Sono stati proclamati questa mattina al Politecnico di Torino la prima laureata e il primo laureato nell’orientamento “Climate Change” del corso di laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Si tratta di Vittorio Giordano, già laureatosi al primo livello al Politecnico di Torino, che ha discusso una tesi sulle prospettive future dell’impronta idrica delle coltivazioni nel continente Africano, con il supporto in qualità di relatori dell’ingegnera Marta Tuninetti e del professor Francesco Laio, attualmente Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) dell’Ateneo. Insieme a lui, è stata proclamata Yara Hammoud, studentessa proveniente dalla Lebanese American University, che ha discusso una tesi sulla modellazione del ruolo della criosfera nella definizione della temperatura a terra nell’area alpina caratterizzata dal permafrost. Ad accompagnarla come relatori il professor Jost von Hardenberg e due relatori esterni di ARPA Piemonte, il dottor Christian Ronchi e il dottor Luca Paro.
Il corso di laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio del Politecnico di Torino forma futuri ingegneri e ingegnere in grado di affrontare le sfide ambientali che riguardano l’interazione tra le componenti naturali (aria, acqua, suolo, biosfera) e l’uomo e di sviluppare soluzioni sostenibili per le attività umane. Dall’anno accademico 2019/2020, accanto agli esistenti orientamenti in Tutela ambientale, Rischi naturali e protezione civile e Geo-Engineering, è stato attivato un nuovo orientamento dedicato al “Climate Change”. L’orientamento, è interamente offerto in lingua inglese, divenendo così il primo corso di ingegneria in Europa dedicato ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di preparare una nuova generazione di ingegneri e ingegnere ambientali capaci di rispondere alle sfide ambientali e sociali che derivano dai cambiamenti climatici, e di cogliere le opportunità del futuro mercato del lavoro.
“Migliorare quantità e qualità delle produzioni agricole, garantendo l’adattamento sostenibile ai cambiamenti climatici, rappresenta una delle grandi sfide globali per favorire la transizione ecologica – precisa l’ingegnera Marta Tuninetti con riferimento alla tesi di Giordano. Mentre, in relazione alla tesi di Hammoud, il professor Jost von Hardenberg commenta: “La degradazione del permafrost rappresenta uno dei più significativi impatti in area alpina dei cambiamenti climatici in atto e la modellistica numerica del manto nevoso rappresenta uno strumento fondamentale per la comprensione del fenomeno e per sviluppare proiezioni di scenario future.”
L’orientamento in “Climate Change” è parte integrante del progetto cambiamenti_climatici@polito, finanziato dal MUR che ha riconosciuto il DIATI tra i “Dipartimenti di Eccellenza” che hanno ottenuto fondi straordinari per il quinquennio 2018-2022. Il progetto ha visto ingenti investimenti per il potenziamento delle attività e delle infrastrutture di ricerca sugli aspetti del monitoraggio, dell’adattamento e della mitigazione dei cambiamenti climatici. In ambito di formazione, oltre al nuovo orientamento della Laurea Magistrale, a gennaio 2020 è stato lanciato un master post laurea su questi temi, con un forte partenariato con il mondo industriale e dei servizi.
“Crediamo che sviluppare una cultura che sia in grado di affrontare la sfida del cambiamento climatico con competenza scientifica e tecnica, con pensiero razionale e in maniera non demagogica sia uno degli obiettivi fondamentali da porsi per progredire in questo campo e per mettere in campo azioni e soluzioni concrete – sottolinea la professoressa Laura Valentina Socco, Coordinatrice del Collegio di Ingegneria dell’Ambiente e il Territorio e referente del corso di laurea – Anche la conoscenza e la formazione sono una forma di adattamento al cambiamento. L’affacciarsi al mondo del lavoro di questi nuovi laureati accanto a coloro che provengono dagli indirizzi già da tempo consolidati ci consente di proporre profili esperti in ambiti diversi dell’ingegneria ambientale, pronti a rispondere alle numerose sfide che la questione ambientale oggi ci pone”.