Dal 1998 AlmaLaurea realizza con cadenza annuale l’Indagine sulla Condizione occupazionale dei Laureati. L’Indagine, realizzata a uno, tre e cinque anni dal titolo, restituisce un’ampia fotografia dell’inserimento nel mercato del lavoro dei Laureati, delle caratteristiche del lavoro trovato, tra cui la professione e la retribuzione, dell’utilizzo nel lavoro delle competenze acquisite all’università. Il 25° rapporto ha riguardato 670.000 intervistate/i di 78 differenti atenei.

Per quanto riguarda l’Università degli studi di Torino, l’indagine sulla condizione occupazionale ha coinvolto complessivamente 26.166 laureati/e. I dati – informa UniTo – si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2021, intervistati a un anno dal titolo, e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2017, intervistati dopo cinque anni.

Per i/le laureati/e triennali (mai iscritti a un successivo corso), cresce inoltre il tasso di occupazione a un anno dalla laurea dal 76,2% (nel Rapporto 2022) al 76,4% (nel Rapporto 2023). Bene pure gli altri parametri: cala il tasso di disoccupazione dal 10,3% al 9,1%, diminuisce il lavoro part-time dal 21,4% al 19% e la retribuzione passa da 1.304 a 1.331 euro mensili netti.

UniTo fa registrare una performance positiva anche rispetto alle medie nazionali. Il tasso di occupazione dei laureati triennali Unito è del 76,4% rispetto al 75,4% nazionale.

Anche per i laureati di secondo livello a 1 anno dalla laurea, rispetto ai risultati del precedente Rapporto, l’Università di Torino migliora il tasso di occupazione, dal 75,4% del 2022 al 77,9% nel 2023, cala il tasso di disoccupazione dall’11,6% al 9% e diminuisce il lavoro part-time dal 18,7% al 14,4%. Rispetto alle medie nazionali, il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello a 1 anno dalla laurea dell’Università di Torino è del 77,9% rispetto al 77,1% nazionale.

A 5 anni dalla laurea di secondo livello, il tasso di occupazione rimane pressoché invariato rispetto all’anno precedente, mentre aumenta la retribuzione mensile netta, che passa da 1.641 euro del 2022 a 1.696 euro del 2023, cala il tasso di disoccupazione dal 3,8% al 3,3% e diminuisce il lavoro part-time dal 9,4% all’8%. Rispetto alle medie nazionali, il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello a 5 anni dalla laurea dell’Università di Torino è del 90% rispetto all’88,7% nazionale.

Per quanto riguarda invece il profilo occupazionale dei laureati del Politecnico, l’Indagine evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte (l’86,6%) continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta del 74,6%, a fronte di un dato nazionale del 75,4%.

Il dato di riferimento più significativo risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea, che continua a salire rispetto agli anni precedenti, sempre decisamente sopra la media nazionale: è occupato il 90,7% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore al 77,1% nazionale. Aumenta rispetto allo scorso anno il tasso di occupati a un anno dalla laurea magistrale nell’area dell’Ingegneria, attestandosi sul 95,1%; in aumento costante anche il dato relativo ai laureati magistrali in Architettura, con l’87.7% di occupati.

 

La percentuale di occupati aumenta ulteriormente, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 94% a fronte dell’88,7% del dato nazionale.

Interessante anche la tipologia di occupazione di questi laureati (il 41,7% può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato) e con una significativa differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.632 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.366 euro a un anno dal titolo e 2.013 euro rispetto a 1.697 euro a cinque anni dalla laurea: entrambi i dati in aumento rispetto al precedente rilevamento.