repubblica.it – Consapevoli dell’opportunità dell’esperienza all’estero e senza nessuna voglia di farsi scoraggiare dai terroristi. Sono questi gli studenti universitari torinesi che si preparano a partire per l’Erasmus, alcuni sono già nei Paesi dove trascorreranno il semestre di studi lontano dall’Italia, la maggior parte partirà però tra settembre e gennaio.Paolo Bevolo, iscritto al Politecnico di Torino, non era lontano dalle Ramblas quando c’è stato l’attentato: “Ero a cento metri di distanza quando il furgone ha travolto la folla” racconta. “Questo episodio però non mi ha fatto cambiare idea. Sono arrivato qui una settimana fa e ci rimarrò per sei mesi – assicura – Non tornerò indietro”.
Tra l’Università di Torino e il Politecnico saranno quasi 2mila gli studenti che da qui partiranno per l’Erasmus. Molti hanno fatto richiesta proprio per le grandi città europee, da Barcellona a Londra passando per Parigi: “Partecipo al programma Erasmus Mundus che mi permetterà di ottenere una doppia laurea – spiega Grazia Sveva Ascione, iscritta al corso di Economia e Statistica di Unito – Mi trasferisco in Francia a settembre”. Parigi è finita più volte nel mirino del terrorismo: “C’è tanta suggestione attorno a queste tematiche ed anche strumentalizzazione – dice lei – Se devo morire voglio morire facendo le cose su cui ho fondato la mia vita, cioè conoscere nuove culture ed allargare i miei orizzonti di studio”. Niente paura quindi: “In generale non temo gli attentati perché ho già vissuto all’estero – continua – La probabilità di morire per attentato è molto più bassa che quella di morire di cancro oggi”.”Non ho mai pensato di rinunciare. L’Erasmus è un’esperienza che voglio fare anche se ora un po’ di paura c’è”.Francesca Boi, 22 anni, studentessa di Ingegneria gestionale al Politecnico di Torino, l’11 settembre sarà a Barcellona per il suo semestre all’estero: “Le immagini del furgone sulle Ramblas mi hanno impressionato, ma avrei paura anche se fossi in una delle grandi città italiane” racconta. L’Erasmus a Barcellona è qualcosa che sognava da tempo, e quando ha saputo di essere stata presa si è subito organizzata: “A maggio sono andata a cercare casa e l’ho già affittata — spiega Francesca — Un attentato a pochi giorni dalla partenza non ci voleva, ma non posso certo tirarmi indietro”. La sua famiglia è preoccupata: “Mi hanno chiesto di evitare i luoghi affollati — confida — Dopo quello che è successo in piazza San Carlo a Torino, dove c’erano alcuni miei amici, già stavo più attenta, ma non cambierò abitudini per colpa dei terroristi”.
Giada Zoni, studentessa di Urbanistica al Poli, paura ne ha, ma comunque non rinuncia all’Erasmus a Madrid: “Sono stata coinvolta nel ‘finto attentato’, o come chiamarlo non so, in piazza San Carlo a Torino, e da allora sono abbastanza terrorizzata – confessa – Starò via fino a fine gennaio. È un’opportunità per studiare in un luogo differente dall’Italia, per imparare una nuova lingua e interfacciarsi con realtà differenti. Ed è innegabile che faccia anche curriculum”. Anche Stefania Di Corato, sempre del Poli, sarà nella capitale spagnola tra pochi giorni: “Sono più preoccupata dall’esperienza Erasmus in sé, ma non temo per gli attentati. Tanto non si è più sicuri da nessuna parte” conclude amara.
Eugenio Sturniolo, studente di Chimica all’università, andrà a Barcellona: “Sono un po’ preoccupato, ma partirò lo stesso – assicura – Queste cose purtroppo stanno accadendo in tutta Europa in questo periodo, ma secondo me non possiamo farci condizionare troppo. Non dobbiamo permettergli di terrorizzarci a tal punto da non poter fare più nulla, secondo me bisogna andare avanti”.

Martina Arabella, iscritta al dipartimento di Biologia, sarà a Parigi: “Non voglio precludermi delle possibilità per gli attentati. Anche se ho un po’ paura, cerco di pensare che anche qui mi potrebbe succedere qualcosa – ragiona – Ci sono molte meno probabilità qui che a Parigi sicuramente, ma non si può manco dire che non ce n’è nessuna”.