Realizzare il sogno di Icaro e progettare prototipi in grado di volare: è questo l’obiettivo del Team ICARUS (Innovation Center for Amateur Rocketry and Unmanned Ships) del Politecnico di Torino, un gruppo di  31 studenti fondato nel 2015 e coordinato dal professor Paolo Maggiore, che si propone di permettere ai ragazzi un primo approccio pratico al mondo della progettazione aeronautica e spaziale.

Dal 7 all’11 agosto il Team è stato impegnato a Zagabria, in Croazia, nella sua prima competizione, partecipando all’Air Cargo Challange. Si tratta di una competizione a cadenza biennale, che ha come obiettivo quello di coinvolgere studenti universitari di tutto il mondo nella realizzazione di un aeromodello da competizione.

La competizione prevede la progettazione e la successiva realizzazione di un aeromodello ad alte prestazioni, seguendo le specifiche imposte dal bando di gara, in grado di trasportare il maggior peso possibile in una piccola stiva di carico, o Cargo Bay.

Nel corso dei giorni di gara i team si sono sfidati dapprima in una presentazione tecnica del progetto, a cui è stato assegnato un punteggio in base ai metodi e alla filosofia di realizzazione del modello da gara; è seguita, poi, la vera e propria prova di volo: i prototipi hanno eseguito un volo con a bordo il carico da trasportare su un percorso definito, eseguendo 10 passaggi su una distanza di cento metri nel minor tempo possibile.

Il team ICARUS ha partecipato con il modello Anubi, un aeromodello con una apertura alare di 4 m, che ha ottenuto risultati estremamente lusinghieri per una prima partecipazione alla competizione: il Team si è classificato 9° nella classifica generale su 36 gruppi iscritti, ma Anubi è anche risultato il secondo modello più veloce in assoluto. Il Team è inoltre molto soddisfatto di aver ottenuto il massimo punteggio nella presentazione del progetto, risultato ottenuto solo da un altro dei gruppi presenti.

Molto apprezzati dal pubblico e dalla giuria anche il design, la manovrabilità e la stabilità del modello e le soluzioni tecniche inusuali portate in gara, come fowler flap e strakes.

“La partecipazione al lavoro del Team è un’esperienza unica”, commentano gli studenti. “Mettere alla prova le nostre conoscenze, applicandole ad un problema concreto, significa avere a disposizione una “palestra” che ci permetterà di entrare più preparati nel mondo del lavoro. Per essere più competitivi possibile abbiamo spinto al massimo le nostre conoscenze, utilizzando tecniche di progettazione di alto livello, come analisi strutturali e aerodinamiche al calcolatore, e tecniche di produzione innovative facendo largo uso di materiali compositi e stampa 3D”.

 Oltre al modello STORK, il Team sta realizzando un altro prototipo: il razzo a propellente solido DART. Anche in questo caso si tratta di un modello interamente progettato e realizzato dagli studenti, che si sono cimentati nelle tecniche più avanzate di progettazione, ma anche nella realizzazione effettiva del razzo, dalla realizzazione delle saldature, al montaggio di componenti, alle stampe 3D, fino alla preparazione di composti chimici per il propellente e ai test. Nei prossimi mesi il Team procederà al lancio del razzo, che dovrebbe arrivare a circa 2 mila metri di altitudine.