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Un toro che poggia su tre libri, un’aquila coronata in atto di fissare il sole, questo il nuovo logo dell’Università di Torino.

Il restyling del logo è partito dallo studio del sigillo originale, mettendo al centro i simboli in esso presenti e i loro significati. La pubblicazione recente di un articolo a cura di ricercatrici e archiviste di UniTo ne ha aggiornato l’interpretazione, a partire dal ritrovamento di un cimelio di cui l’Ateneo è venuto in possesso. La progettazione si è concentrata sui simboli – i tre libri, il toro, l’aquila coronata e il sole – e sulla loro organizzazione spaziale.

La prima fase del lavoro ha previsto un’analisi comparativa, dalla quale è emersa la tendenza comune a molte istituzioni plurisecolari a rinnovare il proprio emblema, intervenendo sulla semplificazione del disegno. In particolare, omettendo gli elementi non significativi dal punto di vista simbolico, quelli con una funzione più “decorativa”, ma salvaguardando invece quelli irrinunciabili. L’intervento più significativo ha riguardato la riduzione – da tre a una – delle croci poste sui tre libri su cui poggia il toro, introdotte solo alla fine degli anni Novanta, ma non presenti né nel sigillo del 1615 né nelle prime realizzazioni moderne del 1925.

Il nuovo logo – ha dichiarato il rettore Geuna – nasce dal desiderio di ricondurre l’immagine di UniTo a un’estetica più attuale e più contemporanea. La storia del nostro Ateneo compie quindi un passo importante verso il futuro. Si riaffaccia al mondo attraverso una rappresentazione di sé autorevole e dinamica. Presentiamo oggi, con questa mostra, l‘esito di un processo di elaborazione grafica e simbolica improntato ad una profonda fedeltà filologica, che ha coinvolto la nostra comunità, nella piena consapevolezza che un logo costituisce lo specchio dell’identità della collettività. Dà forma a ciò che insieme siamo stati, siamo e saremo. La soluzione alla quale i nostri migliori esperti ci hanno guidati valorizza la tradizione in una chiave più leggibile e stagliata: i simboli originari del sigillo secentesco sono stati mantenuti, ma è stato realizzato un efficace ridisegno complessivo, per favorire una migliore riconoscibilità e distintività, allineandolo alle più attuali e diversificate esigenze di comunicazione”.

È stata pubblicata oggi l’Indagine AlmaLaurea 2022 su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati che considera 76 atenei italiani.

La percentuale di chi lavora dopo un anno tra gli studenti e le studentesse italiani/e è del 74,5%, ma il dato sale per quanto riguarda l’Università di Torino e il Politecnico supera il 76%.

Il dato di riferimento più significativo risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea, che continua a salire rispetto agli anni precedenti, in controtendenza con l’andamento nazionale: è occupato l’89,5% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale del 74,6%. Sempre molto alto il tasso di occupati a un anno dalla laurea magistrale nell’area dell’Ingegneria90,5% (a fronte di una media nazionale di 82,8%); al di sopra della media nazionale (del 79,8 %) anche il dato relativo ai laureati magistrali in Architettura, con l’82,8% di occupati.

La percentuale di occupati aumenta ancora, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 92,9% a fronte dell’88,5% del dato nazionale.

Interessante la tipologia di occupazione di questi laureati (il 43% può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato) e con una significativa differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.599 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.407 euro a un anno dal titolo e 1.872 euro rispetto a 1.635 euro a cinque anni dalla laurea.

I dati di Almalaurea mostrano che uno/a studente/essa su tre tra i/le laureati/e triennali e quasi la metà dei magistrali è entrato/a prima nel mondo del lavoro grazie a tirocini, e la metà degli studenti lavora già durante gli studi.

Sapete che cos’è una carriera alias?

Per garantire il benessere psico-fisico delle persone che studiano e che lavorano nell’Ateneo, a qualsiasi titolo facenti parte della comunità universitaria dell’Università degli Studi di Torino, nonché per favorire la realizzazione di un ambiente di studio e di lavoro inclusivo, l’Università di Torino, in sinergia con il CUG, pone in essere le misure di protezione per le persone che abbiano la necessità, all’interno dell’Ateneo, di un nome diverso rispetto a quello anagrafico, mediante l’attivazione di una carriera alias.

Può essere richiesta da chi partecipa alla comunità universitaria: popolazione studentesca, personale docente, personale tecnico-amministrativo, dirigenza, docenti a contratto, collaboratori/trici, componenti esterni/e degli organi collegiali e quanti/e a vario titolo operano, anche occasionalmente e temporaneamente, nelle strutture dell’Ateneo.

Inaugurerà giovedì 16 giugno il nuovo spazio studio a cura dello Spaccio di Cultura

’ ’ – presso , 38 Oltre 40 posti dedicati a studentesse e studenti degli istituti, licei e dell’università e di tutti/e coloro che vorranno venire a leggere, studiare, rilassarsi. Il progetto è ideato dalla Rete Italiana di Cultura Popolare in partenariato con l’Associazione OrtiAlti e l’ Istituto Lagrange e in collaborazione con Lavazza, Meeting Service Catering – Cooperativa Sociale Onlus, GTT e Scomodo, realizzato nell’ambito di ToNite UIA Torino, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale del programma Urban Innovative Actions. I Giardini sulla Dora fa parte della ̀, progetto sostenuto dal ’ – , , in sostegno alle situazioni di fragilita’ sociale della Regione Piemonte, Ministero Del Lavoro E Delle Politiche Sociali.

INFO E PRENOTAZIONI www.spacciocultura.it info@spacciocultura.it whatsapp: 3755985777 , 38, Torino

Ottimo risultato per il Politecnico di Torino nel QS World University Rankings, uno tra i più rinomati ranking internazionali pubblicato ogni anno dall’azienda britannica Quacquarelli Symonds: l’Ateneo si è infatti posizionato nel top 25% tra le migliori università al mondo, salendo dal 25,7% al 22,9%, e consolidando così il trend di crescita degli ultimi anni.

Il Politecnico scala infatti di nove posizioni la classifica mondiale, passando dalla posizione 334 alla 325. Il risultato è stato conseguito nonostante l’ingresso nella graduatoria di 124 nuove istituzioni, non recensite nella scorsa edizione.

Tra i principali dati positivi, si evidenzia il costante miglioramento del punteggio legato alla qualità della ricerca, Citation per Faculty: l’indicatore espresso attraverso la valorizzazione delle citazioni ricevute dalle pubblicazioni scientifiche prodotte dai ricercatori e dalle ricercatrici del Politecnico porta al collocamento dell’Ateneo al 236° posto, scalando 23 posizioni rispetto l’anno precedente.

Il Politecnico inoltre scala la classifica 17 posizioni per la voce legata alla presenza di studenti stranieri, confermandone l’attrattività internazionale.

Per quanto riguarda la reputazione accademica, l’Ateneo guadagna altre 10 posizioni rispetto il 2021, raggiungendo il 232° posto.

Il Politecnico di Torino ha presentato il “Gender equality plan”, pianificando le azioni e le aree di intervento per le politiche del prossimo triennio per la realizzazione dell’equità di genere in ateneo. Le azioni previste spaziano dalla formazione alla comunicazione, agli incentivi. In particolare verrà portato avanti il progetto WeAreHERe, che nel triennio di vita ha consentito alle studentesse iscritte al primo anno di ingegneria di passare dal 23.5% al 27.5% (da 1000 a 1200), con un aumento relativo di oltre il 15% dopo un decennio di stasi.

L’Ateneo ha dunque pianificato una serie di azioni illustrate nel Gender Equality Plan 2021-2024 “Obiettivo diversità”, il documento che raccoglie le aree tematiche sulle quali l’Ateneo piemontese intende articolare le proprie politiche per il raggiungimento dell’equità di genere e che prevedono, tra gli altri, una manifestazione di interesse per la chiamata diretta di docenti e ricercatrici di tutto il mondo che vogliano trasferirsi nel nostro ateneo; incentivi per la diminuzione dell’indice di “soffitto di cristallo

Sei sono le aree di intervento ciascuna delle quali declinata in azioni e obiettivi. Ad esempio entro il 2023, ogni dipendente potrà scegliere di apparire nella rubrica di ateneo in base alla propria declinazione di genere (che non sempre è quella scritta sui documenti). Saranno installati distributori di assorbenti a prezzi calmierati nei bagni. Si studierà l’attivazione di un congedo obbligatorio di paternità. Ma soprattutto si cercherà di cancellare i divari di carriera e di stipendio tra uomini e donne di un Politecnico che auspica (sulla carta) equità anche nelle stanze dei bottoni. In 150 anni di storia non è stata eletta neanche una rettrice.

Sono 10 le convenzioni con sconti e agevolazioni per utilizzare mezzi condivisi che l’Università di Torino mette a disposizione di studentesse e studenti.

La stipula delle convenzioni è l’esito del percorso inclusivo Muoviti bene con UniTo iniziato nel 2021 per strutturare un’offerta il più possibile rispondente ai bisogni della comunità universitaria e favorire un reale cambiamento di abitudini di mobilità con un minore impatto sull’ambiente.

Il percorso Muoviti bene con Unito si è strutturato in diverse tappe: dopo una mappatura degli operatori attivi sul territorio, l’Università ha aperto una procedura pubblica di manifestazione d’interesse per chiedere agli operatori del settore di formulare la migliore offerta agevolata per la comunità di Ateneo. Ricevute e analizzate le proposte, il Green Office e il Mobility Manager hanno elaborato un questionario per individuare gli elementi che la comunità universitaria riteneva più rilevanti per iniziare ad usare mezzi in sharing, o incrementarne l’uso nei propri spostamenti quotidiani. Oltre 4.000 persone tra studenti e dipendenti di Ateneo hanno espresso le proprie preferenze e gli esiti aggregati sono stati oggetto di un incontro pubblico tra Università e operatori che si è concluso con la possibilità per le società di ripresentare un’offerta ancora più personalizzata per l’Ateneo. Diversi operatori hanno presentato proposte migliorative che sono confluite nelle convenzioni ora attive.

Le convenzioni attive sono:

  • TRASPORTO PUBBLICO: CAVOURESE:
  • AUTO: ENJOY e SHARENOW;
  • SCOOTER ELETTRICI: ZIG ZAG;
  • MONOPATTINI ELETTRICI: LINK, HELBIZ, DOTT e VOI;
  • BICICLETTE: [TO]BIKE

Un nuovo distretto culturale per Torino sorgerà grazie alla riqualificazione della storica Manifattura Tabacchi e delle aree adiacenti che si trovano nella zona periferica nord-est della città, in prossimità del fiume Po e del Cimitero Monumentale. Dopo vari tentativi di valorizzazione avviati negli ultimi anni dall’Agenzia del Demanio, proprietaria dello storico complesso industriale, il Direttore dell’Agenzia ha siglato l’intesa con il Ministero della Cultura, e per esso la Direzione Generale Archivi e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, la Regione Piemonte, la Città di Torino, il Politecnico e l’Università degli Studi di Torino, che avvia la rigenerazione dell’intera area urbana che circonda il complesso immobiliare. L’ambiziosa operazione, che ridisegnerà di fatto una parte del capoluogo piemontese, sarà realizzata anche grazie alle risorse derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dal Next Generation EU (NGEU), in particolare nell’ambito della Missione 4 del PNRR dedicata all’“Istruzione e Ricerca”. Lo storico immobile infatti, con i suoi ampi spazi e le notevoli altezze interne, un tempo destinati alla lavorazione dei tabacchi, risulta sede ideale per l’insediamento di poli multifunzionali, universitari e di edilizia universitaria.

Con il Direttore dell’Agenzia del Demanio hanno siglato il Protocollo di Intesa il Sindaco di Torino, il Presidente della Regione Piemonte, il Direttore Generale Archivi, la Soprintendente del Mic, il Rettore dell’Università di Torino, e il Rettore del Politecnico di Torino.

L’accordo avvia i lavori del Tavolo Tecnico Operativo che definirà in dettaglio sia le risorse da mettere in campo sia gli spazi coinvolti. La riconversione del compendio consentirà la riqualificazione dell’intero quartiere e potrà coinvolgere anche il vicino complesso di proprietà comunale Ex Fabbrica F.I.M.I.T. con il recupero e la rifunzionalizzazione delle aree verdi già esistenti in un contesto con grandi potenzialità.
Negli spazi recuperati della Ex Manifattura è previsto l’insediamento di un Polo Universitario con residenze universitarie, servizi per gli studenti e aule di alta formazione e un Polo Archivistico con aule di consultazione, un centro studi e un deposito a servizio degli Archivi di Stato di Torino, Asti, Biella, Cuneo e Verbania afferenti alla Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura.

Nuove funzioni che eviteranno la costruzione di edifici che impatterebbero negativamente sul tessuto cittadino in termini di sostenibilità ambientale, la cui raggiungibilità e fruibilità verrà garantita dalla realizzazione della Linea 2 della Metropolitana per la quale la Città di Torino ha recentemente ottenuto i necessari finanziamenti.

L’iniziativa che le amministrazioni sottoscrittrici si sono impegnate a realizzare, soprattutto con riguardo alla Missione 4 del PNRR, si inserisce perfettamente nel progetto del legislatore europeo: i giovani, particolarmente colpiti dalle conseguenze della pandemia che ha determinato lo stravolgimento dei tempi di vita, l’isolamento e il distanziamento sociale, il senso di incertezza per il futuro, le difficoltà ad acquisire competenze specialistiche che consentano loro di affacciarsi in maniera più concorrenziale nel mondo del lavoro.

Il progetto dedicato alla città di Torino, che rappresenta un’eccellenza italiana nel panorama della formazione universitaria nazionale, potenzierà il sistema di servizi integrati e connessi alla formazione universitaria rendendo effettivo il diritto al raggiungimento dei più alti gradi dell’istruzione puntando da un lato alla tenuta degli iscritti e dell’attrattività delle università piemontesi e dall’altro alla riduzione del tasso di abbandono degli studi, con particolare riferimento agli studenti più meritevoli e capaci, ma privi di mezzi.

L’Ex Manifattura Tabacchi è un complesso immobiliare di tipo industriale, edificato tra il ‘700 ed il ‘900 sui resti di una precedente residenza sabauda, composto da vari corpi di fabbrica aventi strutture e consistenze differenti (muratura portante, misto c.a.,ferro, ecc).

La storia della struttura parte dal 1758 quando il Re Carlo Emanuele III avviò l’edificazione della Regia Fabbrica dei Tabacchi, completata nel 1789. La Manifattura Tabacchi, con i suoi 600 dipendenti, in gran parte donne, divenne nella prima metà del XIX secolo una delle più importanti realtà produttive della città di Torino. Nei primi del Novecento era una comunità pressoché autonoma, una città nella città, con un distaccamento della Guardia di Finanza, officine e falegnamerie meccaniche attrezzate, mense, locali di svago come un cinema e un teatro, anche un asilo nido ed alloggi per i dipendenti (allora circa 1300). A partire dagli anni Trenta del XX secolo iniziò invece per lo stabilimento del Regio Parco un lento declino fino alla chiusura definitiva nel 1996. Negli ultimi anni ha ospitato in alcuni edifici strutture amministrative dell’Università di Torino.

La scadenza della 4ª rata dell’Università di Torino è alle porte. Martedì 31 maggio 2022 scade infatti il termine ultimo per pagare l’ultima rata della contribuzione studentesca. 

Ricordate che

  • la no-tax-area fino a 22.000 Euro di valore ISEE;
  • il pagamento può avvenire solo ed esclusivamente con PagoPA;
  • puoi verificare sempre lo stato dei tuoi pagamenti sulla sezione dedicata alle TASSE su MyUnito;
  • per ogni dubbio puoi contattar la Sezione Diritto allo Studio Telefono: (+39) 011 6709902 (da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 12.00)

    Supporto
    Invia un help desk alla Direzione Didattica e Servizi agli Studenti.
    Per maggiori informazioni sull’utilizzo del servizio consulta la guida online

Il Politecnico di Torino organizza la seconda edizione della manifestazione internazionale dedicata a tecnologia e società: una grande occasione di incontro tra università, cittadini, imprese, pubblica amministrazione e terzo settore per informarsi e riflettere sulle grandi sfide di una società sempre più tecnologica.

Saranno i Princìpi i protagonisti della seconda edizione di Biennale Tecnologia, la prima iniziativa di carattere internazionale interamente dedicata al rapporto tra la tecnologia, l’uomo e la società che dal 2019 – con l’”edizione zero” del Festival della Tecnologia – il Politecnico di Torino organizza e promuove – insieme a numerosi partner – per riflettere sulle grandi sfide che una società a trazione fortemente tecnologica è chiamata necessariamente ad affrontare nel suo futuro.

“Princìpi” intesi come nuovi inizi, ma anche come le fondamenta sulle quali costruire il nostro futuro, che oggi appare particolarmente complesso. La pandemia, che ha così profondamente colpito l’umanità intera, e la recente guerra scoppiata nel cuore dell’Europa hanno certamente messo a dura prova la società, e in particolare i più giovani. Ed è proprio alle nuove generazioni che Biennale Tecnologia- Tecnologia è Umanità vuole parlare, proponendo per loro e con loro una riflessione complessa e articolata che, a partire ancora una volta dalla tecnologia come principio abilitante che concorre a forgiare la nostra realtà, provi a dare qualche risposta, a trovare qualche punto fermo da cui ripartire o verso cui tendere per fabbricare un mondo migliore, più giusto e democratico.

Sulla scorta di queste premesse e dopo l’edizione del 2020, Biennale Tecnologia tornerà in presenza dal 10 al 13 novembre 2022 a parlare al proprio pubblico – la comunità politecnica, le scuole, i media, i decisori politici e più in generale la cittadinanza – in una formula collaudata che vedrà alternarsi oltre 100 appuntamenti tra lezioni, dialoghi, incontri, dibattiti, mostre, spettacoli, tutti distribuiti nelle sedi principali del Politecnico di Corso Duca degli Abruzzi e del Castello del Valentino, ma anche negli spazi del Circolo dei lettori – partner fin dalla prima edizione della manifestazione – e delle Officine Grandi Riparazioni, che entrano quest’anno come sede prestigiosa grazie alla partnership con OGR Torino e al sostegno della Fondazione CRT.

L’edizione 2022 vuole scommettere sulla possibilità di tornare in presenza sia con gli incontri, che con le attività, dopo il successo del Festival della Tecnologia, organizzato nel 2019 dal Politecnico per celebrare il suo 160° anniversario, che aveva portato nelle dieci sedi della manifestazione oltre 300 ospiti e più di 50 mila presenze e l’ottima risposta del pubblico, con quasi 80 mila visualizzazioni dei video degli oltre 120 incontri – online a causa della pandemia – della prima edizione di Biennale Tecnologia (tenutasi nel novembre 2020).

“Non vediamo l’ora di avere di nuovo i nostri corridoi affollati di studenti, appassionati e famiglie come nel 2019. In questi anni abbiamo fatto grandi sforzi per proseguire nella direzione su cui credo che il nostro Ateneo debba investire: aprire i nostri spazi, fisici e virtuali, alla società, per portare contributi culturali di altissimo livello, suscitare dibattito, rendere la tecnologia più comprensibile e più interessante per il grande pubblico, perché siamo un’università tecnica, ma sempre più ci stiamo aprendo alle scienze umane e sociali, alla filosofia, all’economia, al diritto sia nei nostri percorsi di studio sia nella nostra offerta culturale”, commenta il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, che prosegue: “Nel 2022 lo scenario dei grandi appuntamenti culturali si è ulteriormente arricchito con l’arrivo del Festival internazionale dell’Economia. È quindi possibile affermare che il capoluogo piemontese è diventato un centro di primaria grandezza a livello europeo per chi è interessato al pensiero critico su tre temi di assoluta rilevanza, una sorta di “triplice elica” della modernità: la politica (Biennale Democrazia), l’economia (Festival internazionale dell’Economia) e la tecno-scienza (Biennale Tecnologia)”.

Ancora una volta a essere protagonisti della manifestazione saranno anche i tanti soggetti che hanno creduto e continuano a credere nell’importanza di sostenere Biennale Tecnologia, a cominciare dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, dai main partner Intesa Sanpaolo e IrenFondazione Compagnia di San Paolo e la già citata Fondazione CRT, tra i primi sostenitori della manifestazione insieme a CSI Piemonte e Fondazione Circolo dei lettori. A conferma della grande rilevanza e del riconoscimento attribuiti a Biennale Tecnologia, quest’anno si sono già affiancati in qualità di sponsor importanti aziende nazionali e internazionali: Alstom, Avio Aero, CNH Industrial, Iveco Group, Lavazza, Prima Industrie. Ad arricchire il programma della manifestazione concorrono anche molte istituzioni culturali come l’Università di Torino, il Museo Nazionale del Cinema e il Torino Film Festival, Paratissima, il Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, il Festival internazionale dell’Economia, Biennale Democrazia, l’Università del Piemonte Orientale, l’Università di Scienze Gastronomiche.

IL PROGRAMMA

 

Come già nelle precedenti edizioni, il programma si pone l’obiettivo di creare un mix culturalmente rigoroso ma ugualmente attraente per il grande pubblico, che comprenderà temi di attualità, prospettive storiche, relatori sia già molto affermati sia emergenti, tutti chiamati a confrontarsi con approccio fortemente interdisciplinare su argomenti cruciali come, tra gli altri, le tecnologie verdi, la transizione digitale, le questioni di genere, la geopolitica della tecnologia, i modelli di sviluppo, i nuovi orizzonti dell’arte, la città e le infrastrutture.

Il programma si snoda lungo tre filoni, ciascuno dei quali rappresenta un particolare significato del termine Princìpi. Si inizia con i Fondamenti, intesi come i presupposti di qualsiasi disciplina, sia essa tecnica, giuridica, economica o di altro genere; sono le conoscenze preliminari, essenziali, generative. In quest’ambito si svilupperanno temi quali la democrazia e i diritti in relazione alla tecnologia, il lavoro, la sanità e le infrastrutture.

Il secondo filone è quello dei Nuovi inizi: si tratta dei principi che descrivono la società che una comunità desidera costruire, come quelli contenuti nella Dichiarazione dei diritti e dei principi digitali proposta dalla Commissione europea all’inizio del 2022. Sono quelle convinzioni che mirano a far trovare l’accordo tra le parti avverse e rappresentano i semi dei pensieri che alimentano le decisioni e le guidano verso la loro realizzazione. Come insegnava il Mahatma Gandhi: «Il fine è nei mezzi come l’albero nel seme».

Sostenibilità, nuovi modelli di sviluppo economico, tecnologie e politiche per una mobilità innovativa e, più in generale, riflessioni sull’universo giovanile e la direzione che assumerà la nostra società tecnologica sono i temi che saranno toccati dai numerosi appuntamenti del programma inseriti in questo filone.

Ultima chiave di lettura dei Princìpi è la sua accezione di Principi attivi, che costituiscono l’essenza delle tecnologie farmaceutiche. Qui il concetto vuole essere usato per alludere a tutte le tecnologie che abilitano azioni, comportamenti e pensieri innovativi, che contribuiscono a curare i malesseri della società o a migliorarne le qualità. In senso allargato, le tecnologie che non si limitano a essere nuove ma che sono adottate come importanti innovazioni, si possono concepire come “principi attivi” lanciati in un sistema e capaci di abilitare importanti effetti per la vita umana e per il pianeta: la transizione digitale, i materiali intelligenti, le tecnologie per l’energia, gli algoritmi, i robot e l’intelligenza artificiale sono solo alcuni degli esempi di argomenti che saranno affrontati nel programma in questa accezione.

L’INAUGURAZIONE

Ad aprire Biennale Tecnologia – Tecnologia è Umanità giovedì 10 novembre con una lectio magistralis sarà il grande matematico e filosofo libanese Nassim Nicholas Taleb, autore di numerosi saggi, tra cui i celebri “Il Cigno Nero” ed “Antifragile”, saggi che hanno dato un grande contributo per comprendere meglio fenomeni come la crisi finanziaria del 2008 o la pandemia COVID-19 e per affrontare in maniera più razionale le sfide del futuro.

La giornata inaugurale proseguirà sul palco delle OGR con un adattamento teatrale originale per Biennale Tecnologia de “La fabbrica del mondo”, progetto di Marco Paolini e Telmo Pievani: Paolini, accompagnato dai Corvi di Marta Cuscunà e da Saba Anglana, con Fabio Barovero darà corpo alle storie e alle musiche del progetto nato come format televisivo per Rai3, dedicato alla scienza, al cambiamento climatico e alle sue cause e conseguenze, mescolando linguaggi diversi: teatro, cinema, divulgazione scientifica, fotografia, letteratura.

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