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Venerdì 23 ottobre2020, dalle 9 alle 18.30, presso Palazzo Badini (via Verdi, 10) e in diretta streaming su Unito media (www.unito.it/media), si svolge il workshop “Promuovere felicità e benessere: contesti e strumenti”, organizzato dal Dipartimento di Psicologia e dal Movimento Mezzopieno, rivolto a studenti e studentesse di Unito e alla cittadinanza.

 

Il workshop intende affrontare il tema del benessere e della felicità partendo da una concezione scientifica dei costrutti e presentando i risultati che le scienze, in particolare psicologichehanno prodotto su questo tema.

Il workshop è rivolto a 60 studenti/studentesse afferenti ai corsi di laurea triennali e magistrali di Unito (Dipartimenti di Psicologia e di CPS, Economia e Statistica, Neuroscienze, Studi Umanistici, Scienze Mediche, Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche).
I partecipanti devono registrarsi online (iscrizione obbligatoria) scegliendo se seguire in modalità “in presenza”, oppure “da remoto“, gli interventi in plenaria della mattinata vengono trasmessi in diretta streaming su Unito media (www.unito.it/media) e sono dunque aperti anche alla cittadinanza.

✨ È uscita la nuova guida del CIRSDe alla prospettiva di genere nei programmi dell’Università degli Studi di Torino. È uno strumento interessante e necessario che ogni studente e studentessa dell’ Università degli Studi di Torino può consultare per avvicinarsi e approfondire lo studio delle tematiche di genere. Offre indicazioni rispetto ai corsi attivi all’interno dei Dipartimenti di Torino che hanno adottato una prospettiva di genere.
🏳️‍🌈 Le cattedre di Gender Studies nelle università italiane sono pochissime, vi rimandiamo quindi al sito del CIRSDe per saperne di più rispetto a dottorati, master o corsi di perfezionamento in quest’ambito. Negli ultimi anni in Italia è nata l’esigenza di affrontare anche le questioni legate alla comunità LGBTQ+, oltre che a quelle che riguardato le differenze tra uomo e donna. Noi ci auguriamo che la guida del prossimo anno possa essere ancora più nutrita e piena di corsi che facciano riferimento ai Gender Studies, rendendo così il mondo accademico torinese più inclusivo.
Qui trovate l’elenco dei dei corsi che hanno adottato una prospettiva di genere.
Mancano pochi giorni alla quattordicesima edizione di Portici di Carta che quest’anno è dedicata a Luis Sepúlveda: i portici di via Roma, piazza San Carlo e piazza C.L.N. ospiteranno 65 librerie e 65 case editrici piemontesi: è la libreria en plein air più lunga del mondo. Vi aspetta una passeggiata in centro tra la letteratura: dal 17 al 18 ottobre 2020.
📚 Luis Sepúlveda si è spento ad aprile, ma le sue storie continueranno a vivere per sempre. Un autore dall’immensa immaginazione che ha saputo regalarci romanzi e libri di viaggio, il più conosciuto e apprezzato è sicuramente “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, una storia che ha insegnato a migliaia di bambini e bambine il valore della condivisione; il “farcela insieme”; la solidarietà e l’amore per il “diverso”.
🐣 La piccola gabbianella nasce sul balcone di Zorba, un gatto nero che viene scambiato per sua madre. Qualcuno deve insegnarle a volare, ma chi può farlo? La gabbianella si fa coraggio e grazie ai suoi amici riesce finalmente a volare. Una storia di rivalsa che ha segnato la nostra infanzia.
Save the date! 📌 Giovedì 8 ottobre alle 17:30 avete un appuntamento con UniToGO — Eppur mi muovo
Presentazione dei dati raccolti durante l’indagine nazionale sulla mobilità casa-università.
Si parlerà delle nuove abitudini di mobilità degli studenti e delle studentesse durante il Covid-19.
In una città universitaria come Torino oltre 100.000 persone raggiungono le sedi di Ateneo per studiare o lavorare. Quanto e come prevede di muoversi la comunità universitaria ai tempi del Covid-19? Quali le differenze con il resto del paese?

In anteprima verranno presentati i risultati per UniTo dell’Indagine nazionale sulla mobilità casa-università promossa dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile e patrocinata dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Indicazioni che verranno messe a confronto con le politiche di mobilità degli Enti locali, Politecnico di Torino, Comitato Torino Respira e Assemblea Popolare.

Per registrarti all’evento, clicca qui.
Conoscete il fondo rotativo dell’Edisu Piemonte?
Il fondo è rivolto a studenti e studentesse fuori sede, richiedenti la borsa di studio e il servizio abitativo, risultati idonei nelle graduatorie definitive di servizio abitativo e non assegnatari a seguito di dichiarazione di interesse.
Domanda online dal 2 ottobre 2020 per il Fondo Rotativo per deposito cauzionale di Edisu.
❔Cos’è il Fondo Rotativo?
💵 È un sostegno economico che copre il pagamento del deposito cauzionale richiesto in sede di stipula di contratto di locazione. Si tratta di un anticipo dell’importo di borsa di per studenti e studentesse fuori sede richiedenti borsa di studio e servizio risultati/e idonei/e al posto letto nelle graduatorie definitive ma non assegnatari/e a seguito di dichiarazione di interesse.
ℹ️ L’importo è pari a due mensilità, verrà riconosciuto interamente o in quota parte in base al numero degli intestatari e non può superare € 800,00. L’ importo è un anticipo dell’importo di borsa di studio.
Per informazioni consulta il Bando Edisu ma ricordate che la domanda va fatta online dal 2 ottobre 2020
Sono ripartire oggi, lunedì 28 settembre, le prime lezioni ad Unito. La modalità di fatto sarà “mista“: vale a dire che ciascun docente valuterà se erogare il corso in presenza o a distanza, utilizzando la piattaforma Webex. Nel caso della formula in presenza, l’ingresso sarà limitato ad un numero di posti predefinito, secondo determinate modalità di accesso e previa prenotazione con lo Studenti booking.
Cos’è lo Student Booking? Ti servirà per accedere alle lezioni di UniTO. ⬇️⬇️⬇️
🧑‍💻Per accedere alle lezioni in sicurezza potrai prenotare il tuo posto in aula. Come? Basta accedere connettendosi alla “MyUniTo Studente” o “Futuro Studente” e prenotare il tuo posto in aula con il servizio “Student Booking”.
💼 Il servizio è rivolto a:
• iscritti/e ad un corso di studio con piano di studio caricato e attività didattiche in stato frequentato/pianificato, prevedendo una coda prioritaria per gli studenti con disabilità
•matricole senza piano di studi caricato
• futuri/e alunni/e che abbiano effettuato la registrazione sul portale di Ateneo e concluso l’iter di completamento dei dati anagrafici.

 

La torinese Emma è la prima donna laureata in Italia in Ingegneria Civile al Politecnico di Torino: era il 1908 e le donne non avevano diritti

 

Senza diritti, futuro e lavoro; solo il matrimonio ad innalzare, in maniera teorica, la loro condizione di nascita. L’opinione pubblica, durante i primi anni del Novecento italiano, si sta dirigendo verso la lenta, ma graduale, conquista del diritto di voto per le cittadine italiane, che avverrà più di quarant’anni dopo, con il primo referendum che vede partecipare anche le donne. Torniamo indietro agli anni in cui le ragazze negli studi scientifici e tecnici erano pressoché inesistenti; solo nel 1905 viene permesso alle donne di insegnare alle scuole medie; c’è voglia di emancipazione e di ottenere un ruolo sociale diverso da quello di moglie e madre. In questo difficile contesto storico fa la sua comparsa una giovane ragazza di Torino che vuole diventare ingegnere: Emma Strada. Si iscrive al Politecnico di Torino a diciannove anni per conseguire la laurea nel 1908, ma non era così comune farlo, specie per una ragazza. Nei primi anni del Novecento risultano essere iscritte all’università 250 donne in tutta Italia (www.storiaxxisecolo.it), Emma è una delle poche a frequentarla, ma sarà di lì a breve, anche una delle poche donne in Europa a conseguire un titolo di studio in Ingegneria Civile. All’estero ci sono le vite e i lavori esemplari di Sarah Guppy; ingegnere inglese che inventa un innovativo sistema per costruire ponti sospesi nei primi anni dell’Ottocento e Verena Holmes, ingegnere meccanico inglese, prima donna eletta all’Institution of Mechanical Engineers nel 1924 e all’Institution of Locomotive Engineers nel 1931, solo per citarne alcune.

È il 7 settembre 1908 quando esce un articolo sul quotidiano La Stampa:

Emma Strada, sabato scorso, al nostro Istituto Superiore Politecnico ha conseguito a pieni voti la laurea in ingegneria civile. La signorina Strada è così la prima donna-ingegnere che si conti in Italia e ha appena altre due o tre colleghe all’estero.

Non era semplice per una donna emergere in ambiti come l’ingegneria, la scienza e le materie tecnologiche, figuriamoci farsi “strada” in una carriera da sempre reputata prerogativa maschile, se n’è addirittura parlato sulla stampa torinese; all’epoca una laureata faceva notizia.

Emma nasce a Torino nel 1884 e decide di ripercorrere le orme del padre che ha uno studio tecnico di progettazione, con il quale lavora ed eredita i progetti. Lavora tra la Valle d’Aosta, la Calabria, la Liguria e il Piemonte: tra i suoi primi progetti figura una galleria di ribasso per drenare l’acqua in Valle d’Aosta, l’anno successivo alla sua laurea, nel 1909, si trasferisce in Calabria, dove si occupa della costruzione della ferrovia automoto-funicolare di Catanzaro e della costruzione del ramo calabrese dell’acquedotto pugliese. Per sei anni è l’assistente del Professor Pagliani, docente e direttore del Gabinetto di Igiene Industriale presso l’Università di Torino.

Progetta in Val d’Aosta la manica del Grand-Hôtel di St-Vincent e la funicolare, si sposta in Liguria per l’ampliamento del Palazzo Municipale di Varazze e si occupa di alcune abitazioni, anche nel torinese, dirigendo la costruzione dell’Asilo infantile della Crocetta. Nel 1957 con Anna Enrichetta Amour, Laura Lange, Ines del Tetto, Lidia Lanzi, Adelina Racheli, Vittoria Ilardi e Alessandra Bonfanti, istituisce l’AIDIA – l’Associazione Italiana Donne Ingegnere e Architetto – con l’intento di promuovere e valorizzare il lavoro femminile nel campo della scienza e delle tecniche, per poi lasciarci nel 1970, all’età di ottantasei anni.

I suoi progetti sono passati in sordina, ma ha sicuramente svolto un ruolo fondamentale nello scardinare un’idea diffusa nel 1900; le donne ingegnere non esistono. L’ha fatto in maniera del tutto naturale, studiando, lavorando e facendo carriera in un ambiente colmo di pregiudizi che nel Novecento vuole la donna riposta al lavoro di cura, in casa; (in)consapevolmente è diventata un esemplare simbolo di emancipazione e riappropriazione di un ruolo, da sempre declinato al maschile.

(fonte: didattica.polito.it)

Ylenia Covalea

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Sei un* creativ*? Studi Ingegneria, Architettura, Pianificazione o Design al Politecnico di Torino? Questo bando farà sicuramente per te!
🔜 Scade domani, 24 settembre 2020, la domanda per partecipare al Bando del Progetto Intraprendenti – un percorso per studenti e studentesse di Ingegneria, Architettura, Pianificazione e Design.
🔸 Coloro che verranno selezionati/e saranno inseriti nello sviluppo in team di attività interdisciplinari e interattive orientate al problem solving, senza dimenticare la cultura della sostenibilità.
🔹 La partecipazione al Progetto è a numero chiuso, il numero massimo di partecipanti è pari a 200 e si rivolge a chi è immatricolato/a al Politecnico di Torino nell’a.a. 2020/2021.
Qui tutte le info

 

Seicento anni di storia tra antifascismo e Premi Nobel

 

Nel nostro ultimo articolo abbiamo ripercorso la storia dell’Università di Torino, soffermandoci principalmente sulle figure di spicco per il nostro Paese che l’hanno frequentata. Siamo arrivati all’anno 1918, quando l’Italia è impegnata con le manovre belliche al fronte e Giuseppe Saragat, futuro Presidente d’Italia, si laurea in Economia a Torino.

 

Con la Riforma Gentile del 1923 quella di Torino diventa una delle dieci università gestite e finanziate direttamente dallo Stato.

Dal 1925 la resistenza è impegnata a combattere contro il fascismo, che prende sempre più piede all’interno dell’Ateneo. Ne consegue quindi un periodo culturale di fiorente antifascismo, con figure quali Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Leone Ginzburg, Massimo Mila, Vittorio Foa, Giorgio Agosti, Dante Livio Bianco e Cesare Pavese.

Tra 1934 e 1935 conseguono la laurea due importanti Premi Nobel, prima Salvatore Luria, poi Rita Levi-Montalcini, entrambi laureati in Medicina e Chirurgia. 

Il torinese Luria vince il Premio Nobel per la Medicina nel 1969, grazie alle sue rivoluzionarie ricerche rispetto la moltiplicazione e la mutabilità dei virus. Non è solo un brillante scienziato che collabora fianco a fianco con Enrico Fermi, ma anche personalità impegnata politicamente: convinto nei rischi dell’impiego atomico e occupato politicamente in una campagna contro la guerra in Vietnam, a Luria vengono negati i fondi per finanziare i suoi studi nel 1969, in America, dove vive e lavora, per le sue idee controcorrente. 

La vita di queste poliedriche personalità che donano lustro alla città di Torino sono complesse e travolgenti, difficili da riassumere in poche righe, ma è doveroso citare alcuni eventi che hanno reso Rita Levi-Montalcini tra le figure più interessanti del nostro Paese. La Senatrice a vita ha fatto la storia quando, negli anni Cinquanta, scopre il fattore di accrescimento della fibra nervosa, che le vale il Premio Nobel per la Medicina nel 1986. La Montalcini è anche ricordata come forte icona di emancipazione femminile per essere la prima donna ammessa alla Pontificia Accademia Delle Scienze. Perseguita durante le leggi razziali in quanto di fede ebraica, Rita Levi-Montalcini si rifugia con la famiglia in Belgio per poi tornare a Torino, sua città natale, quando nel 1940, prepara un vero e proprio laboratorio casalingo per non lasciare incompiute le sue ricerche scientifiche. 

Erano tempi difficili per una scienziata, specie se donna ed ebrea. Dichiara di esser vissuta in “un mondo vittoriano, nel quale dominava la figura maschile e la donna aveva poche possibilità” ; “sapevo che le nostre capacità mentali – uomo e donna – son le stesse: abbiamo uguali possibilità e differente approccio.” (Che tempo che fa, Intervista a Rita Levi-Montalcini, Rai Uno)

Vi vogliamo lasciare con una frase della Levi-Montalcini, nella speranza che possa essere d’ispirazione per tutti e tutte, una frase che sa di libertà:

 

Da bambine mio padre ripeteva a mia sorella e a me che dovevamo essere libere pensatrici. E noi siamo diventate libere pensatrici prima ancora di sapere cosa volesse dire pensare.”

(Rivista Club Tre, Intervista a Rita Levi- Montalcini sulla, Novembre 2008, p. 61)

 

(fonte: www.unito.it)

Ylenia Covalea

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Riaperte del sale di lettura del Politecnico di Torino
| Da oggi, 21 settembre 2020, riaprono al pubblico le sale di lettura delle biblioteche centrali di Architettura e Ingegneria
📰 Dal lunedì al venerdì dalle — ore 8.30 alle 18.30.
• 58 posti nella Biblioteca Centrale di Ingegneria
• 44 posti nella Biblioteca Centrale di Architettura
🎟 Per prenotarti dovrai:
Connettiti al Portale della Didattica – seleziona “Servizi per la Didattica” – “La mia didattica” – “Tool Prenotazioni” – “Biblioteche” – scegli la biblioteca di tuo interesse e seleziona il turno desiderato; potrai quindi effettuare la prenotazione. Tutte le info qui
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