All posts in News

L’Università di Torino conferma anche per il prossimo anno accademico una politica di forte attenzione per le fasce di reddito più basse e si mantiene, quindi, tra le Università con i contributi più bassi degli Atenei del Nord Italia.

Nel proseguire questa linea di attenzione alle fasce più deboli e alla libertà di scelta dello studente senza differenziazioni tra corsi di studio, l’Ateneo di Torino ha esteso gli esoneri previsti dalla Legge di Bilancio 2017 a tutti gli studenti iscritti (anche a quelli iscritti ai corsi a Ciclo Unico che ne erano esclusi) e ha previsto per gli studenti con ISEE tra 21.000 e 30.000 € tassazioni inferiori a quelle indicate dalla Legge.

In particolare il Regolamento Tasse e Contributi a.a. 2017-2018 prevede alcune importanti novitàdovute principalmente all’applicazione della Legge di Bilancio 2017:

 

1.Esoneri previsti dalla Legge di Bilancio

  • esonero totale per gli studenti con ISEE inferiore a 13.000,00 euro
  • esonero parziale contributo non superiore al 7% à per gli studenti con con ISEE compreso tra 13.001,00 e 30.000,00 euro

Tali esoneri sono previsti per gli studenti che rispettano i seguenti requisiti di merito:

entro la durata normale del corso di studio oppure il primo anno fuori corso;

nel caso di iscrizione al secondo anno accademico, abbiano conseguito almeno 10 CFU entro il 10 agosto del primo anno;

nel caso di iscrizione ad anni successivi, a coloro i quali abbiano conseguito almeno 25 CFU

nei dodici mesi precedenti sempre entro il 10 agosto.

Gli studenti iscritti al primo anno accademico devono invece soddisfare solo il requisito relativo all’ISEE.

 

  1. Condizione di miglior favore
  • nei casi in cui il Regolamento attuale preveda contributi inferiori rispetto a quelli della Legge di Bilancio, UniTO applicherà sempre la condizione di “miglior favore” nei confronti dello studente, come ad esempio per studenti con ISEE tra 21.000 e 30.000 € che avranno  tassazioni inferiori a quelle previste dalla Legge di Bilancio.

 

  1. Estensione degli esoneri alle laure magistrali a ciclo unico
  • per il prossimo anno accademico gli esoneri previsti dalla Legge di Bilancio, che vengono applicati alle lauree triennali e magistrali, saranno applicati anche alle lauree magistrali a ciclo unico.

 

  1. Contributo onnicomprensivo unico
  • è previsto un contributo onnicomprensivo unico, che accorperà tutte le precedenti voci di contribuzione, quali ad esempio la tassa di immatricolazione, la tassa di laurea e i contributi per CUS e SIAE, mentre restano esclusi i contributi per servizi prestati su richiesta degli studenti. Il contributo unico avrà un importo minimo di 379,67 euro, equivalente all’importo totale medio dei contributi singolarmente versati in precedenza. Al contributo unico vanno inoltre aggiunti, salvo i casi di esonero previsti dalla normativa, la tassa regionale per il diritto allo studio di importo pari a 140,00 euro e l’imposta di bollo da 16,00 euro. La fasciazione del contributo onnicomprensivo seguirà la stessa progressione basata sull’ISEE utilizzata per l’a.a. 2016-2017;
  • per compensare le minori entrate dovute all’applicazione dei nuovi esoneri, il contributo unico sarà incrementato proporzionalmente solo per gli studenti con ISEE superiore a 50.000,00 eurocon un incremento minimo di 7 euro fino ad un massimo di 45,00 euro per gli ISEE superiore a 85.000,00 euro.

Per calcolare l’importo del contributo unico, si rende necessario anticipare le tempistiche di acquisizione dell’ISEE, che dovrà essere richiesto entro il 31 ottobre 2017.

Tuttavia, per consentire le immatricolazioni già a partire da settembre, al momento dell’iscrizione gli studenti verseranno una prima rata fissa, costituita esclusivamente dalla tassa regionale per il diritto allo studio e dal bollo, mentre il contributo unico sarà versato in due rate a dicembre 2017 e aprile 2018. Pertanto, per l’a.a. 2017-2018 la contribuzione studentesca sarà versata in 3 rate.

 

Come per gli anni precedenti, anche nell’ultimo Bando di Servizio Civile è possibile per le/i giovani dai 18 ai 28 anni di età candidarsi per il progetto “Ready steady study” a cura del Servizio Torino Città Universitaria del Comune di Torino e collaborare con la redazione di studyintorino. I posti a disposizione sono 2 e per presentare la propria candidatura come volontaria/o in Servizio Civile al progetto Ready steady study entro le ore 14:00 di lunedì 26 giugno 2017 si può consultare questo link per la scheda sintetica del progetto http://www.comune.torino.it/torinogiovani/ready-steady-study .
Per chi desidera avanzare la propria candidatura, le modalità di presentazione e la documentazione richiesta sono dettagliate al seguente link http://www.comune.torino.it/torinogiovani/volontariato/come-candidarsi

Uno dei limiti maggiori alla diffusione delle auto elettriche su larga scala è la ricarica delle batterie. La ricerca condotta negli ultimi anni ha portato ad un forte incremento delle prestazioni, arrivando a portare l’autonomia di un’auto elettrica fino a qualche centinaio di chilometri. D’altro canto, la ricarica delle batterie richiede ancora tempi piuttosto lunghi durante i quali il veicolo deve stare fermo e collegato alla stazione di ricarica. Nessun problema, quindi, per un utilizzo urbano del veicolo con ricarica notturna, ma la situazione si fa critica se si ha in programma un viaggio più lungo. La necessità di fermarsi più volte durante il tragitto renderebbe il viaggio decisamente poco confortevole con il continuo rischio di non avere abbastanza energia per poter raggiungere la destinazione prefissata.

Un prototipo realizzato dal Politecnico di Torino, il POLITO Charge While Driving, si propone di risolvere questo problema con un sistema di ricarica del tutto innovativo: le auto potrebbero ricaricarsi mentre viaggiano su autostrade attrezzate con appositi sistemi che consentono la ricarica wireless delle batterie mentre il veicolo è in movimento. Non ci sarebbe, quindi, più la necessità di lunghe e frequenti soste e si arriverebbe a destinazione con le batterie anche più cariche di quando si è partiti, pronti pertanto a un utilizzo su strade secondarie, nelle quali il sistema non è installato.

Un sistema che consentirebbe, quindi, addirittura di ridurre in prospettiva volume e capacità delle batterie, nel momento in cui una rete sufficiente di strade e autostrade fosse attrezzata. Questo sistema, sviluppato dal gruppo di ingegneria elettrica del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, coordinato dal Professor Paolo Guglielmi e dal Professor Fabio Freschi e composta dai giovani ricercatori Vincenzo Cirimele, Michela Diana, Riccardo Ruffo, Alessandro La Ganga e Mojtaba Khalilian, sta per essere testato in un circuito di prova a Susa (TO) presso il centro Guida Sicura MotorOasi Piemonte nell’ambito di un’iniziativa di ricerca promossa dall’Ateneo insieme a 24 partner internazionali del progetto europeo FABRIC (Feasibility analysis and development of on-road charging solutions for future electric vehicles).

Il prototipo si basa su una tecnologia detta inductive power trasfer (IPT) che sta attraendo l’attenzione di numerose aziende nel settore automotive e sta vedendo lo sviluppo di diversi prototipi in tutto il mondo. Questi sistemi funzionano grazie alla trasmissione induttiva di energia elettrica tramite l’utilizzo di induttori risonanti, che funzionano grazie ad un principio molto simile a quello che ci permette di cucinare sulle piastre a induzione Tale tecnologia non richiede quindi alcun contatto elettrico, introducendo numerosi vantaggi in termini di sicurezza e semplicità di utilizzo, con una notevole riduzione delle necessità di manutenzione, ma soprattutto l’eliminazione di installazioni esterne come le colonnine di ricarica, che sono spesso soggette a incidenti o atti vandalici. Un passo ulteriore rispetto a questi sistemi è stato fatto dal prototipo installato a Susa, che non richiede che la ricarica avvenga con veicolo fermo durante le soste o, in modo prolungato, durante il parcheggio: si parla in questo caso di dynamic IPT, ovvero l’utilizzo della stessa tecnologia durante il movimento del veicolo. L’unità base di un sistema IPT per applicazioni automotive è costituita da una bobina fissa, posta al di sotto del manto stradale, indicata come trasmettitore, e una bobina installata a bordo veicolo chiamata ricevitore.

Nel circuito di Susa sono state installate 50 bobine trasmittenti, che invieranno energia ad un ricevitore installato a bordo di un veicolo commerciale leggero.

Nel breve periodo, la diffusione del dynamic IPT permetterebbe di eliminare completamente la necessità di soste per la ricarica e di ridurre notevolmente la capacità delle batterie installate a bordo veicolo. In applicazioni su percorsi fissi, come ad esempio nel trasporto pubblico, l’uso del dynamic IPT potrebbe comportare la quasi totale eliminazione delle batterie la cui presenza sarebbe dovuta alle sole necessità di backup. Lo sviluppo di questi sistemi rappresenta quindi una stimolante sfida per l’ingegneria elettrica e potrebbe rappresentare una svolta decisiva per la diffusione e lo sviluppo della mobilità basata su fonti alternative a quelle fossili.

 

Quotidiano Piemontese -Ieri, lunedì 29 maggio, alle ore 11.00 nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale (Via Verdi 8, Torino) è stato presentato l’Atlante del Cibo di Torino Metropolitana, il progetto interateneo, promosso da UniversitàPolitecnico e Scienze

Gastronomiche in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, che rappresenta una ricerca transdisciplinare ad oggi unica nel suo genere poiché raccoglie un repertorio di rappresentazioni, info-grafiche, video, testi, ricerche, articoli, a disposizione del cittadino e funzionali ad un’analisi e rappresentazione del “sistema cibo” di Torino e Provincia.

L’obiettivo, è produrre nuova conoscenza sul sistema alimentare metropolitano, aggregando e sistematizzando le informazioni già esistenti e proponendo una visione di crescita che avvalori le potenzialità del territorio.

A tal fine è necessario individuare e definire gli attori, le risorse, i flussi di materia, energia e conoscenza, gli spazi e le relazioni che costituiscono il sistema stesso e di cui si ha, attualmente, poca consapevolezza. Come sottolinea il coordinatore del progetto prof. Egidio Dansero dell’Università degli Studi di Torino: rifacendosi a una delle eredità di Luigi Einaudi, è necessario “conoscere per deliberare” e dunque su può partire dal cibo per rileggere una molteplicità di politiche, azioni, progettualità, grandi e piccole, istituzionali e non che agiscono nel torinese e possono concorrere nel definire l’orizzonte delle politiche locali.

Dunque la ricerca, dal respiro pluriennale e che aspira a diventare un modello replicabile in altri contesti, vuole rispondere al bisogno conoscitivo (che emerge non solo a livello locale, ma anche internazionale) e di messa in rete di attori, sotteso alla volontà di supportare la progettazione di politiche alimentari della città metropolitana e di migliorarne la gestione ordinaria del sistema produttivo e distributivo.

L’Atlante, è uno strumento di narrazione, di analisi, di monitoraggio, attraverso processi di mappatura e funzioni che consentono la connessione d’informazioni esistenti, con la possibilità di effettuare approfondimenti tematici, geografici e culturali, per riflettere sul sistema territoriale del cibo. Ambisce ad accrescere la consapevolezza tra la cittadinanza e i decision-makers, creando nuove occasioni di dialogo, confronto e condivisione degli obiettivi per un benessere diffuso.

Durante la mattinata di lavori è stato presentato il Primo Rapporto sullo stato del sistema del cibo di Torino prima edizione di uno strumento che diventerà un vero e proprio osservatorio per le dinamiche territoriali legate al cibo a Torino, con rapporti periodici e approfondimenti tematici.

La prima edizione del Rapporto contiene riflessioni su diversi temi raccolti in 37 schede specifiche (corredate da cartografia e infografiche), dalle produzioni agricole all’allevamento, dalle mense scolastiche ai prodotti tipici ed eccellenze enogastronomiche, finalizzate a descrivere e interpretare gli elementi più rilevanti dello stato attuale del sistema del cibo di Torino a scala variabile, da quella di quartiere a quella regionale.

La banca dati conoscitiva che costituisce l’Atlante ci restituisce un quadro ricco d’informazioni sui flussi e le dinamiche del sistema alimentare locale, una visione di sistema rispetto all’analisi delle singole componenti che ci può portare a progettare relazioni di valore che narrano di una qualità di sistema, osserva il prof. Franco Fassio dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche e Consigliere Nazionale di Slow Food Italia.

Una sezione del sito offre inoltre la possibilità di accedere ad un processo di mappatura partecipata che utilizza il social network civico “First Life” sviluppato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino.

L’Atlante del Cibo dunque può essere utile a chi interviene nella regolamentazione e valorizzazione del sistema alimentare territoriale, a chi indaga la sua sostenibilità, a chi opera nelle diverse fasi che vanno dalla produzione alla gestione dei rifiuti e dello spreco, a chi semplicemente è curioso di conoscere meglio il sistema del cibo torinese.

Mette a disposizione una prima serie d’informazioni, verificate, trasparenti e aggiornate, che possono aiutare a progettare nuovi prodotti e servizi, e più in generale, ad attivare sul territorio un processo d’innovazione culturale: un terreno nel quale possono crescere nuove idee, modelli di business, orientati ad una sostenibilità di sistema, evidenzia il prof. Paolo Tamborrini, di Design Politecnico di Torino.

Sull’area metropolitana di Torino (considerando una popolazione di circa 1,5 milioni di abitanti, relativa all’area metropolitana ristretta) vengono consumati quotidianamente circa 1.600 tonnellate di cibo all’anno, delle quali600 di prodotti ortofrutticoli, 400 di cereali e derivati, 300 di prodotti lattieri caseari, 200 di carne e 65 di pesce. Nonostante una richiesta crescente di prodotti biologici, specie in riferimento alla domanda costituita dalla ristorazione scolastica con i suoi 8 milioni di pasti annuali, la percentuale di superficie agricola dedicata al biologico attualmente è pari a 1.839,31 ha, corrispondenti allo 0,88 % della superficie agricola utilizzata (SAU) complessiva. La distribuzione del biologico è decisamente eterogenea: nella coltivazione di riso il modello produttivo del biologico riguarda il 23,6% della SAU, in altre produzioni, quali ad esempio quella cerealicola è limitato ad uno 0,5%. E’ comunque interessante notare come l’attuale superficie in conversione, 1591 ha, sia quasi pari al totale della superficie coltivata con metodi biologici già esistente.

Altro dato particolarmente rilevante riguarda il ruolo dell’agricoltura periurbana e di quella dei territori immediatamente circostanti all’area metropolitana nei canali di vendita alternativi alla grande distribuzione organizzata fondati sulla vendita diretta (mercati dei contadini, gas, etc.).

Le aziende dell’area metropolitana che vendono direttamente i propri prodotti sono infatti il 36 % del totale, percentuale decisamente più alta del dato regionale (12 %) e che raggiunge il 58 % se si considerano solo le aziende situate nel comune di Torino (dati Censimento dell’Agricoltura 2010).

Dal punto di vista della distribuzione, il sistema del cibo di Torino è caratterizzata dalla compresenza di canali tipici del sistema convenzionale industrializzato (Gdo, mercati all’ingrosso) e di un numero di mercati alimentari (ben 42 circa, ogni giorno), caratterizzati anche dalla vendita diretta da parte dei produttori, senza pari in Italia, in rapporto alla popolazione.

A Torino ogni giorno vengono organizzati oltre 40 mercati comunali, nella maggior parte dei quali sono presenti banchi di produttori agricoli (oltre 300 ogni giorno), provenienti in gran parte da territori compresi in un raggio di 50-70 km dalla città, che vendono direttamente i propri prodotti

Nel solo comune di Torino, sono inoltre presenti circa 70 Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e 15 farmers’ market, oltre a una decina di botteghe specializzate nella vendita di prodotti di filiera corta.

All’altro capo del sistema urbano del cibo si collocano gli scarti: si può stimare che ciascun torinese produca circa 110 kg/anno di rifiuti organici, (dei quali entra nel circuito della raccolta differenziata il 50%) derivanti dal consumo alimentare, ai quali bisogna aggiungere i rifiuti da imballaggio (dati Provincia di Torino, 2012).

A Torino e in Piemonte il tema del cibo riveste storicamente un ruolo di primo piano: il settore dell’enogastronomia e della ristorazione di eccellenza rappresenta, infatti, un asset maturo della città, soprattutto in termini di valorizzazione del territorio e sviluppo turistico. Basti pensare alla rete di produzioni di qualità (vino, cioccolato, prodotti da forno), alla presenza di grandi mercati (fra tutti Porta Palazzo) e alle relative competenze e saperi che costituiscono un capitale materiale e immateriale di grande rilievo.

Il processo di auto-riconoscimento di queste dotazioni, può contribuire alla definizione delle specificità del sistema alimentare di Torino Metropolitana, allo sviluppo delle sue componenti urbane e rurali, all’individuazione di percorsi ad hoc di valorizzazione, ad attivare processi di visibilità anche internazionale se pensiamo ad eventi gastronomici e allo stesso tempo culturali come Terra Madre Salone del Gusto.

Il cibo è infatti una delle risorse strategiche sulle quali si sta ridefinendo il ruolo della Torino post-industriale, tanto verso l’interno quanto nelle reti urbane internazionali, sia da un punto di vista materiale (attività economiche, trasformazioni urbane, flussi, etc.), sia sotto l’aspetto simbolico e di costruzione di una nuova immagine della città.

 

C’è tempo fino alle ore 12:00 del 30 maggio 2017 per partecipare al bando con cui l’Università di Torino stanzia e assegna 150.000,00 euro da dedicare ad attività di tutorato per le future matricole 2017/2018.

Possono partecipare gli studenti iscritti a tempo pieno ad uno dei corsi di laurea triennale (iscritti al secondo anno) o a ciclo unico (iscritti al quarto anno) indicati nel bandopresentando la loro candidatura on line sul sito www.unito.it e accedendo con le proprie credenziali al menu “Collaborazioni 200 h”. Ogni studente potrà candidarsi solo per lo svolgimento di attività di tutorato relative al corso di laurea a cui è iscritto.

In totale saranno 105 borse della durata di 200, 100 e 50 ore, che dovranno svolgersi nell’arco di 8-12 mesi, a partire dalla prima settimana di settembre 2017.

Le selezioni, che avverranno tra fine giugno e metà luglio, saranno svolte da apposite Commissioni, che valuteranno i candidati secondo criteri basati sulla media ponderata, sul numero di CFU conseguiti e sull’esito di un colloquio.

Gli studenti selezionati seguiranno un corso di formazione e riceveranno per il servizio di tutorato 9 € l’ora: per 200 ore circa 1.800 €, per 100 ore circa 900 € e per 50 ore 450 €.

Dopo la prima edizione, inaugurata nell’anno accademico 2015-2016, destinata ai Dipartimenti di Studi Storici, Studi Umanistici, Filosofia e scienze dell’educazione, Psicologia e  Lingue e letterature straniere e culture moderne, la seconda e la terza edizione sono state allargate a quasi tutti i Corsi di Studi dell’Ateneo per sottolineare l’attenzione riservata alle future matricole e con l’obiettivo di prevenire, fin dai primi momenti di contatto col mondo universitario, la dispersione e il ritardo negli studi e di promuovere una più proficua partecipazione attiva delle matricole alla vita universitaria in tutte le sue forme, secondo le finalità proprie del servizio di Tutorato.

Per informazioni:

Bando per collaborazioni a tempo parziale per attività di tutorato – Anno 2017

https://www.unito.it/universita-e-lavoro/opportunita-ed-esperienze-di-lavoro/chi-studia/collaborazioni-tempo-parziale

L’impronta che la cultura italiana ha avuto sull’architettura colombiana è estremamente significativa e lo scambio culturale tra i due Paesi sulle tematiche dell’ingegneria e dell’architettura è ancora oggi molto fertile.

“Ingegneri e Architetti in Colombia” è questo il titolo della mostra che inaugurerà il Politecnico di Torino il 25 maggio alle ore 17.00 (a cura di Olimpia Niglio e Rubén Hernández Molina) che presenta proprio l’attività dei numerosi ingegneri e architetti italiani che hanno operato in Colombia dal XVI secolo alla metà del XX secolo, osservando come la cultura italiana abbia interagito con quella locale.

Il percorso espositivo propone una rassegna storica, analizzando le opere di coloro che hanno sviluppato e realizzato importanti progetti in Colombia, in particolare il contributo degli ingegneri Antonelli, del gesuita Giovan Battista Coluccini di Lucca, di Serafin Barbetti, dell’architetto fiorentino Pietro Cantini, di Gaetano Lignarolo nella città di Cali, di Giovanni Buscaglione con opere in diverse città colombiane, nonché di più moderni ingegneri come Victor Morgante, Gaetano di Terlizzi, Bruno Violi, Angiolo Mazzoni Del Grande e Domenico Parma.

L’iniziativa è finalizzata a rafforzare il dialogo interculturale tra Italia e Colombia e rientra fra le attività proposte all’interno del progetto di internazionalizzazione della ricerca finanziato dalla Compagnia di San Paolo The culture of the city/La cultura de la ciudad, condotto daPolitecnico di Torino, Universidad de Los Andes e Pontificia Universidad Javeriana di Bogotà.

 

Unito, Politecnico e Cus Torino oggi 24 maggio correranno insieme per rendere più belle e sicure le rive del fiume Po con l’iniziativa “Let’s clean up Europe” una maratona di raccolta rifiuti lungo le rive del fiume più grande della penisola.

Gli Atenei e il CUS, con la collaborazione di Amiat e il patrocinio del Comune di Torino, propongono infatti ai propri studenti e dipendenti una maratona di raccolta rifiuti lungo le rive del Po, partendo dagli impianti del CUS di Corso Sicilia 50 e arrivando al cortile d’onore del Castello del Valentino.

Ai partecipanti verrà offerto un kit di benvenuto con maglietta e attrezzature per la raccolta. I rappresentanti dei Team dei due Atenei che si occupano della sostenibilità ambientale dei campus saranno a bordo di due dragon boat sul Po per fare il tifo per le squadre che si distribuiranno lungo diversi percorsi sulle due rive del fiume.

L’evento si concluderà con una premiazione e un aperitivo presso la Sala delle Colonne del Castello del Valentino, dove vi sarà un secondo momento formativo per imparare insieme come differenziare i rifiuti nel migliore dei modi e comprendere quali siano gli errori più comuni.

L’appuntamento è stabilito per le ore 15.30 in C.so Sicilia 50 (Sede CUS).

 

www.exibart.com -Un ciclo vitale complesso, quello dell’architettura contemporanea, dalla progettazione alla realizzazione. In particolare, gli archivi degli studi di architettura sono affidati a piattaforme digitali e costituiti da un insieme eterogeneo di materiali, costantemente esposti al rischio di obsolescenza dei supporti di conservazione e di perdita di dati. Ormai è stata pienamente riconosciuta la loro utilità come fonte di conoscenza e studio, documenti indispensabili alla ricostruzione della storia e del contesto dei progetti e degli oggetti architettonici del nostro secolo. Siamo arrivati quindi a un punto di svolta, affinché gli archivi di domani non rimangano incompleti.

Delle modalità di archiviazione e delle competenze necessarie per una conservazione pianificata, della comunicazione della produzione progettuale degli studi e dell’accessibilità ai documenti, si parlerà martedì, 23 maggio, al Politecnico di Torino, in occasione di “Using Archives. Questioni sull’archiviazione digitale in architettura”, convegno ideato e curato da BasedArchitecture in collaborazione con Ordine degli Architetti di Torino, Politecnico di Torino, Anai Piemonte e Valle d’Aosta.

Obiettivo dell’incontro è fare il punto della situazione e sollecitare la riflessione intorno all’archiviazione digitale e ibrida, una discussione che sarà affrontata insieme a professionisti, ricercatori e istituzioni. Tra gli invitati, Susanna Maglietta, Presidente ANAI Piemonte e Valle d’Aosta, Daniela Caffaratto, della Soprintendenza Archivistica e bibliografica Piemonte e Valle d’Aosta, Massimo Giuntoli, Presidente Ordine Architetti Torino, Sergio Pace, del Politecnico di Torino, Mariella Guercio di ANAI-Associazione Nazionale Archivistica Italiana, Margherita Guccione, del Museo MAXXI Architettura, Nina Artioli, dell’Archivio Gae Aulenti, Giorgio Rosental di Studio Rosental , Pier Massimo Cinquetti, di Base engineering srl e consigliere Ordine Architetti di Torino. Moderano Lucia Bosso e Chiara Quaranta, autrici del programma.

 

 

 

 

Oggetti veramente unici hanno contraddistinto lo spazio “Open Science” di Unito, veri e propri tesori della tecnologia con l’intento di trovare a loro una degna collocazione che scongiuri l’allontanamento da occhi che possano apprezzare la loro unicità.

A catturare l’attenzione è il simulatore di volo Herlitzka, che serviva per testare l’attitudine a volare dei piloti della prima guerra mondiale, ritrovato soltanto nel 1994. Ma c’è anche un esemplare di Olivetti Programma 101, la “Perottina”, dal nome del suo creatore, l’ingegner Perotto. È il primo computer da scrivania, con stampante incorporata. Venne presentato 1965 e, grazie al restauro dell’Aire, è perfettamente funzionante.

E ancora, vicino al palco, ecco il pletismografo, ideato dal fisiologo torinese Angelo Mosso nel 1875. Lo strumento serviva per ricavare informazioni sulle variazioni di volume dei vasi sanguigni nell’avambraccio. Cesare Lombroso lo utilizzò, nel 1909, come una primordiale macchina della verità.

«È una collezione interessantissima. Facciamo mostre itineranti in continuazione», racconta con orgoglio il professor Marco Galloni, direttore scientifico dell’Astut. Ma la Manifattura Tabacchi ha bisogno di lavori di restauro che l’Università di Torino, non essendone la proprietaria, non può sostenere. «La priorità per noi è trovare una nuova sede. Soltanto così possiamo pensare di riaprire in pianta stabile».

Cresce il numero dei laureati dell’Università di Torino: secondo il Rapporto AlmaLaurea, nel 2015 erano 11.598 e nel 2016 erano 12.219. Il 17% è proveniente da fuori Piemonte, il 3,8% è di cittadinanza straniera. L’età media è di 25,8 anni. Dopo un anno è occupato il 76% dei laureati triennali e e il 75% di quelli magistrali, che salgano a 87% dopo cinque anni. Complessivamente 88 laureati su 100 si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria. Al Politecnico (6.331 laureati) il 10% dei laureati triennali e il 15,8% di quelli magistrali è straniero. Tra i laureati triennali il tasso di occupazione risulta del 75%, tra magistrali a un anno dalla laurea l’84% , che sale all’ 88,1% nell’area dell’Ingegneria. A cinque anni dal conseguimento dal titolo, il 93% di tutti i laureati ha lavoro.

Prev1118119120121122178Next