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Oggi giovedì 4 maggio 2017 presso il MAO Museo d’Arte Orientale prosegue il ciclo di appuntamenti organizzati in occasione della mostra Dall’antica alla nuova Via della Seta. Prendendo spunto dalla mostra e dalle collezioni permanenti del museo, che riflettono la storia artistica della Via della Seta, i relatori che parteciperanno alla rassegna offriranno l’occasione preziosa per riflettere sulle nuove sfide culturali poste dalla visione euroasiatica che la Nuova Via della Seta intende proporre. La collaborazione con Il MulinoToChina e Politecnico di Torino permetterà di affrontare il tema sotto punti di vista differenti, con un approccio interdisciplinare e con relatori di alto livello internazionale.

Occuparsi di Cina oggi, e non soltanto come architetti o urbanisti, significa molto spesso affrontare il processo di urbanizzazione senza precedenti attualmente in atto, per cui la percentuale di popolazione urbana è cresciuta dal 18% nel 1978 a oltre il 55% nel 2017, e dove ogni anno più di 16 milioni di residenti rurali si spostano nelle aree urbane.

La Nuova Via della Seta è il più recente tra i grandi progetti governativi che intende sostenere la centralità del Paese alla scala globale: posizione che gli spettò più volte nel passato, ad esempio dal punto di vista mercantile, e che ora viene riaffermata con decisione e attraverso un ruolo fondamentale attribuito all’urbanizzazione.

Spinti dal fiorente mercato immobiliare e dai profitti derivanti dai diritti di costruzione, diversi livelli di governo hanno definito nuove zone di sviluppo, parchi scientifici e aree industriali, all’interno di piani ambiziosi per nuovi insediamenti, nuove città o new towns propriamente dette. Queste ssono uno strumento strategico attraverso il quale i governi locali aumentano gli introiti locali, attraggono aziende e attività economiche e, più in generale, diffondono il “sogno urbano” cinese.

Un caso speciale, simbolico delle ambizioni della Nuova Via della Seta, è la città di nuova fondazione di Lanzhou, costruita direttamente dal Governo nella parte centro-nord della Cina come baricentro e snodo della nuova espansione verso Ovest. Lanzhou è stata oggetto di una visita recente da parte del Politecnico di Torino, prima università occidentale a svolgervi ricerca sul campo.

Ingresso libero alle conferenze fino esaurimento posti disponibili.

I tagliandi gratuiti verranno distribuiti a partire da mezz’ora prima dell’inizio dell’appuntamento

 

La nuova specie Galeamopus pabsti è stata descritta dai paleontologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, e della Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università Nova di Lisbona e del Museo di Lourinhã in Portogallo. Questo dinosauro Giurassico è stato ritrovato durante scavi coordinati da un gruppo di ricerca svizzero guidato da Hans-Jakob “Kirby” Siber e Ben Pabst, in Wyoming (USA) nel 1995. E’ il più recente di una serie di nuove scoperte dei due paleontologi Emanuel Tschopp (Università di Torino) Octávio Mateus (Università di Lisbona) iniziata nel 2012 con Kaatedocus siberi. Il nuovo articolo scientifico è stato pubblicato online nella rivista PeerJ ieri, martedì 2 Maggio.

Galeamopus pabsti è simile al famoso Diplodocus, ma ha gli arti più robusti e un collo particolarmente alto, e quasi triangolare verso la testa. E’ laseconda specie del genere Galeamopus, che è stato identificato come genere distinto da Diplodocus dagli stessi ricercatori nel 2015. La nuova specie è dedicata a Ben Pabst, che ha trovato lo scheletro e l’ha preparato per il montaggio nel Sauriermuseum Aathal in Svizzera, dove costituisce una delle principali attrazioni.

sauropodi diplodocidi sono tra i dinosauri più emblematici: con il loro collo e la coda così lunga, rappresentano la forma tipica di un sauropode. Specie di diplodocidi sono state ritrovate in Africa, Sudamerica e Europa, ma la diversità più alta si ha negli USA: più di 15 specie di questi giganti, tra cui anche il famoso Brontosaurus excelsus, sono esistiti in Nordamerica. I ricercatori sono ancora stupiti dall’alta diversità di questi enormi animali, e continuano i loro studi per comprendere come essa potesse essere sostenuta dell’ecosistema in cui vivevano.

 

Da oggi fino al 5 maggio, i laboratori del Politecnico di Torino ospiteranno la V edizione di ‘Bambine e Bambini un giorno all’Universita”
Duecento alunni delle scuole primarie di Torino per quattro giorni sperimenteranno la vita da universitari. Da oggi fino al 5 maggio, i laboratori del Politecnico di Torino ospiteranno la V edizione di ‘Bambine e Bambini un giorno all’Universita’‘, il percorso negli atenei cittadini che vuole far conoscere e scoprire ai più piccoli il mondo della ricerca scientifica e tecnologica. Domani gli universitari in erba saranno accolti dall’assessora Federica Patti e dal rettore Marco Gilli e potranno vedere in azione il modello di un rover che verra’ portato sulla Luna dal team Italia, fare esperimenti sulla forza magnetica, scoprire un velomobile o provare a fare gli architetti.

“Sono molto soddisfatta – sottolinea l’assessora Patti – della grande partecipazione a un’iniziativa che vuole offrire opportunita’ di crescita a supporto del percorso educativo e scolastico. L’obiettivo e’ ampliare lo sguardo attraverso metodologie interattive, in cui sperimentazione e gioco possono mettere in luce le loro attitudini e la loro creativita’ necessarie ad affrontare un mondo che richiede competenze sempre piu’ trasversali”. Trentanove le proposte messe in campo quest’anno da numerosi dipartimenti universitari, a cui hanno aderito oltre 4.300 studenti e 467 insegnanti, per un totale di 854 classi.

Giovedì 4 maggio 2017, dalle ore 9.30presso l’Aula Magna del Rettorato (Via Verdi, 8 – Torino), il CIRSDe (Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere) presenta la Settima Giornata di Donne per l’Europa dal titolo “Genere, diritto e solidarietà”,dedicata a Ursula Hirschmann, fondatrice dell’associazione “Femmes pour l’Europe”.

L’iniziativa vuole aprire la discussione incentrata sulle nuove diseguaglianze che hanno caratterizzato l’Europa negli ultimi anni richiedendo quindi un ripensamento degli strumenti più idonei al raggiungimento di quegli ideali di pace giustizia e solidarietà fondanti l’Associazione Femmes pour l’Europe.

Interverranno:

Elisabetta Barberis, Prorettrice dell’Università di Torino, Angela Calvo, Presidente del CIRSDe, Luisa Passerini dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, Elena Paciotti, Presidente della Fondazione Basso, Rada Iveković del Collège International de Philosophie di Parigi eSimona Novaretti dell’Università degli Studi di Torino.

La Lectio magistralis sarà tenuta da Hanne Petersen dell’University of Copenhagen.

Negli anni scorsi, le Giornate organizzate dal CIRSDe hanno ospitato un percorso di ricerca e discussione su vari temi, che comprendono i contributi politici, filosofici, giuridici e letterari delle donne a costruire e immaginare un’Europa diversa da quella esistente, dalla fine del secolo XIX a oggi. Ricordiamo che tra questi temi sono stati presenti quello delle profughe, delle esuli, delle migranti, e la questione delle migrazioni è stata circostanziata con i riferimenti alla dimensione mediterranea e alla visualità, in particolare a quella artistica, nonché la questione di una cittadinanza europea in prospettiva di genere. Nel corso dell’itinerario è sempre stato presente il retaggio di Ursula Hirschmann, della sua vita e della sua attività, e soprattutto del gruppo Femmes pour l’Europe, da lei creato a Bruxelles nel 1975 nella convinzione che le donne hanno un forte interesse per un’Europa unita e possono contribuire a costruire una federazione ispirata agli ideali di libertà e giustizia sociale.

AIESEC permette ai giovani dai 18 ai 30 anni di vivere un’esperienza formativa all’estero, sia nel campo del volontariato, che con degli stage in aziende start-up, oppure permettendo ai neolaureati ed ai laureandi di intraprendere uno stage retribuito in una grande azienda in ogni parte del mondo.

 

Anche questo AIESEC ha deciso di raccogliere le opportunità più interessanti per tutti i suoi lettori. Puoi scoprire come funzionano queste opportunità su aiesec.it/sblocca-il-tuo-futuro.

 

Global Talent Marketing:BD Manager per ETA Logistics — Cina

Partecipando a questo stage ti occuperai dello sviluppo di ETA logistics, nello specifico nella creazione ed il mantenimento della clientela oltreoceano dell’azienda, lavorando a stretto contatto con il servizio di logistica di ETA e sviluppando rapporti forti con i servizi di consegna “last-mile”, ovvero chi fornisce i servizi di consegna al cliente.

Lo stage dura sei mesi.

9000 CNY al mese—Dal 15 Maggio 2017 fino al 15 Novembre 2017.
Candidati qui (LINK)

 

Global Talent Business Administration Service desk analyst per TATA consultancy services — Ungheria

Ancora una volta il programma ACE di TCS si conferma come destinazione interessante per chi vuole mettersi alla prova in un ambiente giovane e dinamico. Questa volta Tata è alla ricerca di un analista che sia in grado di conversare con il cliente e di costruire insieme al reparto IT una soluzione alle sue necessità. Lo stage è svolto a Budapest e dura un anno.

190.000 HUF al mese—Dal 15 Maggio 2017 fino al 15 Maggio 2018.
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Global Entrepreneur

Specialista del riconoscimento vocale per VoiceLab — Polonia

Lavora ad un progetto ambizioso per una start up del mondo dell’automazione attraverso il riconoscimento vocale. In questo stage non retribuito in Polonia. Dovrai cordinare delle campagne di crowd-sourcing per raccogliere dati vocali via internet e in più lavorerai sui dati raccolti. Lo stage è svolto a Gdańsk.

Non retribuito — Da inizio Maggio a metà Luglio
Candidati qui (LINK)

 

Global Talent Teaching

Insegnante di inglese — Russia

Il progetto Teach for Change è di portata nazionale e si svolge in diverse città russe. L’opportunità che vi presentiamo si trova a Salavat. Consiste nell’insegnamento della lingua inglese a bambini nella fascia d’eta tra i 7 e i 12 anni. Lo scopo è quello di sviluppare il sistema educativo con l’imput di stagisti internazionali da una parte e dall’altra di sviluppare la leadership negli stagisti per formare la prossima generazione di insegnanti nel mondo.

20.000 RUB al mese—Dal 31 Maggio 2017 al 1 Dicembre 2017
Candidati qui (LINK)

 

 

visita il sito: aiesec.it

Come appreso dalla redazione di torinoggi.it vi è stato un incontro presso l’assessorato regionale alla Sanità il Comitato strategico amianto con lo scopo di avviare un progetto di respiro nazionale e europeo, che funga da modello per lo studio del mesotelioma, attraverso investimenti sulla ricerca pre-clinica che permettano di conoscere le cause della malattia e individuare nuovi farmaci e nuove terapie. Presenti all’incontro l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, l’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia, il direttore dell’azienda ospedaliera di Alessandria Giovanna Baraldi, il direttore dell’Asl di Alessandria Gilberto Gentili, il responsabile del Centro sanitario amianto del Piemonte Massimo D’Angelo, il sindaco di Casale Titti Palazzetti in qualità di presidente, i rappresentanti delle associazioni delle vittime dell’amianto, dell’Arpa e dei sindacati.

Il progetto voluto dall’Associazione familiari vittime amianto, che può contare su un finanziamento di 3,8 milioni di euro e sarà gestito dall’azienda ospedaliera di Alessandria come capofila, vedrà il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Torino e in particolare del dipartimento di Oncologia di cui fanno parte gli istituti di ricerca del San Luigi di Orbassano, di Candiolo e delle Molinette. L’Università di Torino affiancherà le istituzioni già coinvolte, l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, l’Istituto scientifico romagnolo per la studio e la cura dei tumori, il dipartimento di Medicina traslazionale e il dipartimento di Scienze della salute dell’Università del Piemonte orientale. All’interno di questa revisione del piano, la Regione individuerà un garante scientifico della ricerca, con il compito di assicurare la funzionalità e la coerenza di tutte le attività.

“Stiamo mettendo in campo le migliori competenze a disposizione, per far sì che l’attività sia di livello altissimo e sia in grado di fungere da modello sul piano nazionale e non soltanto in ambito locale – ha spiegato l’assessore Saitta -. Gli enti coinvolti saranno considerati “alla pari”, e ognuno contribuirà con le proprie conoscenze e capacità. Come Regione ci attrezziamo per garantire la realizzazione di questi obiettivi”.

“L’attività sarà di ampio respiro ma continuerà ad avere come riferimento l’azienda ospedaliera e i presidi di Casale e Alessandria attraverso l’Ufim, che sarà rafforzata per garantirne l’operatività nel tempo – ha sottolineato il direttore Baraldi -. In questo contesto rivestirà particolare importanza l’individuazione del responsabile scientifico, come figura di garanzia, unitarietà e fattibilità”.

Come riportato dallla redazione di “moleventiquattro”, una delle facoltà più gettonate dell’Università di Torino, Economia, non avrà nuovamente il numero chiuso.

È quanto stabilito dal nucleo di valutazione dell’ateneo (organo tecnico interno, che dà pareri non vincolanti). La richiesta di reintrodurre un limite agli iscritti, con tanto di test di ingresso, era stata formalizzata poco tempo fa. Era stato denunciato l’ormai noto problema della carenza di professori. Il numero degli studenti continua infatti a crescere, mentre i docenti sono in costante diminuzione. Un trend negativo che va avanti da anni e che costringe i vertici a inventarsi qualsiasi soluzione per tamponare la situazione.

All’Università di Torino, Economia è priva del numero chiuso da un solo anno. Ciò significa che si sarebbe verificato immediatamente un dietrofront.

Attualmente, sono 24 i corsi che prevedono il test di ammissione. Ha invece aperto liberamente agli aspiranti studenti il corso di Servizio Sociale. L’anno scorso erano 120 gli aderenti, quest’anno se ne prevedono molti di più. La speranza è che non ci sia un sovraffollamento tale da richiedere la reintroduzione del test.

Dunque, dall’ateneo torinese è partita una nuova richiesta, indirizzata a Roma. Occorrono nuove e numerose assunzioni per ovviare a questa problematica. Non è più possibile negare il diritto di frequentare una facoltà a uno studente, e nemmeno continuare a fare scambi di docenti per portare avanti un corso. Si attendono aggiornamenti, per capire quale sarà il destino di molti dei corsi dell’Università di Torino.

Domani giovedì 27 aprile 2017 alle 18, presso il Circolo dei Lettori (Via Bogino, 9 – Torino), è in programma un incontro sul tema: “Scommettere sulle persone. La forza della leadership distribuita“, a partire dalla presentazione del libro di Roberto Di Monaco e Silvia Pilutti, edito da Egea.

La presentazione affianca le numerose iniziative strategiche che l’Università di Torino sta promuovendo per sostenere l’innovazione 4.0 nelle imprese, soprattutto per la domanda di ricerca e formazione che va oltre gli aspetti strettamente tecnici dell’innovazione, ma riguarda il miglioramento delle performance dei sistemi aziendali e territoriali, e quindi richiede il contributo di tutta la gamma delle sue competenze e specializzazioni disciplinari.

Introduzione

Silvio Aime, Vicerettore per la ricerca scientifica Università di Torino

Sergio Scamuzzi, Vicerettore per la comunicazione Università di Torino

Intervengono, con gli autori,

Marcello Bogetti, direttore LABNET;

Marcello Bugari, responsabile ACADEMY Reale Mutua Group;

Andrea Franco, Vice President HR Magneti Marelli Spa;

Maurizio Gattiglio, Gruppo Prima Industrie;

Guido Stratta, Vice President HR Enel Spa.

Come promuovere oggi l’innovazione nella piccola e media impresa italiana?

Quali leve di carattere culturale e organizzativo possono ottimizzare l’impatto sulla competitività delle tecnologie 4.0?

Il volume, attraverso ricerche, esperienze e la discussione dei contributi più recenti nella letteratura internazionale, propone un modello di direzione e di leadership, focalizzato sulla costruzione delle basi culturali e sociali dell’innovazione. Per quanto importanti, gli investimenti tecnologici non sono sufficienti a costruire modelli innovativi d’impresa. Per competere con successo è necessario investire sulle persone, migliorando le competenze, la qualità dei processi sociali in azienda e i livelli di cooperazione. Ciò richiede di innovare innanzitutto i modelli di leadership.

Mettere in atto la teoria della leadership ‘distribuita’ potrebbe consentire all’impresa di valorizzare i saperi e i talenti delle persone e di aumentare la pratica degli strumenti per cooperare e gestire la conoscenza.

Il volume ripropone, in questa prospettiva, alcuni temi classici per la strategia d’impresa: performance, competenze, motivazione, controllo, apprendimento, suggerendo come evitare le scorciatoie del comando gerarchico e i miti del leader carismatico. Si chiude con una guida alla valutazione dei processi per rafforzare nell’organizzazione il capitale sociale utile all’innovazione.

 

Prende il via il progetto europeo LifeCycle finanziato con 10,4 milioni di euro nell’ambito delle attività Horizon 2020, che riunirà 250mila bambini e genitori nella prima rete europea di studi di coorte di nuovi nati, per condurre progetti di ricerca innovativa sulla salute respiratoria, cardio-metabolica e mentale. I risultati della ricerca saranno tradotti in nuove politiche di prevenzione e intervento focalizzate sulla prima fase della vita.

LifeCycle si basa su un metodo di ricerca innovativo che analizza il ruolo svolto dai fattori di stress precoce vissuti dagli individui (stili di vita, malattie, esposizione a farmaci o ad altre sostanze ecc.), a partire dal periodo embrionale, che influenzeranno la salute lungo tutta il ciclo di vita, dalla nascita all’età adulta..

L’Università di Torinounico partner italiano del consorzio multinazionale e multidisciplinare  che ne riunisce 18 provenienti da 10 diversi paesi europei e dall’Australia, riceverà un finanziamento di oltre 500 mila euro per sviluppare  la componente metodologica, creare gli indicatori per valutare l’impatto dello stato socioeconomico sui tre outcome di salute del progetto (salute mentale, respiratoria e cardio-metabolica) e per contribuire con la coorte NINFEA agli studi specifici sugli effetti, e i meccanismi coinvolti, delle esposizioni precoci sulle traiettorie di salute mentale, respiratoria e cardio-metabolica.

Il progetto si propone di arricchire i dati già disponibili nelle singole coorti con nuovi indicatori di esposizione ambientale (inquinamento atmosferico, rumore, elementi urbani), socio economica (disponibilità economica famigliare, livello di studio, migranti di primo o seconda generazione) e  di stili di vita (dieta, attività fisica, fumo e alcool, pattern di sonno). In quest’ottica saranno identificate le esposizioni che agiscono precocemente nella vita influenzando lo sviluppo e il rischio di malattie non trasmissibili nell’intero ciclo della vita, gli interventi per ridurle e per generare modelli predittivi di rischio e svilappare delle app sulle esposizioni precoci.

Ridurre le emissioni di CO2, gas serra e rumore in aeronautica. È questo l’obiettivo del programma di ricerca europeo Clean Sky 1, che ha premiato con il terzo posto dell’Award for the Best Project from Partners and Consortia il progetto JTI Clean Sky GETREADY “High speed turbine casing produced by powder HIP technology”, coordinato dal Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM) tramite un’unità di ricerca locale del Politecnico di Torino.

Il premio è stato consegnato durante il Clean Sky 1 Closing Event (21-22 Marzo 2017) alla professoressa Sara Biamino e al professor Daniele Ugues del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia (DISAT), coordinatori del progetto, che hanno ritirato a Bruxelles il riconoscimento a nome dell’intero Consorzio formato anche dall’azienda francese Aubert&Duval, da un’unità di ricerca del Politecnico di Milano, coordinata dal professor Stefano Beretta, e dalla Avio Aero di Rivalta Torinese nel ruolo di Topic Manager.

Il progetto ha dimostrato come l’ingegnerizzazione dei materiali e dei loro processi di fabbricazione e trattamento termico consentano di progettare e produrre componenti più efficienti, capaci di lavorare in condizioni più estreme di quelle attualmente raggiunte e salvaguardare al contempo lo spreco di materie prime di pregio.

Nell’ambito del progetto è stata utilizzata una innovativa tecnologia di fabbricazione, denominata Net Shape Hot Isostatic Pressing (NSHIP), per ottenere un casing di turbina aeronautica (cioè la scocca che riveste la turbina) utilizzando una superlega di nichel scarsamente forgiabile e, per questo, non adatta a fabbricare lo stesso componente impiegando tecnologie di produzione tradizionali. Il processo NSHIP prevede infatti di partire dalle polveri del materiale prescelto, inserirle in uno stampo e giungere, tramite l’applicazione di temperature fino a 1200°C e di una pressione di circa 1000 bar, al pezzo finale. La modalità di applicazione della pressione permette la densificazione del componente e il mantenimento del profilo desiderato. Tramite questa tecnologia, all’interno del progetto GETREADY, sono stati fabbricati due casing dimostratori in scala reale. L’ottimizzazione del ciclo di trattamento termico per il particolare materiale utilizzato e per lo specifico processo di formatura ha inoltre permesso di ottenere proprietà meccaniche a caldo superiori rispetto ai materiali impiegati attualmente, arrivando a superare problematiche insormontabili con le tecnologie fino a questo punto adottate. In termini di utilizzo delle materie prime, per la fabbricazione di un casing di circa 90 kg di peso con la soluzione proposta si è raggiunto uno sfruttamento del 75% della materia prima di partenza, contro il solo 13% del ciclo di fabbricazione tradizionale. Le superleghe di nichel sono materie prime costose e critiche per l’approvvigionamento, in quanto oltre al nichel contengono in quantitativi elevati molti altri elementi di elevato valore. Pertanto un utilizzo così efficiente delle materie prime comporta un enorme vantaggio dal punto di vista ambientale.

Ad ulteriore testimonianza della qualità tecnica dei risultati ottenuti, nell’ottobre del 2016 il casing dimostratore sviluppato nel progetto di ricerca aveva già vinto ad Amburgo (Germania) il premio della European Association of Powder Metallurgy (EPMA) come miglior componente dell’anno fabbricato via Hot Isostatic Pressing.

 

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