Prima di tutto ci sentiamo in dovere di dirvi di lasciare a casa borracce e bottigliette perché non è possibile portarle all’interno, alla faccia dell’ecosostenibilità.
Come tutti gli anni è organizzato in tre padiglioni più la parte Oval, quest’anno ci è sembrato maggiore l’interesse per fumetti e graphic novel.
Per sapersi orientare al salone serve un senso dell’orientamento estremamente sviluppato e in più bisogna sperare di riuscire ad entrare agli incontri nelle diverse sale. Per esempio a noi è successo di essere ‘’rimbalzati’’ fuori perché l’incontro Virtuale è Reale? era su prenotazione, anche se non specificato sul programma. A parte questi piccoli inconvenienti siamo riusciti a seguire degli incontri molto interessanti: Una lezione di giornalismo con Federico Pace, la prima di tre appuntamenti che si svolgeranno il 10 e l’11 nell’arena Robinson. Pace nel primo incontro ha affrontato il primo punto fondamentale per un giornalista: la scrittura di un articolo. L’importanza di sapere raccontare una storia e soprattutto il saper distinguere se è una storia per un giornale o per una testata online. Le parole d’ordine per essere un buon giornalista sono: incuriosire e coerenza.
Il secondo incontro Le regole della disinformazione è stato una carrellata di idee di che cosa è la disinformazione e come combatterla secondo punti di vista diversi. Il punto di incontro di tutti è che internet ha scatenato questo fenomeno, avendoci abituato sempre di più ad avere le informazioni subito la nostra fame di sapere è cresciuta a tal punto che non ci preoccupiamo più di verificare cosa stiamo leggendo. Per qualcuno dovrebbero essere creati strumenti di repressione più efficaci su internet, per arginare questo fenomeno.
Infine siamo stati alla presentazione del libro di Giusi Marchetta, Tutte le ragazze avanti  una coralità di voci femminili che danno una testimonianza di cosa vuol dire crescere femministe.  Il libro fa parte di un progetto più grande dal nome Il tavole delle ragazze, un percorso a tappe che ha radunato una dozzina di giovani ragazze e ragazzi che hanno discusso dei temi legati al femminismo. Questo laboratorio ha portato alla stipulazione di un manifesto delle ragazze, che fa molto riflettere visto che è stato scritto da ragazzi tra i 16 e 19 anni:

Ho un corpo
ma sono più di una parte del mio corpo.
Viverlo mi piace.
Lo porto come voglio:
vestito, svestito.
Com’è.
Ho il diritto di lasciarti.
Di dire di no anche se prima ho detto di sì.
È il mio corpo, ricordi?
Decido io.
Puoi giocare con me.
Ma questo non mi rende una bambola.
Ho diritto di non avere paura di te.
Ho una voce: vale quanto la tua.
Ascoltala.
Ne abbiamo già perse troppe: scienziate, filosofe, scrittici.
Il mio talento  e il mio impegno hanno diritto di portarmi in alto.
E a proposito:
Stesso lavoro, stesso tempo, stessa paga.
Ho diritto alla paternità.
Il mio genere non è un insulto.
e nemmeno il tuo.
Facciamo crescere persone, non maschi e femmine.
Poi, se vuoi, credi pure nelle principesse.
Quelle che si salvano da sole.
Soprattutto abbiamo il diritto di essere, tu ed io:
L’identità è una possibilità, non una gabbia.
Perché ti rinchiudi?