La scorsa settimana abbiamo fatto le presentazioni…
sbrigati i convenevoli, ora bando alle ciance!
Vogliamo portarvi con noi, nel vivo delle nostre giornate a StudyinTorino.

Dovete sapere che di tanto in tanto facciamo scoperte che ci lasciano a bocca aperta.

Per esempio il mio collega ed io – che amiamo autorappresentarci in veste di Fabio e Mingo locali, segugi sempre all’erta per fiutare le più strampalate notizie dal mondo universitario torinese – qualche giorno fa abbiamo avuto la fortunata occasione di parlare con la responsabile delle comunicazioni esterne dell’Università di Torino.
L’abbiamo incontrata all’interno del suo ufficio, una stanzetta che in modesti spazi nasconde chicche quali la prima bozza della pergamena di Laurea Honoris Causa che l’Ateneo conferì niente meno che a Umberto Eco.

Tra un’informazione e l’altra, la carismatica comunicatrice ci ha omaggiati di un bell’opuscolo fresco di stampa:
il RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀche il rettore Ajani aveva da pochissimo presentato alla cerimonia d’inaugurazione del nuovo anno accademico.
Sfogliandone le pagine siamo incappati nella sezione dedicata ai
dati occupazionali dei laureati a tre anni dal titolo.

E qui è arrivata la SORPRESA!articolo 12 dicembretris - lettereSecondo i dati riportati, i re e le reginette dell’occupazione che ricevono lo scettro da UniTo sarebbero i laureati in materie letterarie.

Sì, avete letto bene!
Vi dirò di più: 100%
pare essere il tasso di chi tra loro ha trovato lavoro a tempo record.

Siccome la situazione mi riguarda personalmente non ho potuto fare a meno di pormi qualche domanda.

Che questo popolo “di santi e navigatori” abbia cominciato a riscoprire anche il valore dei “poeti”?

Che all’annuncio “Mamma, papà, ho deciso: mi iscrivo a Lettere!” finalmente non saremo più costretti a pacche sulle spalle e frasi di rassicurazione per rispondere agli sguardi colmi di terrore dei nostri cari?

Ancora: che sia questo il definitivo addio ai, pur fedelissimi, Mc Donald e Call Center che tanto a lungo hanno dato forma al nostro immaginario post-universitario (e per questo comunque li ringraziamo, che non siamo mica gente ingrata)?

Insomma: Lettere is the new Ingegneria?

Malgrado tutto, questo turbine di domande non è riuscito a farsi strada troppo a lungo nella mia mente.
Un asterisco è quanto è bastato a frenare i miei entusiasmi:
segnala che la percentuale di impiego si riferisce ad un bacino d’indagine limitato; precisamente ai laureati del cosiddetto ciclo unico; e per quanto riguarda Lettere, questo ha cessato d’esistere più di un decennio fa.
Così, il cento per cento dei laureati ha trovato lavoro, certo; ma il cento per cento di loro ha, altrettanto certamente, più di 35 anni.
Sfogliando l’opuscolo scopro poi che il tasso di laureati-letterati triennali occupati scende a quote, queste sì, sostenibili, del 79%.

Allora torno a rivedere gli sguardi preoccupati di mamma e papà
e, in affanno, cerco di ricordare a memoria il prezzo del Mc Bacon Menù.

Questo 100% di letterati occupati rimane ahimè ancora un bel sogno.
Non mi resta che chiudere l’opuscolo:

MAGARI DOMANI MI SVEGLIO IN UN MONDO SENZA *ASTERISCHI*.