Quest’anno chi ha sostenuto il test per le specializzazioni in Medicina non avrà vita semplice: il MIUR blocca la graduatoria, ma cos’è successo?

 

Troppi i ricorsi al TAR e il Ministero dell’Istruzione decide di sospendere la graduatoria che conta ben 22 mila futuri specializzandi e specializzande in medicina, che nel nostro paese mancano. 

Il Ministero aveva predisposto un numero più alto di borse di studio per incrementare le iscrizioni alle specializzazioni, da 8.776 a 14.395, ma le limitazioni imposte erano molte:

  • Gli iscritti e le iscritte al secondo e terzo anno del corso di Medicina Generale non potevano concorrere
  • I punteggi del Curriculum Vitae non valevano per chi fosse già in possesso di uno stipendio da specializzando/a o corsista oppure di un diploma di specializzazione per medici con contratto in una struttura sanitaria.

Molte sono state le perplessità, per questo il TAR del Lazio ha accolto i ricorsi mettendo quindi a rischio la validità dell’intero concorso. Il MIUR non ha pubblicato le graduatorie, per questo centinaia di studenti e studentesse hanno chiesto che vengano rese pubbliche.

 

 

La situazione italiana è marginale, infatti il nostro Paese risulta essere in fondo alla lista per l’impiego di fondi dedicati alla ricerca e all’istruzione, due ambiti oggi più che mai, importanti e necessari. Trascurare università e ricerca è sintomo di un paese che non ha intenzione di investire nel futuro, per questo migliaia di studenti e studentesse tentano la strada del dottorato all’estero. 

In Italia i fondi sono pochi e mal gestiti, solo l’1,4% del PIL è destinato alla ricerca e per fronteggiare la carenza di medici sono state predispose 1.200 borse di studio per la specializzazione medica, ma per la CISL Medici ne servirebbero almeno 11 mila per formare il nuovo personale medico. 

Si è sperato che la difficile situazione dovuta al Covid facesse capire l’estrema importanza di investire in salute, ricerca e università, ma le graduatorie delle di Medicina ci fanno presto piombare alla realtà: la proprietà non è ancora l’istruzione, ma è necessario che lo diventi presto. 

 

Ylenia Covalea

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