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La Scuola Nazionale di Cinema organizza diversi corsi triennali di alta formazione.
I corsi sono ad accesso programmato e con frequenza obbligatoria, sono destinati agli allievi e alle allieve selezionati/e dal  Bando per talento e motivazione, provenienti da tutta Italia e dall’estero.

Alla fine del triennio e al conseguimento degli obiettivi di fine corso, la Scuola rilascia lo storico diploma del CSC, che ha inoltre validità equipollente alla laurea triennale (L03 DAMS) ai sensi del DM n. 378 del 24 aprile 2019.

La sede torinese della Scuola Nazionale di Cinema eroga il corso di laurea in cinema d’Animazione.

L’insegnamento mira allo sviluppo del talento creativo di ogni allievo e un forte accento è posto sull’animazione come mezzo di espressione, comunicazione, sperimentazione,  al di là della sua definizione di “genere”.

Il primo anno è incentrato sullo sviluppo delle capacità di concezione e realizzazione dell’immagine in movimento,  sulle basi del linguaggio filmico e dello storytelling, sulla comprensione dei fondamenti espressivi dell’animazione attraverso la pratica di tecniche 2d. Nel secondo anno gli allievi approfondiscono competenze per lo storyboard e la regia,  per la progettazione di personaggi e ambienti e sviluppano capacità per realizzare e  gestire il processo dell’animazione con strumenti, tecniche e metodi professionali. Il terzo anno è dedicato ai progetti di diploma e all’orientamento verso il mondo del lavoro. Viene prodotta una serie di cortometraggi, su soggetti degli allievi, dove la Scuola incoraggia fortemente la varietà di idee, di temi e di stili.

Dad come strumento didattico: le richieste dell’organizzazione studentesca UNIDAD di Torino

In questi mesi il dibattito sulla didattica a distanza ha generato una serie di opinioni, favorevoli e non, ma è innegabile: questa nuova frontiera dell’educazione ha permesso a studentesse e studenti lavoratori di seguire le lezioni universitarie online, agevolandone il processo di apprendimento. Abbiamo spesso sviscerato, sul blog e sui nostri social, i problemi che questo metodo emergenziale di “fare scuola” ha evidenziato; uno tra molti è sicuramente il divario economico che affligge famiglie, studentesse e studenti. In questo senso la situazione non risulta essere per nulla inclusiva.

Aule universitarie piene fino all’orlo, posti esauriti e l’impossibilità di favorire un dialogo aperto tra alunni e docenti: spesso è questo lo scenario che ci si presenta davanti. Un progetto concepito in senso al DAMS di Torino ha dato luogo ad un dibattito sulla possibilità che la Dad sia mantenuta, proprio a favore di studenti e studentesse. “La Dad come strumento alla base delle università”: è questa la proposta fatta dall’organizzazione studentesca di Torino UNIDAD, il loro gruppo Facebook conta più di 7.000 iscrizioni. Una pluralità di esigenze che chiedono a gran voce che la didattica a distanza entri a far parte degli strumenti formativi in modo continuativo.

Università a dipartimenti si sono dovuti adeguare in fretta e furia alla Dad, non sarebbe quindi possibile concepire un programma organico ed organizzato che permetta di rendere la didattica online uno strumento utile all’apprendimento?

Non solo lavoratrici e lavoratori, ma anche pendorali, studentesse e studenti fuori sede: la Dad non li esporrebbe ai rischi degli affollati mezzi di trasporto verso le università. Questa proposta eviterebbe il gravoso problema degli affitti nelle città universitarie; sappiamo quanto possa essere costosa la vita di che è fuorisede. Senza contare che, se gli Atenei non valutassero di integrare questo metodo alternativo, si perderebbe uno strumento favorevole alla didattica: è possibile inserirlo in maniera stabile e non emergenzialie? Un programma step by step concordato ed organizzato permetterebbe a studentesse e studenti di seguire meglio le lezioni. Così da rendere l’università un luogo più inclusivo e aperto, senza marginalizzare le lezioni in presenza.

 

Ylenia Covalea

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Lovers, Visioni LGBTQI con DAMS, IAAD e Vittoria

Comincia oggi Lovers, il festival torinese di cinema LGBTQI. L’edizione di quest’anno è dedicata a Marielle Franco, consigliera comunale di Rio de Jainero e attivista, uccisa lo scorso 15 marzo. Un omaggio, questo, che evoca e richiama il claim Oh Rights! della manifestazione. Amore e diritti, amori e diritto: aspetti che insieme si legano in una società che aspira ad essere totalmente inclusiva, aperta a tutte le voci: non solo le più autorevoli e anziane, ma anche le più giovani. Lovers rinnova per questo le sue partnership con l’Università di Torino e gli altri istituti del territorio, come Vittoria, Scuola Superiore per Mediatori Linguistici, e IAAD, Istituto d’Arte Applicata e Design.

Gli studenti del DAMS, coordinati da Massimiliano Quirico, diventeranno, a tutti gli effetti, una vera giuria internazionale. La sezione Future Lovers premierà il vincitore con il trofeo Fotogrammi Sovversivi. La partnership con il DAMS continuerà con Serial Lovers (a cura di Elisa Cuter), un workshop dedicato alla storia della serialità televisiva. Con meno restrizioni e differenti usi della narrazione, il piccolo schermo da tempo rivaleggia con il cinema nel rappresentare l’identità della comunità LGBTQI. Dalle origini (QueerasFolks, Will & Grace), alle nuove produzioni e alle nuove tematiche queer (Sense8, Transparent), fino all’autoproduzione sul web (G&T, Re(l)azioni a catena) in compagnia di critici, studiosi e registi.

Anche lo IAAD ha dato un importante contributo al festival! Si tratta dell’immagine guida, realizzata dagli studenti del 2° anno del Dipartimento di Communication Design guidati da Giorgio Calandri, docente di Art Direction. Traduzioni e sottotitoli saranno invece affidati ad un’altra eccellenza cittadina, il Vittoria, che permetterà ai suoi studenti di poter collaborare al dietro le quinte della grande macchina Lovers.

Consulta qui il programma del festival.

Buona Visione!

 

 

 

 

 

Hangar Lab - le professioni del futuro
Quali sono le figure professionali richieste oggi dall’impresa culturale e quali competenze devono avere? Nuove specializzazioni legate al mondo della musica, del cinema, del teatro e delle performing art in generale, che rappresentano una opportunità per coloro che desiderano lavorare nel settore, ma oggi ancora poco conosciute da chi intraprende un percorso di studi.
Hangar Lab – laboratorio promosso dall’Assessorato alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte e dalla Fondazione Piemonte dal Vivo in collaborazione con il DAMS dell’Università di Torino- organizza un ciclo di dieci appuntamenti gratuiti. Ad ogni incontro un diverso protagonista, un diverso esponente delle professioni culturali condividerà la propria esperienza e il proprio percorso.
L’impresa culturale, o meglio la (quasi) Impresa, riprendendo il titolo del nuovo testo curato da Hangar, conta oggi 1,5 milioni di occupati e un giro d’affari di quasi 90 miliardi di euro (il 6% del PIL nazionale dati Symbola-Unioncamere 2017). Numeri, questi, che possono continuare a crescere e offrire ulteriori sbocchi lavorativi in particolare per i giovani: principali innovatori del sistema culturale.
Gli incontri si svolgeranno presso il Laboratorio Multimediale “Guido Quazza” di Palazzo Nuovo, in via Sant’Ottavio. I primi tre appuntamenti sono in programma a febbraio.

Mercoledì 14 febbraio (ore 11) ospite Matteo Negrin, direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo. Progettista e manager della cultura, è esperto nello sviluppo di dispositivi innovativi per il coinvolgimento di nuovi pubblici nella produzione e fruizione del prodotto culturale.

Mercoledì 21 febbraio (ore 11) ospite Gianluca Gozzi, ideatore e direttore artistico del festival TODAYS della Città di Torino. Produttore di numerosi eventi e concerti indipendenti internazionali, è stato anche ideatore, fondatore e fac totum prima di sPAZIO211 e poi del club BLAH BLAH.

Mercoledì 28 febbraio (ore 11) ospite Olga Gambari, curatore indipendente e giornalista. Collabora con La Repubblica e con Flash Art. È direttore artistico del progetto artesera.it e del festival sulla produzione indipendente nesxt.org.

 

Dalla collaborazione tra il Museo Nazionale del Cinema e l’Università degli Studi di Torino nasce un progetto per accogliere e rafforzare il rinnovato interesse del pubblico giovanile universitario verso la fruizione del cinema in sala e la promozione della cultura cinematografica.

Obiettivo dell’iniziativa è riattivare gli ideali del CUC, Centro Universitario Cinematografico, attivo nell’Ateneo torinese tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta: gli studenti proponevano una rassegna che il Museo Nazionale del Cinema e l’Università di Torino, con la collaborazione del gruppo “MYLF”, s’impegnavano a sostenere offrendo loro la possibilità di vederla realizzata presso il Cinema Massimo.

Il bando si è concluso il 30 settembre e, dopo aver esaminato le proposte, si è giunti a due primi premi ex aequo: uno al gruppo di studenti DAMS proponente il progetto “Movie Club 2.0. Ieri, oggi, domani … al cinema” e uno al gruppo misto di studenti di altre facoltà proponente il progetto “DiVisione in Visione”.

Le due rassegne saranno presentate presso la Sala 3 del Cinema Massimo nel corso del 2017.