L’Università di Torino è ateneo capofila del progetto CAPuS – Conservation of Art in Public Spaces – che coinvolge in tutta Europa 7 università, 4 aziende, 1 associazione, 1 museo, 1 centro di ricerca e 2 Comuni. In tutto 16 partner europei, situati in Italia, Germania, Croazia, Polonia e Spagna, più uno negli Stati Uniti.

Il progetto, nato in seno al grande contenitore Erasmus+ “Alleanze per la Conoscenza”, è finanziato dalla Commissione Europea  e intende stabilire un protocollo conservativo per l’arte urbana, prezioso strumento di rigenerazione delle città. A cavallo tra spontaneità e committenza, le opere urbane acquisiscono sempre più rilevanza sui muri cittadini. A causa della loro natura, però, e della prolungata esposizione alle intemperie, queste opere sono più soggette al degrado e a problematiche legate alla conservazione.

Con una rete di aziende, università, restauratori e artisti, CAPuS procederà ad una mappatura del degrado, identificando prodotti idonei e metodologie adatte alla conservazione (come la creazione di archivi digitali), per giungere a definire un protocollo operativo condiviso. CAPuS avrà impatto anche sull’offerta formativa dell’Università: verrà infatti attivato un modulo didattico da inserire nei curricula accademici e un master internazionale sul tema. Gli studenti, inoltre, saranno attivamente coinvolti nelle attività progettuali grazie a tirocini presso le imprese partner.

Il progetto vedrà il coinvolgimento di Cesmar7 Centro per lo Studio dei Materiali per il Restauro (Reggio Emilia) che opererà attivamente nell’analisi dei processi di alterazione, nella definizione delle strategie conservative, e nella comunicazione di progetto. Anche il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale avrà un ruolo importante,  in particolare nella parte analitica di caratterizzazione dei materiali delle opere, partecipando in prima linea alla creazione di un modulo formativo sulla conservazione dell’arte urbana. Completano il gruppo italiano l’Università di Parma, che si occuperà del monitoraggio della qualità, e Medhiartis, agenzia di comunicazione che curerà l’identità visiva e gestirà i social. Sono poi partner associati il Comune di Reggio Emilia e il Comune di Torino che collaboreranno all’identificazione e alla valorizzazione delle opere individuate per la sperimentazione.

Il progetto CAPuS – dichiara Dominique Scalarone, docente di Materiali per la Conservazione ed il Restauro presso l’Università di Torino e Project Manager dell’intero progetto – rappresenta un’occasione unica per affrontare in modo organico, multidisciplinare e innovativo la questione aperta della conservazione dell’arte urbana. Partendo dalla creazione di un partenariato internazionale ed eterogeneo per vocazione, e in piena sintonia con le linee guida Europee nel campo dell’Istruzione Superiore, il progetto intende valorizzare la collaborazione tra Università e aziende private per sviluppare nuove conoscenze, opportunità lavorative e prodotti innovativi, nonché per sensibilizzare Istituzioni e opinione pubblica sulla necessità di valorizzare e preservare l’arte pubblica. L’analisi dei materiali utilizzati dagli artisti per realizzazione le loro opere, lo studio del loro degrado, la caratterizzazione dei prodotti utilizzabili per il loro restauro saranno fasi importanti del progetto, funzionali alla realizzazione dei due obiettivi principali, ossia la definizione di un protocollo conservativo specifico per le opere di arte pubblica e la realizzazione di un modulo didattico multidisciplinare e innovativo per studenti universitari e per restauratori, anche fruibile su piattaforma digitale”.

Ilaria Saccani, presidente di CESMAR7, afferma che “il progetto ha come ambizione quella di creare alleanze permanenti all’interno del partenariato, in modo da unire l’esperienza di restauratori e di gruppi analitici e la conoscenza dei materiali costitutivi e dei prodotti di restauro delle aziende coinvolte per la definizione di un protocollo operativo innovativo per la conservazione dell’arte urbana. Questo a sua volta confluirà nell’attivazione di un modulo didattico che verrà attivato nelle Università e nelle Accademie coinvolte. In tal modo i contenuti e le metodiche di progetto andranno ad arricchire e a innovare l’offerta didattica, rendendola aggiornata sulle nuove esigenze del mondo della conservazione. In ultima analisi, il progetto CAPuS ha come intento più ampio quello di sensibilizzare le istituzioni ma soprattutto la collettività sul delicato tema della conservazione dell’arte urbana: il progetto partirà proprio da un coinvolgimento degli artisti stessi, per chiarire i confini dell’etica della conservazione, per un’arte che in molte sue forme ha come caratteristica intrinseca la sua natura effimera