Il Premier britannico: “una decisione difficile”
Con la Brexit la Gran Bretagna ha deciso che uscirà in modo definitivo dal programma per la mobilità delle studentesse e degli studenti universitari Erasmus+.
Il Premier Johnson, da sempre favorevole alla Brexit, ha ribadito lo stop alla partecipazione di Erasmus+, che prevede uno scambio co-finanziato dall’Unione Europea, di giovani studentesse e studenti sul territorio europeo. Ogni anno partecipavano circa 17 mila studentesse e studenti provenienti dalla Gran Bretagna e 32 mila dall’intera Unione Europea.
Quali saranno le sorti di chi sta ancora svolgendo il programma in Inghilterra? L’accordo di recesso è già entrato in vigore il 1º febbraio 2020, L’Unione Europa precisa che rispetterà pienamente i propri obblighi in relazione al presente accordo e che i soggetti giuridici nel Regno Unito continueranno a ricevere finanziamenti per il programma Erasmus+, come se il Regno Unito fosse uno Stato membro, fino al completamento dei programmi. È quindi stata assicurata la continuazione fino alla scadenza del periodo di soggiorno per studentesse e studenti già in mobilità Erasmus+ nel Regno Unito.
Sembra che la decisione sia stata presa principalmente, ma non solo, per salvaguardare l’economia britannica. In Inghilterra si sta già pensando alla formazione di un nuovo programma di respiro globale che vedrebbe così la partecipazione di ragazze e ragazzi da tutto il mondo, portando avanti l’idea di una Global Britain. Il Turing Scheme, il nuovo programma di interscambio universitario, nel nome del matematico e crittoanalista britannico Alan Turing (nel 2014 è stato prodotto un film sulla sua vita, The Imitation Game, con protagonista Benedict Cumberbatch).
Un atteggiamento di forte chiusura verso lo scambio di idee e di esperienze all’interno dell’Unione Europea, decisione che non è stata presa bene nemmeno dalla Direttrice di Universities Uk International, Vivienne Stern, che la reputa “deludente ma non sorprendente”.
Fonti corriere.it | ec.europa.eu
Ylenia Covalea