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La mostra “Lessico e Nuvole” ispirata al progetto “Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico”. Dopo l’anteprima al Festival della Scienza di Genova, la mostra è ospitata presso il Palazzo del Rettorato (Sala Athenaeum, Biblioteca Storica di Ateneo “Arturo Graf”- via Po 17, Torino) dal 25 novembre al 30 dicembre 2021.

 

La crisi climatica ci tocca sempre più frequentemente e sempre più da vicino e mentre la cronaca ci aggiorna sugli eventi estremi nelle regioni lontane e nei nostri territori, riportando gli impatti sociali, politici ed economico-finanziari, assistiamo a un’evoluzione del linguaggio stesso, che muta e si adatta per accompagnare lo studio e la comunicazione del fenomeno.

 

A partire dai contenuti della guida sui cambiamenti climatici edita dall’Università di Torino, la mostra si focalizza proprio sui meccanismi fondamentali del linguaggio che contribuiscono alla costruzione della crisi climatica nel nostro immaginario ed esplora le molteplici forme di comunicazione adottate per rappresentarla nonché i processi sociali e psicologici attraverso i quali tutti noi, individualmente e collettivamente, elaboriamo le informazioni che ci raggiungono.

 

L’esposizione – a differenza di altre mostre sul tema –  si configura così come uno strumento utile per aumentare la consapevolezza nei confronti di tutti gli aspetti linguistici e mediatici di un problema così drammatico e attuale, quale è il cambiamento climatico.

Visioni reali IED Torino
“Visioni Reali – Percorso attraverso gli spazi, le collezioni e le persone”.
Dal 7 dicembre al 27 gennaio saranno esposti presso la Sala delle Battaglie di Palazzo Reale i progetti di tesi di Fotografia ed Illustrazione 2017/2018 degli studenti di IED Torino in collaborazione con i Musei Reali Torino.

L’Istituto Europeo di Design (IED) e i Musei Reali di Torino sono i protagonisti della virtuosa collaborazione dedicata al rapporto fra i giovani e le istituzioni culturali, da cui è nata un’esposizione di fotografie e illustrazioni. Un anno di ricerca e di lavoro sul campo sfociano nella mostra Visioni reali. Percorso attraverso gli spazi, le collezioni e le persone, curata da Bruna Biamino – Coordinatrice del Corso di Fotografia IED Torino e fotografa professionista – e realizzata grazie al sostegno di Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

I 14 studenti del terzo anno del Corso di Fotografia e i 10 studenti del terzo anno del Corso di Illustrazione IED Torino, diplomati a luglio 2018, hanno lavorato ai rispettivi progetti di tesi con l’obiettivo di raccontare i luoghi e la vita all’interno dei Musei Reali attraverso punti di vista totalmente inediti. I risultati di questo lavoro sono il cuore dell’esposizione che sarà visitabile presso la Sala delle Battaglie di Palazzo Reale dal 7 dicembre 2018 al 27 gennaio 2019, dal martedì alla domenica dalle ore 8.30 alle 19.30 (ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali).

La mostra sarà inaugurata giovedì 6 dicembre alle ore 17. Ingresso su invito.

Mostra fotografica Lavazza

“2030: WHAT ARE YOU DOING?”

Mostra fotografica Lavazza sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile

dal 30 ottobre al 10 novembre

presso la Biblioteca Bobbio del Campus Einaudi

Il Green Office di Ateneo UniToGO e la Biblioteca Norberto Bobbio sono lieti di invitarvi alla mostra fotografica dedicata all’edizione 2018 del  calendario Lavazza: “2030: What Are You Doing?” incentrata sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Il calendario Lavazza 2018  – un progetto creativo di Armando Testa –  e la mostra ad esso dedicata, si compongono di ritratti del fotografo Platon a 17 ambasciatori impegnati per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica che testimoniano il proprio impegno concreto per lo sviluppo sostenibile. Tra i 17 ambasciatori ritratti, spiccano nomi di rilievo come il Direttore del Network dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile, Jeffrey Sachs, il fondatore di Slow Food Carlin Petrini, lo chef Massimo Bottura, l’attore statunitense Jeremy Renner, la paladina degli oceani Alexandra Cousteau, il campione di tennis Andre Agassi e molti altri.

All’inaugurazione della mostra -30 ottobre ore 18.00 presso la Biblioteca Bobbio del Campus Einaudi- il Delegato del Rettore alla Sostenibilità Ambientale Egidio Dansero e il Prof. Giacomo Buchi del Dipartimento di Economia e Management dialogheranno con Laura Tondi di Lavazza sulla domanda al centro della mostra “E tu, che cosa stai facendo?” per lo sviluppo sostenibile e sull’importanza della sensibilizzazione della cittadinanza anche attraverso manifestazioni artistiche, come l’opera di arte urbana promossa da Lavazza e la Città di Torino e realizzata dall’artista Vesod Brero in Viale Ottavio Mai e presentata in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2018.

artribune.com – La GAM di Torino e il Castello di Rivoli ospitano una mostra poderosa, che mette in luce il potenziale del colore attraverso opere e artisti di epoche diverse. Fra emozione, spiritualità e dinamiche contemporanee.

Lemozione dei COLORI nellarte è una mostra che possiede i numeri di una biennale e che mira a raccontare principalmente, ma non solo, la pittura degli ultimi 150 anni attraverso il medium del colore. Un percorso storico e geografico che insegue le ricerche fatte da 150 artisti appartenuti a luoghi ed epoche diversi attraverso 400 opere. Si va dai grandi maestri di fine Ottocento alle opere iconiche di artisti concettuali. Presenti molti artisti italiani, prestiti d’importanti istituzioni internazionali e capolavori provenienti dalle collezioni di Gam e Castello di Rivoli, dove la mostra si dipana unificando, per la prima volta, due istituzioni fino a oggi rimaste autonome e votate a fare sistema.

UN MONDO IN BIANCO E NERO

Come sarebbe la storia umana se, invece dei coni, la retina del nostro occhio potesse affidarsi soltanto ai bastoncelli per vedere il mondo circostante? Un’invisibile differenza geometrica avrebbe potuto cambiare tutto perché, in tal caso, la realtà ci apparirebbe da sempre in bianco e nero. Come in un libro di Saramago, saremmo tutti affetti da acromatopsia, la forma di daltonismo congenito più grave e per la quale chi ne è affetto vede il mondo in una scala di grigi che noi cromo-vedenti non sospettiamo. Non è difficile capire come sarebbe se osserviamo la storia della fotografia, quel suo nascere in bianco e nero e restare se stessa fino a che il colore non la contagia e allora anche lei, non a caso forse, compie un ingresso trionfale nel mondo dell’arte. Prima si chiama fotografia d’autore, ma quel suo essere incolore, esangue, mono-tonale la scollega dal mondo, la raffredda a tal punto da non poter assumere a tutti gli effetti lo statuto di opera d’arte. Vivere in bianco e nero (si pensi anche al cinema o alla tv prima del colore) sarebbe come vivere nell’universo di Cartier-Bresson, dentro un mondo in cui ogni singola cosa, per quanto spettacolare e plastica, è deprivata del proprio aspetto vitale.

LINGUA COLORE

Una percezione che escluda i colori sarebbe capace di eludere anche le emozioni? Guardando questa mostra, progettata da Carolyn Christov Bakargiev già direttrice di documenta 13 e della Biennale di Sydney, parrebbe che attraverso i colori non soltanto accediamo alla pittura nella sua integrità ma collezioniamo una serie inesauribile di stati emotivi che, in parte, o del tutto, possono giustificare l’esistenza della pittura in quanto musica dei colori.
La mostra appare come una galleria di melodie e armonie da cui evincere i differenti modi d’intendere il colore e di gestirne la ricchezza sensibile. Il colore non soltanto ci apre un mondo, quello del reale nella sua complessità e ricchezza, ma nella pittura ci permette di andare al di là del reale concreto per accedere alle emozioni in modo immediato così come succede con la musica. Prima di essere altro, la vista è una forma di tatto. L’occhio tocca e distanzia qualsiasi cosa, ma nella pittura esso viene toccato e ogni volta affetto emotivamente. In mostra, la paletta delle emozioni è ampia: si va da quelle tragiche, provate ed espresse da un Mark Rothko o un Nicolas De Staël (senza dimenticare un Car Crash diAndy Warhol che è arancione come soltanto la morte tragica sa essere), a quelle più impalpabili di un James Turrell che espone un ambiente vivificato e pulsante di luce cangiante capace di arrivare all’essenza del colore.

KANDINSKY E IL COLORE SPIRITUALE

Sempre alla Gam, vi sono molti altri lavori imprescindibili. In alcune delle tele dell’irrinunciabile Vassily Kandinsky si avverte una fine e un inizio: la fine di un atteggiamento analitico e matematizzante verso il colore, figlio di una cultura positivista di metà Ottocento e debitrice di studi fatti sul colore da Isaac Newton, che scompone la luce in colori. Già Goethe nella sua Teoria dei colori, scritta nel 1810, cercava di dare una dignità percettiva, psicologica ed emotiva ai colori. Nel 1799 aveva scritto con Friedrich SchillerTemperamenten Rose, in cui i colori venivano abbinati ai quattro caratteri fondamentali dell’uomo (collerico, flemmatico, sanguigno e melanconico) da cui discendono modelli psicologici (tiranni, eroi, avventurieri; edonisti, amanti, poeti; oratori, storici, docenti; filosofi, pedanti, governanti).
Ma se Goethe ama considerarsi innanzitutto scienziato, Kandinsky si sente invece più musicista e dichiara di voler fare in pittura quel che Arnold Schoenberg ha fatto in musica: l’amicizia tra i due sarà di quelle che scolpiscono un secolo. Oltre a inventare l’astrazione, e forse proprio a causa di ciò, Kandinsky può sostenere una teoria del colore incentrata sull’effetto spirituale. Ogni colore possiede e produce un “suono interiore” ed è capace di una direzione e di un movimento che lo dispone, in un solo colpo, sia sulla tela sia nella nostra anima.
Con Kandinsky si apre una nuova era del colore, un suo utilizzo purista e più consapevole che comprende William Turner, ancora debitore di Goethe e astrattista ante litteram, e giunge fino ai quadrati di Josef Albers e a tutta la pittura monocromatica che, come scrivono i curatori della mostra, si occupa “del puro respiro del colore”.
Se nei primi anni del Novecento i Fauves usano il colore come strumento eminente della loro ribellione contro l’accademia, Kandinsky apre il sentiero spirituale che è forse il più indefinito ma proprio per questo anche il più prolifico in termini di suggestioni. Su tale sentiero si pongono anche le ricerche di Paul Klee, che insegna per un decennio pittura e teoria del colore al Bauhaus e di cui la mostra espone i taccuini provenienti dal Paul Klee Zentrum di Berna; le ricerche teosofiche sul colore di Annie Besant, costretta a dipingere le luci di altri mondi usando i “colori ottusi della terra”; il simbolismo esoterico di M.K. Čiurlionis, personaggio paradigmatico in quanto compositore eccelso ma transfugo verso la pittura nella quale trova le visioni per dire quel mondo fantastico evocato in musica; non ultimi i disegni dei seguaci dell’Hindu Tantra, risalenti al XVIII secolo e suggestivamente in linea con le intuizioni di fondo kandinskyane.

NON SOLTANTO EMOZIONI

Il mondo nel quale viviamo è sempre più veloce, emotivo e superficiale. E colorato. Il colore è usato come strumento di seduzione e di meraviglia: stimola l’acquisto. Nei packaging, così come nei nuovi prodotti tecnologici dalle risoluzioni sempre più sorprendenti, il colore possiede un ruolo primario di seduzione. Forse anche per questa imponente e progressiva “emozionalizzazione” del mondo, la seconda parte del Novecento e le esperienze artistiche attuali sembrano lasciare da parte il colore come strumento emozionale per concentrarsi su altri tipi di approccio. Il concettualismo di Laurence Wiener e di Robert Barry, autore della monumentale installazione One Billion Colored Dots, offrono buoni esempi, mentre il pantone “messo in opera” da Damien Hirst riflette sul poderoso sforzo analitico e sintetico della nostra cultura, intenta a decodificare quell’eterno continuum offerto dalla realtà, quel magma nel quale il nostro cervello ha imparato a navigare spezzettando il tutto in micro-percezioni in grado di darci il senso delle cose. Nell’interruzione del flusso si fonda il controllo che ne abbiamo e anche la possibilità di un linguaggio comune che possiamo costruire, essendo il pantone proprio la decodificazione numerata delle differenti tinte possibili, ognuna delle quali scomposta nei suoi elementi costitutivi e quindi in grado di essere ripetuta in ogni latitudine e longitudine del globo. Ma ciò vale soltanto per le tinte sintetiche, mentre la storia dell’arte si fonda, più alchemicamente, su colori tratti da insetti, fiori, piante e minerali di ogni genere.
Anche la cultura psichedelica del colore, citata in mostra attraverso l’installazione di Jim Lambie e di alcuni film e fotografie (che restano parte minoritaria rispetto alla pittura), sembra dichiarare la fine di un’era e la possibilità di dare al colore nuove funzioni. Come quella politica, ad esempio, evidenziata dalle opere di David Hammons, una bandiera che ripensa i colori dell’Africa, o di Asli Cavusoglu, con la sua installazione di disegni fatti con il “Rosso ottomano” prodotto attraverso una ricetta armena sostituita dal rosso della bandiera turca. Nell’arte del secondo Novecento, anche l’esclusività della pittura viene meno e il colore si esibisce sui tessuti (come quelli del Leone d’oro della Biennale di Venezia Franz E. Walther), sulle plastiche (debordanti quelle di Tony Cragg, più ironiche quelle di Pino Pascali) o nelle luci (Olafur Eliasson).
Si può sostenere che la storia dell’arte è una storia di palette, ogni artista ha avuto la propria e con essa ci ha aperto un mondo, il suo, che poteva avere soltanto quei colori lì. Che si tratti dell’incarnato esangue del Cristo morto di Mantegna o della luce aurorale dell’Immacolata concezione del Tiepolo, ogni pennellata d’artista è sempre stata e sarà una scelta di colore e con essa una dichiarazione d’intenti riguardo a ogni aspetto del reale: emozioni incluse.

 

Inaugura oggi martedì 22 novembre 2016 alle 17.30, presso l’Aula Magna del Rettorato, la mostra intitolata “Nell’interesse supremo della Scienza e della Nazione. L’Università di Torino nella Grande Guerra, curata dall’Ateneo torinese in occasione delle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale.

La mostra ospita un’ampia collezione di documenti e strumenti provenienti dall’Archivio storico, dalle Biblioteche e dall’Archivio scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino sul tema della Grande Guerra.
Dietro l’organizzazione dell’esposizione la volontà di valorizzare il contributo di innovazione che la ricerca scientifica dell’Ateneo diede allora alla guerra, caratterizzato da finalità prevalentemente umanitarie e di preservazione della integrità della forza militare, allora espressa principalmente da uomini chiamati a confrontarsi con le prime tecnologie della guerra industrializzata. Si mettono inoltre in evidenza le tensioni nell’Istituzione e il sacrificio dei suoi giovani, reclutati come ufficiali nelle posizioni più vicine al dramma quotidiano delle truppe, ma anche il contrasto con la città operaia neutralista e un primo grande movimento collettivo di emancipazione delle donne, chiamate a ricoprire ruoli considerati e difesi come esclusiva maschile nella cultura del tempo.

L’esposizione sarà aperta al pubblico con ingresso gratuito dal 23 novembre 2016 al 31 marzo 2017 nel Palazzo del Rettorato e nella Biblioteca storica di Ateneo “Arturo Graf”.

 

VASCO FOTO LIVE – 13 DICEMBRE 2014 – 15 FEBBRAIO 2015 TORINO ESPOSIZIONI (TO)

ingresso con sconto per tutti gli studenti universitari.

La mostra è un percorso iconografico delle tappe più importanti della carriera di Vasco, dagli esordi fino al nuovo album SONO INNOCENTE. Oltre 500 scatti d’autore in un’area di circa 1.700 mq.

Presentando la smart card/badge o libretto universitario potrai visitare la mostra al prezzo scontato di 7,50 euro.

L’iniziativa è riservata a tutti gli studenti di Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Ied, Iaad, Accademia Albertina di Belle Arti, Conservatorio , Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo, Scuola Superiore per Mediatori Linguistici Vittoria.

Per info:
http://vascofotolive.it/

https://www.facebook.com/vascofotolive