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Il consorzio guidato dal Royal Schiphol Group, società di gestione dell’aeroporto di Amsterdam e Rotterdam, si compone di 29 soggetti, tra cui aeroporti, compagnie aeree, Università e istituti di ricerca e formazione, e partner industriali, e ha ottenuto un finanziamento massimo da parte dell’Unione Europea pari a 25 milioni di euro.

 

Il progetto risponde perfettamente agli obiettivi posti dal Green Deal europeo, ed è finalizzato allo sviluppo di innovazioni che facilitino la transizione verso una mobilità a basse emissioni, migliorando la sostenibilità complessiva degli aeroporti e introducendo carburanti sostenibili e il sequestro di carbonio organico nel settore aeronautico.

 

Il progetto TULIPS, che prenderà il via a gennaio 2022 e durerà sino a dicembre 2025, mira ad accelerare l’introduzione di tecnologie sostenibili nel settore aeronautico, contribuendo all’azzeramento delle emissioni e dei rifiuti negli aeroporti entro il 2030 e ad un’aviazione climaticamente neutra entro il 2050.

 

Grazie alla collaborazione di ricerca con il Politecnico di Torino, lo scalo torinese compie un ulteriore passo nell’ambito del progetto Torino Green Airport volto alla sostenibilità e si impegna ulteriormente al raggiungimento degli obiettivi di azzeramento delle emissioni assunti con l’adesione al programma NetZero 2050.

Grazie a TULIPS il Politecnico di Torino potrà ulteriormente sviluppare le proprie ricerche e trasferire i risultati al settore aeronautico, dove sia l’Unione Europea che ICAO (International Civil Aviation Organization) hanno introdotto obiettivi estremamente ambiziosi di riduzione delle emissioni serra.

 

Accelerare la sostenibilità

Torino Airport implementerà, con il coordinamento tecnico-scientifico del Politecnico di Torino, alcune delle soluzioni elaborate nell’ambito del consorzio, mentre tutte le innovazioni volte ad aumentare la sostenibilità saranno testate presso l’hub capofila del consorzio di Amsterdam Schiphol (Lighthouse Airport del progetto).

 

In collaborazione con il Politecnico di Torino saranno testati presso l’Aeroporto di Torino sistemi per la creazione di smart hub energetici aeroportuali ed il carbon offsetting. In particolare, sarà realizzato un progetto pilota propedeutico all’avvio di una smart grid aeroportuale, per autoprodurre in maniera efficiente e sostenibile l’energia necessaria al funzionamento dell’infrastruttura. Tale progetto prevede il ricorso a un sistema combinato e flessibile, alimentato da fonti energetiche diverse come metano, biogas, idrogeno, fotovoltaico, oltre a sistemi di energy storage.

 

Il Politecnico di Torino, in collaborazione con l’Aeroporto, oltre allo studio di soluzioni Green quali l’introduzione dell’idrogeno negli aeroporti e il sequestro di carbonio nel settore aviation attraverso l’uso del biochar (un materiale carbonioso estremamente versatile), coordinerà i partner europei nello sviluppo di una proposta europea per la costituzione della EU Clearinghouse per supportare le certificazioni dei nuovi combustibili sostenibili per l’aviazione.

 

Altri progetti guidati dai partner internazionali riguarderanno i nuovi orizzonti dell’intermodalità, gli impianti per la ricarica degli aeromobili e dei mezzi aeroportuali con elettricità o idrogeno. Per alcuni dei sistemi che saranno sviluppati sono previsti test presso l’Aeroporto di Torino.  

Progetto "Fuori Corso"

L’iniziativa, pensata dal alcuni docenti dell’Università degli Studi di Torino mira a contrastare la dispersione universitaria attraverso il “recupero” degli studenti fuori corso, così che possano “rimettersi in carreggiata” e concludere la propria carriera accademica.

Mail, telefonate e raccomandate con ricevuta di ritorno: queste le modalità, del tutto inedite, con cui l’Ateteo torinese, partendo dal Dipartimento di Giurisprudenza, ha tentato di contattare oltre un migliaio di studenti fuori corso. Di questi, circa la metà sono stati rintracciati e invitati ad un colloquio individuale in cui sono stati presentati strumenti e servizi a loro dedicati.

E i risultati non hanno tardato ad arrivare: almeno 146 ragazzi hanno ripreso a frequentare le lezioni e un terzo di questi ha sostenuto esami con successo.

In particolare, per l’a.a. 2017-2018, il Dipartimento di Giurisprudenza ha predisposto soluzioni utili per venire incontro agli studenti fuori corso che abbiano necessità di sostenere gli ultimi esami al fine di conseguire il titolo finale in breve tempo:

  • Insegnamenti a distanza (online): una modalità di insegnamento che consente di fruire di una didattica interattiva e personalizzata, che viene incontro agli studenti lavoratori che non possono frequentare le lezioni in aula.
  • Tutor didattico: gli studenti fuori corso possono richiedere il supporto di un tutor didattico; in ragione del numero di studenti aderenti al progetto, UniTo valuterà la possibilità di rendere disponibili tutor dedicati incaricati della somministrazione di materiali didattici creati ad hoc (slide, dispense, registrazioni audio-video, faq, wiki, forum) e dell’erogazione di esercitazioni settimanali di autovalutazione.
  • Percorsi personalizzati: qualora gli esami ancora da sostenere non fossero indicati nell’elenco dell’offerta formativa 2017-2018, è prevista la possibilità di concordare percorsi personalizzati, anche tramite l’eventuale riconoscimento di equipollenze.

 

Shape Energy

Nell’agenda energetica si tende a far prevalere i risultati sul fronte tecnologico a discapito delle considerazioni su importanti aspetti umani e sociali. Il progetto europeo SHAPE ENERGY tenta di modificare quest’atteggiamento promuovendo una maggiore integrazione delle scienze sociali e umanistiche nei progetti riguardanti energia e trasporti finanziati da Horizon 2020 e non solo.

Nel mese di febbraio 2018 il Politecnico di Torino ha organizzato due workshop rivolti ai coordinatori impegnati nell’innovazione attraverso progetti comunitari. I partecipanti ai due eventi hanno riconosciuto il valore aggiunto apportato dall’integrazione delle scienze sociali e delle discipline umanistiche nei progetti finanziati dall’UE riguardanti il settore dell’energia.

Attraverso una serie di metodiche innovative per lo svolgimento di questi workshop denominati “sandpit”, tra cui storytelling e live-drawing, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di formulare idee concrete per aumentare gli impatti sulla società, discutere di metodi innovativi per la collaborazione interdisciplinare e trasversale nell’ambito di progetti riguardanti il settore dell’energia e dei trasporti, condividere le migliori prassi con un gruppo di esperti multidisciplinari provenienti da tutta Europa in un contesto stimolante in cui proporre idee per progetti futuri su temi energetici.

“È necessario guardare alle politiche energetiche dal punto di vista finanziario senza dimenticare il loro aspetto sociale, ambientale, tecnico, decisionale e a livello di pianificazione. Per farlo, è importante instaurare un dialogo tra ricercatori STEM e ricercatori SSH” ha dichiarato il responsabile del progetto per il Politecnico di Torino, Professoressa Patrizia Lombardi

Tra le questioni chiave che dovrebbero assolutamente essere integrate nei bandi Horizon 2020, emergono il dilemma tra risultati qualitativi e quantitativi, le differenze linguistiche che scaturiscono dai progetti interdisciplinari, l’efficienza energetica e il coinvolgimento degli utenti. In particolare quest’ultimo aspetto mette in luce quanto sia importante rivolgersi a un pubblico più vasto in modo da garantire che l’impatto sociale dei progetti nel campo energetico sia perfettamente chiaro.

I partecipanti hanno anche posto l’accento sull’importanza dell’accettazione sociale, dell’esperienza dell’utente e delle ricerche di mercato quali elementi critici per la riuscita dei progetti. La loro integrazione sin dalle fasi iniziali dei progetti aggiunge sì un ulteriore livello di complessità, ma permette anche di aumentarne l’efficacia

“Dobbiamo essere molto aperti ai diversi modelli di efficacia per dimostrare l’impatto che le scienze socio-economiche e le discipline umanistiche hanno sulle società” ha commentato il relatore del keynote speech Andrea Bonaccorsi, Università di Pisa, Senior Research Fellow presso la FBK-IRVAPP di Trento.

Ai due sandpit hanno partecipato più di 100 rappresentanti di istituzioni di 15 Paesi: Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Slovacchia, Spagna, Ungheria.

I partecipanti rappresentavano un’ampia e variegata gamma di progetti finanziati da Horizon 2020 e dal 7° PQ: Ambition; BestRES; Bio-HyPP; BIOROBURplus; BRISK2; CEMCAP; CONSEED; E2District; EMPOWERING; enCOMPASS; ENERGISE; ENLARGE; EnPC-INTRANS; ENTRUST; ESA 2.0; FLEXMETER; GEMex; interGRIDy; IRON; ISABEL; LIMPET; MAGIC-NEXUS; Mobility4EU; MOBISTYLE; NATCONSUMERS; PEMs4Nano; PVSITES; RenGen; ShaleXenvironmenT; SHAPE ENERGY; SHAR-Q; START2ACT; STOREandGO; SWInG; THOMSON; UPGRADE; ZERO-PLUS.

Dalla collaborazione tra il Museo Nazionale del Cinema e l’Università degli Studi di Torino nasce un progetto per accogliere e rafforzare il rinnovato interesse del pubblico giovanile universitario verso la fruizione del cinema in sala e la promozione della cultura cinematografica.

Obiettivo dell’iniziativa è riattivare gli ideali del CUC, Centro Universitario Cinematografico, attivo nell’Ateneo torinese tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta: gli studenti proponevano una rassegna che il Museo Nazionale del Cinema e l’Università di Torino, con la collaborazione del gruppo “MYLF”, s’impegnavano a sostenere offrendo loro la possibilità di vederla realizzata presso il Cinema Massimo.

Il bando si è concluso il 30 settembre e, dopo aver esaminato le proposte, si è giunti a due primi premi ex aequo: uno al gruppo di studenti DAMS proponente il progetto “Movie Club 2.0. Ieri, oggi, domani … al cinema” e uno al gruppo misto di studenti di altre facoltà proponente il progetto “DiVisione in Visione”.

Le due rassegne saranno presentate presso la Sala 3 del Cinema Massimo nel corso del 2017.