avendo sempre a mente questa “nuova normalità” che stiamo vivendo e che si riflette anche nella fruizione dei beni culturali.
L’obiettivo è dunque quello sviluppare idee per rispondere alla digitalizzazione della cultura e i suoi effetti.

Venerdì 23 ottobre2020, dalle 9 alle 18.30, presso Palazzo Badini (via Verdi, 10) e in diretta streaming su Unito media (www.unito.it/media), si svolge il workshop “Promuovere felicità e benessere: contesti e strumenti”, organizzato dal Dipartimento di Psicologia e dal Movimento Mezzopieno, rivolto a studenti e studentesse di Unito e alla cittadinanza.

 

Il workshop intende affrontare il tema del benessere e della felicità partendo da una concezione scientifica dei costrutti e presentando i risultati che le scienze, in particolare psicologichehanno prodotto su questo tema.

Il workshop è rivolto a 60 studenti/studentesse afferenti ai corsi di laurea triennali e magistrali di Unito (Dipartimenti di Psicologia e di CPS, Economia e Statistica, Neuroscienze, Studi Umanistici, Scienze Mediche, Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche).
I partecipanti devono registrarsi online (iscrizione obbligatoria) scegliendo se seguire in modalità “in presenza”, oppure “da remoto“, gli interventi in plenaria della mattinata vengono trasmessi in diretta streaming su Unito media (www.unito.it/media) e sono dunque aperti anche alla cittadinanza.

✨ È uscita la nuova guida del CIRSDe alla prospettiva di genere nei programmi dell’Università degli Studi di Torino. È uno strumento interessante e necessario che ogni studente e studentessa dell’ Università degli Studi di Torino può consultare per avvicinarsi e approfondire lo studio delle tematiche di genere. Offre indicazioni rispetto ai corsi attivi all’interno dei Dipartimenti di Torino che hanno adottato una prospettiva di genere.
🏳️‍🌈 Le cattedre di Gender Studies nelle università italiane sono pochissime, vi rimandiamo quindi al sito del CIRSDe per saperne di più rispetto a dottorati, master o corsi di perfezionamento in quest’ambito. Negli ultimi anni in Italia è nata l’esigenza di affrontare anche le questioni legate alla comunità LGBTQ+, oltre che a quelle che riguardato le differenze tra uomo e donna. Noi ci auguriamo che la guida del prossimo anno possa essere ancora più nutrita e piena di corsi che facciano riferimento ai Gender Studies, rendendo così il mondo accademico torinese più inclusivo.
Qui trovate l’elenco dei dei corsi che hanno adottato una prospettiva di genere.

 

Terra di tesori artistici e molteplici contraddizioni, si può ancora studiare arte e farne un lavoro?

 

Siamo fieri del nostro patrimonio, della cultura millenaria che difendiamo a spada tratta e di quell’arte prodotta dai più grandi artisti che il nostro paese potesse partorire, ma in Italia con l’arte non si può vivere. Perché è così difficile farlo in un paese che può vantare ben 55 siti riconosciti come patrimonio mondiale UNESCO? Uno degli ultimi è un orgoglio piemontese: Ivrea, la sede dell’Olivetti e città industriale del XX secolo. 

Ma nel primo paese al mondo per presenza di siti di interesse mondiale, com’è possibile che i professionisti e le professioniste dell’arte non abbiano diritti? Una laurea conseguita all’interno di un’accademia di belle arti è solo equipollente ad una regolarmente riconosciuta e conseguita all’università. Benvenuti nel mondo delle AFAMAlta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, istituite solo nel 1999, dove i laboratori sono inagibili e i fondi non arrivano mai. La maggior parte del corpo docente non ha il posto fisso, infatti di anno in anno la loro cattedra è vacante: i contratti sono i famigerati co.co.co, che spesso dati i ritardi e i continui rinvii del MIUR, non possono permettere una certa stabilità negli insegnamenti, questo si riversa inesorabilmente su studenti e studentesse che spesso sono costretti a cambiare docente ad anno scolastico già avviato. Da un lato ci sono i lavoratori precari delle AFAM che non hanno né congedi parentali né giorni di malattia, dall’altro studentesse e studenti di tutta Italia che sono ancora ben lontani dall’essere considerati universitari e dall’avere gli stessi diritti.

 

 

Dal sito del Ministero dell’Istruzione, che non sta sicuramente vivendo mesi semplici, leggiamo che “Il Ministero contribuisce annualmente al sostegno finanziario delle Istituzioni AFAM, attraverso diverse linee di finanziamento”, poi si fa riferimento ai vari contributi per migliorare la didattica, fondi per supplenze e attrezzature. Ma gli studenti e le studentesse stanno ancora attendendo una risposta dal Ministero che, ancora una volta, ritarda nell’approvazione dei nuovi piani di studio: l’anno accademico è alle porte e l’incertezza è tanta. Con il decreto ministeriale del 14 luglio 2020 emanato dal Ministro dell’Università e della Ricerca, sono stati delineati i criteri di ripartizione del “Fondo per le esigenze emergenziali del sistema dell’Università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca”, che ha destinato 9 milioni di euro per le AFAM pubbliche e 1 milione per quelle private. 

Le accademie di belle arti e i conservatori erano istituti superiori alla pari delle università di Architettura, ma il regime fascista le fece diventare istituzioni scolastiche, iniziò così un lungo periodo di declassamento. Solo alla fine degli anni Novanta venne concessa l’equipollenza con le università e la supervisione del Ministero dell’Università e della Ricerca, una storia difficile già in partenza. Anche il riconoscimento in ambito universitario dei crediti accademici ottenuti, i cosiddetti CFA, è un procedimento complesso, spesso per le università questi non valgono.

Si pensa spesso che l’arte non possa che essere un passatempo, un hobby, ma per moltissimi professionisti è un lavoro che deve essere riconosciuto alla pari di qualsiasi altra professione. Non sappiamo valorizzare le nostre bellezze, non siamo in grado di gestire i fondi dedicati all’arte e alla cultura, forse perché sono ambiti permeati dal pregiudizio che possano essere economicamente poco fruttuosi, ma non è così; l’arte sta virando verso una digitalizzazione impressionante. Le Art Industries esistono e rendono milioni di euro: realtà aumentata, apparecchiature tecnologiche per un experience museale in sicurezza, tecnologie 3D. I modelli espressivi si stanno adeguando ad ogni situazione, ma sembra che il mercato dell’arte debba rimanere ancora prerogativa di pochi eletti. 

 

 

Bisognerebbe partire dal riconoscimento dei diritti fondamentali per studenti, studentesse e corpo docente, poi si imparerà a valorizzare e curare il patrimonio artistico del nostro Paese, esso ha bisogno laureati e laureate nelle venti accademie italiane che sappiano curare quello che per anni è stato lasciato in balia del degrado. Uno stato che dedica solo il 4,1% del proprio PIL all’istruzione, non potrà mai reputare l’istruzione un campo essenziale per la crescita e la formazione di menti artistiche in grado di migliorare l’Italia.

L’arte in Italia non è una priorità.

Fonte: The Vision

 

Ylenia Covalea

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Parte la seconda edizione del progetto European Food System Education and Training, nell’ambito dell’iniziativa EIT Food, dedicata agli studenti delle lauree magistrali e dei corsi di dottorato dell’Università di Torino. Un percorso annuale molto stimolante, interdisciplinare ed internazionale, basato su aspetti di systems thinking applicati al settore agroalimentare.
Se sei interessato a metterti in gioco ed uscire dalla tua “confort zone”, EFSET ti darà l’opportunità di migliorare le tue meta-skills, affrontando problematiche correnti del sistema agroalimentare.
Avrai la possibilità di interfacciarti con studenti delle Università di Hohenheim (D), Università di Reading (UK) e l’università Autonoma di Madrid (ES) ed insieme intraprendere attività online, momenti di confronti durante un away weekend ed una summer school.
Maggiori informazioni sul flyer allegato.
Evento di lancio il 30 ottobre 2020 tramite piattaforma Webex.

Mancano pochi giorni alla quattordicesima edizione di Portici di Carta che quest’anno è dedicata a Luis Sepúlveda: i portici di via Roma, piazza San Carlo e piazza C.L.N. ospiteranno 65 librerie e 65 case editrici piemontesi: è la libreria en plein air più lunga del mondo. Vi aspetta una passeggiata in centro tra la letteratura: dal 17 al 18 ottobre 2020.
📚 Luis Sepúlveda si è spento ad aprile, ma le sue storie continueranno a vivere per sempre. Un autore dall’immensa immaginazione che ha saputo regalarci romanzi e libri di viaggio, il più conosciuto e apprezzato è sicuramente “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, una storia che ha insegnato a migliaia di bambini e bambine il valore della condivisione; il “farcela insieme”; la solidarietà e l’amore per il “diverso”.
🐣 La piccola gabbianella nasce sul balcone di Zorba, un gatto nero che viene scambiato per sua madre. Qualcuno deve insegnarle a volare, ma chi può farlo? La gabbianella si fa coraggio e grazie ai suoi amici riesce finalmente a volare. Una storia di rivalsa che ha segnato la nostra infanzia.

 

Il Politecnico si muove verso la conoscenza e l’analisi dei cambiamenti climatici che stanno affliggendo il nostro pianeta inaugurano il MovingLab.

 

MovingLab è il nuovo laboratorio mobile allestito nell’ambito del progetto cambiamenti_climatici@polito del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI). Il laboratorio ha già girato l’Italia percorrendo oltre 3.000 km, dal Gran Sasso alla Puglia. È attrezzato con pannelli fotovoltaici per garantire una sufficiente autonomia nelle attività di analisi dei dati raccolti anche durante lunghe trasferte in ambienti remoti.

 

Perché è importate agire concretamente e occuparsi dei cambiamenti climatici, oggi più che mai?

 

È necessario limitare il riscaldamento globale a quota 1,5°C azzerando così le emissioni di CO2. Entro il 2050 le emissioni di gas serra, di natura antropica e naturale, dovranno essere ridotte della metà rispetto al 1990, per arrivare alla “neutralità carbonica” intorno alla fine del 2000. L’Unione Europea ha perciò adottato normative volte ad incentivare l’uso di energie rinnovabili come quella eolica, solare, idroelettrica e da biomassa.

 

 

Qual è lo scenario che si andrà man mano a creare se i livelli di emissioni non diminuiranno? 

 

Il livello del mare si innalzerà, le ondate di calore saranno sempre più frequenti, così come le delle alluvioni e l’aumento di tempeste e uragani, anche in quelle parti del mondo che prima non erano soggette a questi cataclismi.

Il riscaldamento globale va fermato, altrimenti avrà effetti catastrofici. L’impatto sarà devastante su milioni di persone e specie animali, in ogni area del mondo. Ogni singolo comportamento è importante, ognun* di noi può e deve agire in modo consapevole. Basti pensare all’inquinamento prodotto dagli allevamenti intensivi di bovini volti a nutrire l’essere umano: ogni animale rilascia nell’atmosfera gas serra equivalenti a due tonnellate di CO2 l’anno; è la principale causa del riscaldamento globale, i bovini al mondo sono più di un miliardo. 

Bisogna agire concretamente perché di pianeta ne abbiamo uno solo e occorre salvaguardarlo finché ci è ancora concesso. 

Ylenia Covalea

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