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Ai primi accenni dello scoppio di una malattia epidemiologi, operatori sanitari, decisori politici e scienziati si rivolgono a sofisticati modelli di previsione per determinare in che modo la malattia si sta diffondendo e che cosa dovrebbe esser fatto per minimizzare il rischio di contagio. Una ricerca in collaborazione tra il Politecnico di Torino e la New York University Tandon School of Engineering sta rivoluzionando il processo di modellazione tradizionale, ottenendo previsioni più semplici da calcolare e più efficaci all’interno di un mondo iperconnesso.

Tutti i modelli predittivi correlano il movimento di una malattia alla popolazione nel corso del tempo, ma le simulazioni odierne non sempre tengono conto in maniera efficace di un aspetto ovvio: la mobilità e l’attività variano tra le persone e queste variazioni hanno un impatto sulla probabilità di contrarre o diffondere la malattia.

Un nuovo paradigma è stato esposto in un paper pubblicato sulla prestigiosa rivista Physical Review Letters da Alessandro Rizzo, professore associato del Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico e visiting professor alla New York University Tandon School of Engineering, Lorenzo Zino, dottorando del Politecnico in matematica pura e applicata, e Maurizio Porfiri, professore di Ingegneria meccanica e aerospaziale alla New York University Tandon School of Engineering.

Nel futuro, i ricercatori si aspettano che questo modello possa aiutare gli operatori del settore ad affrontare un’epidemia, incluse l’attuazione di strategie di vaccinazione, la valutazione di rischi e benefici indotti dai divieti di viaggio e la misurazione dell’efficacia delle campagne di prevenzione delle malattie.

 

Sono stati inaugurati il 30 novembre 2016 due nuovi laboratori altamente innovativi per la messa a punto di nanomateriali molto promettenti per la cura di gravi patologie come l’osteoporosi e i tumori.

Le due nuove strutture del Politecnico di Torino sono state entrambe finanziate dai fondi ottenuti da due ricercatrici dell’Ateneo che si sono aggiudicate il prestigioso riconoscimento ERC Grant. Chiara Vitale Brovarone e Valentina Cauda sono infatti rispettivamente risultate vincitrici di un ERC Consolidator Grant (BOOST – 2 milioni di euro) e di un ERC Starting Grant (TrojaNanoHorse – 1.5 milioni di euro).

Le nuove strutture finanziate permetteranno di condurre ricerche su due progetti di frontiera, che propongono cure per malattie con una grave incidenza sociale tramite un approccio altamente innovativo: non farmaci, ma materiali nanometrici che condizionano il comportamento delle cellule malate, potenzialmente senza effetti collaterali.

Il progetto BOOST (Biomimetic trick to re-balance Osteoblast-Osteoclast loop in osteoporoSis treatment: a Topological and materials driven approach) si propone di sviluppare uno scaffold intelligente (cioè una sorta di “impalcatura” realizzata con nanomateriali e biomolecole), in grado di “ingannare” le cellule ossee in caso di fratture provocate da osteoporosi e spingerle a riattivare il comportamento che hanno le cellule sane, ricreando così il microambiente fisiologico. Per svolgere ricerche di questo tipo occorre una strumentazione molto avanzata; il laboratorio BOOST è dotato, tra gli altri strumenti, di un microscopio elettronico a scansione da banco con possibilità di mappature composizionali e analisi topografiche e una nanotomografia computerizzata con risoluzione fino a 350 nanometri per l’analisi del tessuto osseo e degli scaffold prodotti.

Il progetto TrojaNanoHorse (TNH), invece, studia lo sviluppo di una nanoparticella che agisca come una sorta di Cavallo di Troia, conducendo un nanomateriale letale per le cellule tumorali direttamente all’obiettivo, senza effetti tossici sui tessuti sani. Il laboratorio TNH è dotato di un microscopio rovesciato in fluorescenza che permette di fare misure su cellule viventi in real-time e seguirle nel tempo e uno spettrometro EPR (a risonanza paramagnetica elettronica), che permetterà l’analisi dei radicali liberi, ovvero le armi usate dal nanomateriale per uccidere le cellule tumorali.

I due progetti hanno portato anche alla creazione di gruppi di ricerca dedicati: ad oggi sono già state reclutate una quindicina di persone tra studenti di dottorato e assegnisti di ricerca e sono previste tre posizioni da ricercatore a tempo determinato, di cui una già bandita.

Appuntamento con Alberto Angela eIl segreto della Giocondaoggi, giovedì 1 dicembre, alle ore 17:45 presso il Teatro Colosseo.

Fascino e mistero si fondono così all’interno della rassegna GiovedìScienza: il paleontologo, scrittore e divulgatore più in voga del momento accompagnerà l’uditorio – non solo presente in sala ma anche in diretta streaming – in un viaggio alla scoperta dei misteri del quadro più enigmatico di Leonardo, per questo tanto più cruciale per accedere alla comprensione della mente e della vita del suo creatore.

La Gioconda diventa allora il punto di partenza per parlare delle incredibili macchine ed invenzioni del genio leonardesco: il tanto dibattuto paesaggio cui Monnalisa dà le spalle apre la via per spiegare la prospettiva aerea ideata da Leonardo, mentre lo studio delle sue mani svela approfonditi e accurati studi di anatomia.

Tre minuti per raccontare altrettanti anni di studio e ricerca ad un pubblico di non addetti ai lavori.
Questa la sfida di “My Research in 3 Minutes“, il concorso indetto per rendere protagonista la ricerca svolta quotidianamente dei dottorandi del Politecnico tenutosi il 21 novembre 2016 in occasione della cerimonia di consegna delle pergamene ai Dottori di Ricerca dell’Ateneo.

Ad aggiudicarsi il primo premio Jyotishman Ghosh, dottorando del III anno in Ingegneria Meccanica che con la presentazione “Four wheel steering: Drive like Lewis Hamilton!” ha meritato la vittoria di 1.500 euro; al secondo posto si è piazzato il progetto Vibration control and mitigation in turbomachinery di Eleonora Gastaldi, dottoranda del III anno in Ingegneria Aerospaziale. Sull’ultimo gradino del podio è salito invece Daniele Jahier Pilone, studente di dottorato del II anno in Ingegneria Informatica e dei Sistemi che con la tesi “Energy-efficient approximate computing” si è aggiudicato il terzo premio per un ammontare di 500 euro.

I tre vincitori hanno avuto la meglio su una rosa di sei candidati finalisti – i migliori tra i sessanta presentati in fase pre-selettiva – che hanno comunque avuto l’opportunità di esporre i propri progetti di tesi di fronte ad una giuria di giornalisti scientifici e divulgatori, tra cui Stefano Bagnasco (INFN e CentroScienza), Piero Bianucci (giornalista scientifico, fondatore di Tuttoscienze de La Stampa) e Claudia Pregno (TG Leonardo – Rai3).

Si consolida ulteriormente la collaborazione tra il Politecnico di Torino e l’azienda aeronautica Avio Aero.

Il 14 novembre 2016, l’incontro “L’Advanced manufacturing nei Corsi di Laurea Magistrale” ha messo a fuoco le competenze necessarie ai professionisti dell’ Advanced Manufacturing e discusso della possibilità di attivare nuove partnership tra l’azienda aeronautica e l’ateneo piemontese per formare personale altamente qualificato per la produzione nel settore del manifatturiero avanzato.

Modelli educativi e industria devono evolvere in sinergia, secondo i paradigmi riscritti a velocità impensata dall’era della digitalizzazione e dell’industrial internet.
Ecco perché il Politecnico, per voce dello stesso Rettore Marco Gilli, ritiene essenziale offrire un contributo concreto alla formazione dei professionisti del futuro, che nasca dall’integrazione tra le esigenze del mondo accademico e quelle delle realtà industriali.

«Il Politecnico di Torino – ha dichiarato Gilli – offre un’ampia gamma di corsi nel settore dell’Advanced Manufacturing, sia a livello della Laurea Magistrale con l’orientamento in Fabbricazione Additiva del Corso di Ingegneria meccanica, che a quello del Master. In particolare, nel settore dell’Additive Manufacturing, una delle componenti più di frontiera della manifattura del futuro, il Politecnico si posiziona tra i migliori centri di ricerca a livello nazionale e internazionale e l’Ateneo ha investito in modo consistente anche in un nuovo centro interdipartimentale su queste tematiche.
Pensiamo che, anche per contribuire sempre meglio a produrre ricadute dell’attività di ricerca sul territorio, sia necessario portare in modo ancora più consistente anche nei nostri percorsi formativi competenze così avanzate, per formare professionisti pronti a rispondere alle richieste che provengono dal mondo aziendale. In questo senso, il confronto con Avio Aero anche nell’ambito della formazione, forti di
una collaborazione solida che presto si arricchirà di un nuovo laboratorio congiunto proprio nel nostro Campus, servirà sicuramente anche a progettare percorsi formativi con un approccio trasversale e interdisciplinare, competitivo e capace di offrire al mercato le professionalità altamente qualificate richieste dalla cosiddetta Industria 4.0».

Gli stessi intenti di collaborazione sono stati confermati da Riccardo Procacci, Presidente e Amministratore delegato di Avio Aero. «Questa collaborazione con il Politecnico di Torino –  precisa il CEO  è un passo di straordinaria importanza che mi rende particolarmente orgoglioso perché crea competenze nuove e mirate, andando esattamente nella stessa direzione in cui sta andando l’industria del futuro.
Nel quotidiano di Avio Aero, infatti, la quarta rivoluzione industriale sta cominciando nelle Operations, attraverso quella che è stata chiamata Brilliant Factory, la Fabbrica Intelligente, un luogo di produzione che può continuamente auto-migliorare i propri prodotti e processi, tramite la raccolta, la trasmissione e l’analisi di dati in tempo reale. E’ necessario, quindi, un ecosistema composto da progettisti di prodotto, ingegneri di produzione e operatori di stabilimento che dialoghino costantemente e collaborino su piattaforme in grado di simulare virtualmente il processo produttivo e il prodotto stesso in forma digitale, senza maneggiare materiali o macchinari. Iniziative come questa aiutano a far sì che questa visione diventi realtà».

Martedì 15 novembre – ore 11.00, presso la Sala consiglio di facoltà del Politecnico di Torino , Marco Sangermano illustrerà le nuove frontiere di ricerca per la creazione di sistemi olfattivi artificiali.

Nella cornice della cerimonia di consegna dell’ IBM University Award, il Professore interverrà con un contributo dal titolo “Dallo sviluppo di sensori polimerici di gas verso la costruzione di un naso elettronico“, in cui spiegherà come la ricerca sui sistemi artificiali in grado di rilevare odori abbia fatto passi da gigante.

Nuovi materiali polimerici economici, sviluppati in collaborazione tra Politecnico di Torino e Almaden IBM Research Center con sede in California, consentiranno di passare dalla produzione di un naso elettronico industriale o per scopi scientifici a “personal e-nose” direttamente integrati nel proprio smartphone.
Ben presto un semplice dispositivo mobile sarà in grado di emulare il funzionamento biologico dell’olfatto, odorando il nostro cibo per conoscerne la qualità o identificando attraverso il respiro un’influenza prima di manifestarne i sintomi.

Per adesioni: eventi@polito.it

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