Repubblica.it-Mille università del mondo per dialogare con i contadini di Terra Madre. Carlo Petrini lancia l’obiettivo per l’edizione 2018 del Salone del Gusto che sarà di nuovo a Torino: “Gli allevatori e i contadini devono essere riconosciuti come docenti e portatori di conoscenze. Vogliamo aprire un dialogo alla pari tra i nostri 7mila delegati e i professori di mille università di tutto il mondo e lo faremo a Terra Madre”, annuncia il fondatore di Slow Food, invitato a Chieri per ricevere la cittadinanza onoraria e celebrare le cento città piemontesi che nell’autunno 2016 hanno aperto le porte ai delegati dell’associazione con la chiocciola per la prima edizione all’aperto del Salone del Gusto.

Il sindaco di Chieri, Claudio Martano, ha invitato Petrini e i colleghi che si sono impegnati per costruire la rete d’accoglienza che ha reso possibile la kermesse da record dello scorso settembre: “Abbiamo scelto di darti la cittadinanza onoraria per l’impegno sociale e culturale nel campo dell’alimentazione e della difesa del territorio”, spiega Martano. E con lui a celebrare Petrini ci sono quasi una quarantina di amministratori locali, tra sindaci e assessori, in prima fila quello al Commercio della Città di Torino, Alberto Sacco, che sul Salone del Gusto ha investito molto: “Se fissiamo le date in base alla politica “lasuma perdi”. Molti non ci sono perché sono in ballottaggio, altri perché sono scaduti o appena eletti”, scherza Petrini per spiegare le defezioni degli assenti.

Come sempre però il teorico del “cibo buono, pulito e giusto” alza l’asticella: “Per la prossima edizione dobbiamo arrivare ad avere almeno 110 città del Piemonte pronte ad accogliere i delegati. L’ospitalità che avete dato è preziosissima. Ovviamente per chi ha organizzato, ma questa è un’esperienza di vita importante anche per i piemontesi. E per questo vi dico che dobbiamo rivendicare la capacità di accogliere del Piemonte che è molto più grande di quanto si racconti”.

All’evento non partecipano infatti solo gli amministratori locali (di Bra, Cavallermaggiore, Capriglio, Pecetto, Villanova d’Asti), ma anche una delegazione nutrita di quelle centinaia di famiglie che a settembre ha aperto la propria casa a delegati in arrivo da tutto il mondo.: “Abbiamo scoperto che c’era questa possibilità dal sito del comune. Abbiamo quattro figli e parlandone con loro abbiamo deciso di provare — racconta Maura Tosco, chierese — Da noi hanno dormito cinque rappresentanti della delegazione brasiliana, arrivavano da punti diversi del Paese, c’era una ragazza che difende la biodiversità della foresta amazzonica, una delegata di Slow Food, un agricoltore. E da loro ho imparato ad avere un rapporto con il tempo diverso, a essere meno schiava dell’orologio”.

I coniugi Bovero, di Pecetto, invece hanno accolto un ragazzo, sempre brasiliano, che da settembre è rimasto sempre in contatto con loro: “Si chiama Remy e almeno una volta al mese ci scriviamo via email. Nei prossimi mesi sarà in Germania con la sua fidanzata e ha detto che passerà di nuovo da noi con lei”. Gli scambi, di competenze e di esperienze, tra chi accoglie e i visitatori però saranno istituzionalizzati dalla prossima edizione: “Ogni città che ospita sarà sede della didattica

 diffusa di questa grande Università della terra — promette Petrini — Solo così ridiamo valore al cibo e ai contadini”. E l’appuntamento lo dà Roberto Burdese, che ai sogni di Petrini dà le gambe per camminare e già sta lavorando alla prossima edizione del Salone del Gusto: “Nei primi mesi del 2018 ci ritroveremo con tutti voi per avviare l’ideazione della prossima edizione e iniziare a organizzare questo nuovo progetto”.